tag:blogger.com,1999:blog-13802917150338937702024-03-05T21:06:58.603-08:00Lunargento Casa EditriceIl blog della Casa Editrice Lunargento dà spazio ai lettori, perché la cultura è condividere. Due circuiti paralleli: Critica Senza Critico, per permetterti di dire la tua sui libri che hai letto; Indagine Su Giulietta, i vostri racconti dedicati a questo tema per partecipare al concorso che prevede come premio finale la pubblicazione dei racconti migliori.Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.comBlogger44125tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-41986606766949706152013-07-01T05:28:00.001-07:002013-07-01T05:29:06.795-07:00Il ricordo di Margherita Hack e di Giordano Bruno <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7y1usC8dtOcug54iIj3m0ZR7vwBpn8Q7ogwU-WNtSdIxPQD-858F6LVoFQ-d1Odhp9QtIj__DOB7I7k8-fzwAEqbBrVzGF6FLjCa2mXNY1FT06KJCElZNTfEgWsNarpzENAlZWNBHsKM8/s222/giordano-bruno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7y1usC8dtOcug54iIj3m0ZR7vwBpn8Q7ogwU-WNtSdIxPQD-858F6LVoFQ-d1Odhp9QtIj__DOB7I7k8-fzwAEqbBrVzGF6FLjCa2mXNY1FT06KJCElZNTfEgWsNarpzENAlZWNBHsKM8/s320/giordano-bruno.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11pt;">Il nostro personale ricordo di <b>Margherita Hack</b>, avviene tramite le sue parole, le sue sagge <b>parole di libertà</b>. Abbiamo scelto, a tal proposito, alcuni passi tratti da un suo scritto in cui si parla del sacrificio di <b>Giordano Bruno</b>.</span><style><!--
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<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .1pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: .1pt; mso-para-margin-bottom: .01gd; mso-para-margin-left: 0cm; mso-para-margin-right: 0cm; mso-para-margin-top: .01gd;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-theme-font: major-latin;">«Testa matta Giordano Bruno aveva percorso altre strade, senza riuscir a credere nemmeno che il Purgatorio esistesse davvero; senza ritenere necessari i digiuni e le altre opere di devozione; pieno di dubbi sulla madre di Dio e su tutta quella miriade di santi magici locali che mantengono sempre grassi i santuari. “Il Dio dei preti è un Dio malvagio, è il dio della morte”, ripeté Momo. <b>Bruno cercava il sole, cercava la luce
della verità</b>.» (Franco Zizola, <i>Roghi</i>, Lunargento 2013)</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-theme-font: major-latin;"></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11pt;">Tratto da <i>Giordano Bruno e la pluralità dei mondi</i></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11pt;">di Margherita Hack </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11pt;">Il 17 febbraio 1600 <b>Giordano Bruno</b> fu mandato al <b>rogo</b>
a Campo de’Fiori come eretico. Una grave <b>eresia</b> era per la
Chiesa quanto Giordano Bruno aveva osato scrivere: «Esistono innumerevoli
soli; innumerevoli terre ruotano attorno a questi similmente a come i
sette pianeti ruotano attorno al nostro sole. Questi mondi sono abitati da
esseri viventi».</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Oggi le nostre osservazioni ci hanno permesso di
scoprire in poco più di dieci anni almeno 300 pianeti in orbita attorno a
stelle diverse dal Sole, e il loro numero cresce continuamente, tanto che si
ritiene che quando si forma una stella si formi anche un sistema planetario. […]</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><b>Galileo</b> costretto ad abiurare perché accettava il
sistema copernicano andando contro a quanto insegnava la <b>bibbia</b> è stato
riabilitato dalla Chiesa nel secolo scorso, ma Giordano Bruno è stato mai
riabilitato? Nessun papa ha riconosciuto la grandezza delle sue intuizioni? […]</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .1pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: .1pt; mso-para-margin-bottom: .01gd; mso-para-margin-left: 0cm; mso-para-margin-right: 0cm; mso-para-margin-top: .01gd;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Purtroppo stiamo
assistendo ad una <b>involuzione</b> della chiesa, che pretende di bloccare importanti
ricerche sulle cellule staminali embrionali assecondata da politici ignoranti e
imbelli, sostenendo che gli embrioni hanno l’<b>anima</b>. Ma quanti di voi sanno
che cos’è l’anima? Quale prova scientifica abbiamo dell’esistenza dell’anima?
Mi sembra abbastanza evidente che quello che chiamiamo anima è il nostro
<b>cervello</b>, che muore con noi alla nostra morte.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .1pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: .1pt; mso-para-margin-bottom: .01gd; mso-para-margin-left: 0cm; mso-para-margin-right: 0cm; mso-para-margin-top: .01gd;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0.1pt 0cm;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11pt;">La
volontà di imporre i <b>dogmi religiosi</b> a credenti e non credenti porta a
conseguenze aberranti, come appunto proibire la ricerca sulle <b>cellule staminali
embrionali</b>, come infierire su persone in coma irreversibile tenute
forzatamente in una vita che non è vita dalle macchine a cui sono attaccate, a
<b>discriminare</b> coppie sia etero che omosessuali di persone che si amano e si
aiutano scambievolmente senza accettare l’imposizione di un riconoscimento
ufficiale religioso o civile; uno strano modo di attuare l’amore e il rispetto
per il prossimo predicato da Cristo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .1pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: .1pt; mso-para-margin-bottom: .01gd; mso-para-margin-left: 0cm; mso-para-margin-right: 0cm; mso-para-margin-top: .01gd;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0.1pt 0cm;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11pt;">Le
religioni che dovrebbero predicare l’amore e la pacifica convivenza fra i
popoli sono sempre state fonti di guerre e persecuzioni
feroci, dalle persecuzioni dei cristiani da parte dei romani seguaci
dei loro vari dei, dalle crociate dei cristiani contro i mussulmani,
dalle persecuzioni contro presunte streghe, le persecuzioni contro gli
ebrei culminate nella pazzia nazista. E ora la guerra fratricida di due popoli
figli di una stessa terra, israeliani e palestinesi, con le atroci sofferenze
inflitte soprattutto ai secondi tanto più deboli militarmente dei primi: E
qui da noi le ostilità e difficoltà create da una popolazione che si dice
cristiana contro gli immigrati di fede mussulmana. E nei paesi mussulmani
contro i cristiani.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11pt;">Che il
s<b>acrificio di Giordano Bruno</b> che si ricorda nel giorno della sua morte serva a
insegnarci a rispettare i credenti di tutte le religioni e anche
coloro che non credono in un dio, che si dichiarano atei o agnostici, ad
avere come guida etica non la paura di un castigo dopo la morte o di una
ricompensa in un ipotetico al di là, ma il comandamento di una delle
più grandi figure dell’umanità - Gesù, uomo e non dio - <b>Non fare
agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te</b>.</span></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-83916144767230821002013-05-15T00:55:00.003-07:002013-05-15T00:55:42.122-07:00«Roghi: Considerazioni sull’ opera di recente pubblicazione» di Alessandro Pipino<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Franco <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Zizola</b>, illuminista del nostro tempo, con
il suo ultimo libro <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Roghi</b> non si
contraddice mai, i suoi sentimenti, i suoi interessi sono sempre rivolti a ridar
voce a personaggi che, nei periodi bui della storia, hanno sfidato le Convenzioni,
le Culture, le Religioni imperanti, i Dogmi religiosi, non prodotti dalla Ragione,
ma da una fede imposta, e per questo motivo furono considerati <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">eretici</b> dalle gerarchie ecclesiastiche,
perseguitati, torturati, condannati nei Tribunali. Essi pagarono con la vita le
loro intuizioni e le loro convinzioni profonde, vittime della imperante tirannide
sacerdotale e del Tribunale dell’Inquisizione, Strumento creato dal potere
religioso di allora, per annientare le voci profetiche del dissenso, voci che
avrebbero potuto disorientare e far riflettere il gregge dei fedeli e
indebolire il potere Teocratico e di condizionamento della Chiesa.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
Il nuovo
libro di Franco Zizola, come <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tutte le
sue opere precedenti, non è da leggere tutto di un fiato, ma da assaporare a
piccole dosi per comprendere fino in fondo i riferimenti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>storici e letterari, per afferrare gli
inconsueti raffronti con il tempo presente e cogliere gli specifici significati
che arricchiscono l’essenza dell’opera.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
L’ autore, come
consuetudine nelle sue opere, intrattiene un ipotetico dialogo con il Dio <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Momo</b>, figlio del sonno e della notte, Dio
del riso, della maldicenza del sarcasmo, della trasgressione, cacciato dall’
Olimpo perché scherniva anche gli Dei.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
Tra le note
spicca anche l’originale filosofia di Franco Zizola <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>È più importante amare il prossimo tuo, non offenderlo, non
torturarlo, che amare l’Essere Perfettissimo, incorporeo e invisibile Signore
del Cielo e della <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>terra, il lontanissimo
Dio dell’astrazione, perché Dio sta nel prossimo tuo, Dio è l’uomo<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”. </b>Parole forti, inconsuete,
inquietanti, che dimostrano il profondo e naturale amore verso l’Umanità sofferente,
e sotto <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la scorza apparentemente
indifferente<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>dell’ Autore
emerge<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un autentico sentimento cristiano.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
Nel testo appaiono
anche personaggi perseguitati per la loro fama<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>letteraria non allineata ai canoni dell’epoca, che sfidarono la cultura
del loro <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tempo come il Boccaccio, condannato
all’<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>indice<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b> per la sua commedia umana e soprattutto per aver raccontato <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>l’intelligenza delle donne, vere
protagoniste, femmine e madonne licenziose aristocratiche e popolari, padrone
della loro vita , non bambe non grulle <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></b>sopportate dal Dio maschio.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>Nelle sue novelle vivono corpi di
uomini e di donne intelligenti, immerse nella vita, che non ama gli stolti<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”.</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>Se la storia l’ avessero scritta le
Donne, come sarebbe stato diverso e non ci sarebbero state guerre folli per
uccidere i loro i figli.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
L’eroico
furore di Giordano Bruno prorompe nell’appello agli umani<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">:</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>viviamo immersi nella notte buia privata
di luna e di stelle,</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
non spegnete
le fiaccole, non lasciate vincere il buio della notte,</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; text-align: justify;">
è<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fatica grande cercare umana <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>verità, la verità non può essere donata da
altri, soltanto le pecore seguono passive il pastore<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”.</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
In tempi terribili e tristi, che fortunatamente appartengono al passato,
emergono le distorsioni della malintesa Fede Cristiana, che animava i frati inquisitori
nella violenta caccia ai presunti eretici <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>Cristus
vincit,Cristus regnat, Cristus imperat. Più eretici infedeli ammazzerete, più
si apriranno le porte del Paradiso.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>Lenta e faticosa è la
conquista della verità, ognuno la deve cercare da solo.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
La lettura del libro di Zizola va fatta lentamente, con grande
attenzione, per poter cogliere i riferimenti teologici, storici, mitologici, letterari
che sono indispensabili alla comprensione del testo e per capire le varie interconnessioni
tra gli argomenti trattati nell’opera e i suoi risvolti culturali.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Nel libro sono descritti anche episodi di vita vissuta dall’autore, la
sua permanenza in ospedale per controlli al <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>cuore fiacco<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b> e un
confronto vivace con il cappellano dell’ospedale. Un viaggio a Napoli e a Nola,
ove ebbe i natali Giordano Bruno, per documentarsi di persona e osservare dal
vivo le memorie ancora esistenti, l’ambiente <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fonte di ispirazione, dove il filosofo iniziò
i suoi studi giovanili, prima di peregrinare in tutte le più famose Università
dell’Europa rinascimentale, da dove innumerevoli volte venne cacciato.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Nel testo vi è anche un’invettiva dell’autore alla Repubblica
Serenissima di Venezia che, tradendo la millenaria<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tradizione di ospitalità agli esuli
perseguitati, consegnò, senza alcuna giustificazione, Giordano Bruno nelle mani
del tribunale dell’Inquisizione del Papato di Roma.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Appaiono nel testo affermazioni ampie e ardite, ma anche voci discordi
dei posteri, alcuni dei quali lo giudicano verboso, confuso, oscuro, come
vedesse ogni cosa avvolta nella tenebra utilizzando espressioni misteriose, delle
quali egli stesso non intendeva il senso, riconoscendogli tuttavia che, in
seguito, molti padri dei nuovi sistemi scientifici dovranno a lui le intuizioni
con le quali avranno successo.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Dell’autore compaiono domande inquietanti<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">:</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>Ai poveri appartiene il
regno dei Cieli<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">. </b>Perché non si
accontentano<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">?</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Perchè noi Cristiani tutti d’occidente fuggiamo la povertà<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">?</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Perché non credono alla promessa di Dio e non sorridono alla loro
sofferenza che apre le porte del Paradiso<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">?</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Se tutto si gioca in vita, trascorsa nel bene e nel male, è inutile
pregare per i morti, non esiste nessun riscatto tra la morte e la Resurrezione.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
L’Inquisizione viene rievocata nel nostro territorio anche<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per la caccia alle Streghe, puttane del
Diavolo, maledette, tutte da bruciare o lapidare. Perché questo odio verso la
donna <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>instrumentum diabuli<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b>, se Dio stesso ha avuto bisogno di
una donna per nascere<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">?</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Emerge il giudizio dell’autore<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">:</b>
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>Di Giordano Bruno hanno voluto
bruciare il pensiero, perché non si limitava come tutti a criticare i costumi
dissoluti dell’Immacolata Chiesa, ma investiva la Dottrina, sulla quale
tutto il castello loro si reggeva.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Nel testo appaiono delle originali e inconsuete considerazioni dell’autore
sulla natura umana, in cui emerge il suo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>leopardiano<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b> pessimismo<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">.</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>La credulità<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fu sempre una qualità inseparabile dal volgo.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“</b>La fortuna non può rendere
nessuno migliore.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>Il Creato è luogo
di dolore e di morte, è continua mutazione, continuo tormento”</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Sul Purgatorio<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">: “</b>grande ed economica
invenzione, nata nel dodicesimo secolo per rimpinguare le casse di Pietro.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">”</b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Numerosi personaggi storici vengono citati nel testo, Erasmo da
Rotterdam, Pietro l’Aretino, Ignazio da Loyola, Tomas de Torquemada, Ario,
Pietro da Morrone, Hus, Arnaldo da Brescia, Domenico Scandella detto Menocchio,
Paolo Sarpi, Galileo Galilei, Savonarola ed altri ancora.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 31.9pt; tab-stops: 54.0pt; text-align: justify;">
Un’attenta e approfondita lettura di questo libro non lascerà
certamente indifferente il lettore esigente.</div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-44688432519337984372013-03-27T08:55:00.004-07:002013-03-27T08:55:41.811-07:00Anche il sudafrica si innamora di Giulietta!
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<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"></span></div>
<h2 align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Calibri;">Anche il Sudafrica si innamora di Giulietta, tra
parole d’amore e linguaggio dei fiori</span></span></h2>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbVTQOxgJeGpxs1mKZ-X7VMsIu2-Oq0hcvwDmzVr-SkKzZrpYyYXgFLKL6JQl8w1stgrGZu6S2FEXZo4oWVH5MGpHgHejijDKtSTOjy0xg7gOtPe4wRkYnH4l8mGThA0yxrGVVV4UzU_zj/s1600/Sposa_libro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbVTQOxgJeGpxs1mKZ-X7VMsIu2-Oq0hcvwDmzVr-SkKzZrpYyYXgFLKL6JQl8w1stgrGZu6S2FEXZo4oWVH5MGpHgHejijDKtSTOjy0xg7gOtPe4wRkYnH4l8mGThA0yxrGVVV4UzU_zj/s320/Sposa_libro.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Foto di Enrico Bolzan</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt;">Si è
svolta lunedì, 25 marzo 2013, nell’affascinante scenario veronese della Casa di
Giulietta, l’evento di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">presentazione</b>
del volume <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Giulietta e Romeo. Le parole d’amore, il linguaggio dei fiori</i></b>,
edito dalla casa editrice veneziana Lunargento, in collaborazione con la
prestigiosa stamperia veronese SIZ, nel contesto della manifestazione <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Primavera
d’amore</i></b> organizzata dal Comune di Verona e da Sposami a Verona.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt;">Una
giovane <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">coppia sudafricana</b> ha
celebrato le proprie nozze nella casa dell’eroina shakespeariana ed è stata
omaggiata della <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">prima copia</b> del
volume. L’iniziativa di Sposami a Verona, infatti, promuove la celebrazione del
matrimonio nelle prestigiose location veronesi che hanno visto nascere l’amore
di Romeo e Giulietta. Era la prima volta che una coppia sudafricana giungeva
fino a qui per il proprio giorno speciale, ma di certo non la prima coppia
straniera. Dei matrimoni celebrati alla Casa di Giulietta, infatti, ben il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">35% sono matrimoni di cittadini stranieri</b>
e un altro 27% sono tra un cittadino italiano e uno straniero.</span><span style="font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span><span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Per il Comune di Verona si è concluso un 2012 di
grandi successi che ha visto la celebrazione di oltre 500 matrimoni civili, con
una crescita del 35% rispetto al 2011.</span><span style="color: #000099; font-family: Tahoma; font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt;">Per
lasciare un ricordo speciale di Verona a queste coppie innamorate dei luoghi
shakespeariani, il Comune ha accolto il progetto della casa editrice Lunargento
con lo splendido volume illustrato <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Giulietta
e Romeo. Le parole d’amore, il linguaggio dei fiori. </i>L’Assessore ai Servizi
Demografici del Comune di Verona <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Marco
Giorlo</b> ha spiegato: </span><span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-size: 9.0pt;">«Sono assolutamente soddisfatto del progetto della
casa editrice Lunargento, un’opera che valorizza la storia e la cultura di Verona,
e sono certo che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Giulietta e Romeo. Le
parole d’amore il linguaggio dei fiori</i> diventerà l’omaggio gradito a tutte
le coppie che celebrano le nozze alla Casa di Giulietta».</span><span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoEl9DP7ITY4b4s8tsGX0yl4uKVINIwYRV5eFYSyrlETxMkUG_MnwcP8KEnf8HyvfPXhoD5-e_8UWl-PGfBhfvqROcq4PFSWyOChVsw6dhIwgZ_6QAIG7Gh2mWggjMs6FC3egPnzZW4aDQ/s1600/Relatori_modelle.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoEl9DP7ITY4b4s8tsGX0yl4uKVINIwYRV5eFYSyrlETxMkUG_MnwcP8KEnf8HyvfPXhoD5-e_8UWl-PGfBhfvqROcq4PFSWyOChVsw6dhIwgZ_6QAIG7Gh2mWggjMs6FC3egPnzZW4aDQ/s320/Relatori_modelle.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Foto di Enrico Bolzan</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt;">Alla
presenza della stampa e di illustri ospiti, gli autori Giuseppe Campolieti,
Antonio Todaro, Patrizia Di Braida e Federico Savoia hanno raccontato la
qualità e la complessità di questo volume, frutto di ricerche storiche,
antropologiche, etnobotaniche e artistiche e il Vice Presidente ALI
(Associazione librai italiani) di Confcommercio Verona <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Stefano Grosso</b> ha ribadito «l’importanza del lavoro di Lunargento
che, controcorrente rispetto alle tendenze attuali, ha avuto la forza di
puntare alla valorizzazione del libro stampato, pubblicando un volume
illustrato di notevole importanza».</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt;">I
floral designer veronesi Patrizia Di Braida e Federico Savoia, coautori del
libro, hanno reso i fiori protagonisti della giornata, realizzando non solo gli
allestimenti in tutta la Casa di Giulietta, ma realizzando il bouquet della
splendida sposa sudafricana e l’omaggio floreale da parte del Comune. Inoltre,
due modelle hanno sfilato durante il reading dei passi salienti del libro,
ripresentando gli splendidi bouquet presenti nel volume. Il Vice Presidente di
Federfiori <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Renato Trinco</b> ha<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>infatti dichiarato che «In questo
libro, per la prima volta, si è riusciti a dare lo stesso peso alla parola
letteraria e all’arte floreale, un felice connubio che rende questa
pubblicazione così meritevole di attenzione».</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Note sul libro</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">In <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Giulietta e Romeo. Le parole d’amore, il linguaggio dei fiori</i>, la
vita di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Giulietta</b>, simbolo di una
delle più grandi storie d'amore di tutti i tempi, diventa, nelle parole del
noto giornalista Giuseppe Campolieti, punto di partenza per un viaggio nelle
atmosfere che l'hanno vista protagonista. Scopriamo quindi la sua <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">infanzia</b> di bellissima bambina curiosa
e audace che muove i primi passi in quel mondo che la farà diventare <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">l'innamorata più celebre della letteratura
internazionale</b>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtcFL3v3CSvZhrvb8ZoFf5B8ROLhfW9lOdQfLvyPdvwaPAXwZRzb2GfKMPY72ZBmH9dxnGLAKdZqkmMx7iBuZHTJdbo62X1FJeM16g25Yf8CFFOQUCKVErdZnFVkq2o95uDoAnvRSh4TFX/s1600/Consegna+libro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtcFL3v3CSvZhrvb8ZoFf5B8ROLhfW9lOdQfLvyPdvwaPAXwZRzb2GfKMPY72ZBmH9dxnGLAKdZqkmMx7iBuZHTJdbo62X1FJeM16g25Yf8CFFOQUCKVErdZnFVkq2o95uDoAnvRSh4TFX/s320/Consegna+libro.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Foto di Enrico Bolzan</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt;">La storia e le emozioni della
vita di Giulietta narrata da Campolieti si affiancano al tema della <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">florigrafia romantica</b>, che, partendo
dai riferimenti sociali dell'epoca shakespeariana, viene riattualizzata al
linguaggio moderno dei fiori. Le precise descrizioni del significato, dell'uso
storico e delle proprietà dei <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">fiori
scelti a rappresentare Giulietta</b> da Antonio Todaro, etnobotanico esperto di
tradizioni popolari e di uso delle piante nell'antichità, si accompagnano ai <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">12 bouquet</b> realizzati dai floral
designer veronesi Patrizia di Braida e Federico Savoia, fotografati da Enrico
Bolzan.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt;">Per ciascun bouquet, Patrizia
di Braida e Federico Savoia consigliano le spose per aiutarle a scegliere la
composizione più adatta a ciascuna di loro e sui giusti abbinamenti, affinché
tutto sia perfetto nel giorno più bello.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">La casa editrice </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Lunargento, casa editrice
veneziana da anni dedita alla diffusione della cultura, inaugura la nuova
collana <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Grandi Libri</i></b>, che raccoglie volumi di pregio. Non solo
contenuti interessanti e di grande valore culturale, ma oggetti belli da
sfogliare: libri illustrati con copertina cartonata e pagine di grande qualità
per rendere l'eccellenza delle storie narrate. Grandi libri unisce il piacere
della lettura, della vista e del tatto per <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">un'esperienza
culturale completa</b>. </span></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-29469737706139509412013-03-21T08:13:00.003-07:002013-03-21T08:15:18.932-07:00Evento di presentazione di "Giulietta e Romeo. Le parole d'amore, il linguaggio dei fiori"<style>
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<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: center; text-autospace: none;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Calibri; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Una
nuova Giulietta a Verona,</span></i></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: center; text-autospace: none;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Calibri; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tra parole d’amore e linguaggio dei
fiori</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Verrà presentato a
Verona il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">25 marzo</b> nella magnifica
cornice della <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Casa di Giulietta</b> il
volume <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Giulietta e Romeo. Le parole d’amore, il linguaggio dei fiori</i></b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>edito dalla casa editrice Lunargento in
collaborazione con la prestigiosa stamperia veronese SIZ. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Uno splendido <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">volume illustrato</b> che, grazie alla
collaborazione dei tre autori Giuseppe Campolieti, Antonio Todaro e Patrizia Di
Braida, è stato in grado di rivoluzionare le antiche trame del dramma
shakespeariano, coniugando armoniosamente gli aspetti salienti della tradizione
e dell’innovazione: l’arte della parola, la curiosità della scienza, il culto
del bello del floral design e l’originalità della fotografia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">L’evento di
presentazione sarà una vera e propria <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">mise en scène</i></b> del romanzo, con un
reading dei passi salienti del libro, accompagnato da sottofondo musicale dal
vivo, da una scenografia di immagini tratte dal volume e da un defilé di
modelli che indosseranno due dei bouquet protagonisti del volume, realizzati da
Patrizia Di Braida e Federico Savoia, che per l’occasione allestiranno
l’ingresso e la sala della Casa di Giulietta con decorazioni floreali di
orchidee e ortensie bianche. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Nell’ambito della manifestazione
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Primavera d’Amore </b>organizzata da
Sposami a Verona e dal Comune di Verona,<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">
</b>precede la mise en scène, la celebrazione del <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">matrimonio</b> di una coppia straniera, cui verrà dato in dono un fiore
personalizzato e dedicato all’amore eterno di Giulietta e Romeo. Gli sposi
inoltre verranno per primi omaggiati del volume <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Giulietta e Romeo. Le parole d’amore, il linguaggio dei fiori</i>. Il
libro, infatti, è stato <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">scelto come
cadeau per gli sposi</b> che celebrano le nozze in questa location esclusiva.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">La pubblicazione è
patrocinata da Comune di Verona, Regione Veneto, Confcommercio Verona e
Federfiori.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Note
sul libro</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Didot;">In <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Giulietta
e Romeo. Le parole d’amore, il linguaggio dei fiori</i>, la vita di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Giulietta</b>, simbolo di una delle più
grandi storie d'amore di tutti i tempi, diventa, nelle parole del noto
giornalista Giuseppe Campolieti, punto di partenza per un viaggio nelle
atmosfere che l'hanno vista protagonista. Scopriamo quindi la sua <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">infanzia</b> di bellissima bambina curiosa
e audace che muove i primi passi in quel mondo che la farà diventare <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">l'innamorata più celebre della letteratura
internazionale</b>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Didot;">La storia e le emozioni della vita di Giulietta
narrata da Campolieti si affiancano al tema della <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">florigrafia romantica</b>, che, partendo dai riferimenti sociali
dell'epoca shakespeariana, viene riattualizzata al linguaggio moderno dei
fiori. Le precise descrizioni del significato, dell'uso storico e delle
proprietà dei <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">fiori scelti a
rappresentare Giulietta</b> da Antonio Todaro, etnobotanico esperto di
tradizioni popolari e di uso delle piante nell'antichità, si accompagnano ai <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">12 bouquet</b> realizzati dai floral
designer veronesi Patrizia di Braida e Federico Savoia, fotografati da Enrico
Bolzan.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Didot;">Per ciascun bouquet, Patrizia di Braida e Federico
Savoia consigliano le spose per aiutarle a scegliere la composizione più adatta
a ciascuna di loro e sui giusti abbinamenti, affinché tutto sia perfetto nel
giorno più bello.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Didot; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">La
casa editrice </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Didot;">Lunargento, casa editrice veneziana da anni dedita
alla diffusione della cultura, inaugura la nuova collana <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Grandi Libri</i></b>, che
raccoglie volumi di pregio. Non solo contenuti interessanti e di grande valore
culturale, ma oggetti belli da sfogliare: libri illustrati con copertina
cartonata e pagine di grande qualità per rendere l'eccellenza delle storie narrate.
Grandi libri unisce il piacere della lettura, della vista e del tatto per <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">un'esperienza culturale completa</b>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsF09yDGvHtj7a_7A2snfpBJLZmEf6FdFtXjTVNS2y15B7seB65WKpMw-SeUTwzW4aytNGBG3XvYY4NuPjLOClumz1sI7AsU-sWC3CceuX_ZRmqqj1GhY1DxX9Mi_yzvjQKmVugnWZ2XMn/s1600/Invito.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsF09yDGvHtj7a_7A2snfpBJLZmEf6FdFtXjTVNS2y15B7seB65WKpMw-SeUTwzW4aytNGBG3XvYY4NuPjLOClumz1sI7AsU-sWC3CceuX_ZRmqqj1GhY1DxX9Mi_yzvjQKmVugnWZ2XMn/s320/Invito.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-84816089562928303602013-03-06T06:33:00.003-08:002013-03-06T06:53:49.307-08:00Un'idea originale per il tuo matrimonio - Il libro Bomboniera<h2 style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Nasce dalla nostra casa editrice Lunargento questa nuova idea super originale per il tuo matrimonio: il libro bomboniera! </span></h2>
<h3 style="font-weight: normal; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Donate il libro della vostra favola: perché al vostro evento non manchi l'originalità e la classe, <b><i class="bold">trasformate in bomboniera le parole della letteratura</i>. </b></span></h3>
<h3 style="font-weight: normal; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Potrete <b><i class="bold">personalizzare</i></b> la copertina di <i>Giulietta e Romeo. Le parole d'amore, il linguaggio dei fiori</i> con le vostre foto e un pensiero per gli ospiti.</span></h3>
<h3 style="font-weight: normal; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"> </span></h3>
<div style="text-align: justify;">
<i class="bold"></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_aAIO_nM9Os7m7KHsqtQLDy8A7GuDfs9Ik8q0I5TAMadGmEk_Vlm1HqcYClmQvVIE_DtZVEU-yKhSXY8ZsptiPoHVccN0MM6sHk3yU-EANsERnQVvJzAukcX1aa_TbTiAcIYLsNHA29Eu/s1600/cartolina+giulietta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="470" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_aAIO_nM9Os7m7KHsqtQLDy8A7GuDfs9Ik8q0I5TAMadGmEk_Vlm1HqcYClmQvVIE_DtZVEU-yKhSXY8ZsptiPoHVccN0MM6sHk3yU-EANsERnQVvJzAukcX1aa_TbTiAcIYLsNHA29Eu/s640/cartolina+giulietta.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>Il libro</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Giulietta e Romeo. Le parole d'amore, il linguaggio dei fiori</i> è un prezioso ed elegante <b><i class="bold">volume illustrato</i></b>
in formato coffee table book che per la prima volta dà una chiave di
lettura inedita della figura dell'eroina shakespeariana, legandola al
tema della florigrafia romantica. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un volume in cui la vita di Giulietta, simbolo di una delle più <i class="bold"><b>g</b><b>randi storie d'amore</b></i>
di tutti i tempi, diventa, nelle parole del noto giornalista Giuseppe
Campolieti, punto di partenza per un viaggio nelle atmosfere che l'hanno
vista protagonista. Scopriamo quindi la sua infanzia di bellissima
bambina curiosa e audace che muove i primi passi in quel mondo che la
farà diventare <b><i class="bold">l'innamorata più celebre della letteratura internazionale</i>.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
La storia e le emozioni della vita di Giulietta narrata da Campolieti si affiancano al tema della <b><i class="bold">florigrafia romantica</i></b>,
che, partendo dai riferimenti sociali dell'epoca shakespeariana, viene
riattualizzata al linguaggio moderno dei fiori. Le precise<b> <i class="bold">descrizioni del significato</i></b>,
dell'uso storico e delle proprietà dei fiori scelti a rappresentare
Giulietta da Antonio Todaro, etnobotanico esperto di tradizioni popolari
e di uso delle piante nell'antichità, si accompagnano ai <b><i class="bold">12 bouquet</i></b> realizzati dai floral designer veronesi Patrizia di Braida e Federico Savoia, fotografati da Enrico Bolzan.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per
ciascun bouquet, Patrizia di Braida e Federico Savoia consigliano le spose per aiutarle a
scegliere la composizione più adatta a ciascuna di loro e sui giusti
abbinamenti, affinché tutto sia perfetto nel giorno più bello.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>Come funziona </b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La parte che gli sposi possono personalizzare è la copertina: l'<b><i>immagine di copertina</i></b> di <i>Giulietta e Romeo</i>.<i> Le parole d'amore, il linguaggio dei fiori</i> può essere sostituita con l'immagine della coppia e una scritta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sarà
sufficiente inviare all'indirizzo e-mail info@lunargento.it l'immagine
da inserire in formato jpg in alta risoluzione (300 dpi) e il <a href="http://www.lunargento.it/uploadFile/Modulo%20ordine%20Giulietta.pdf" rel="alternate" rev="alternate" title="scarica il modulo" type="text/html">modulo</a>
compilato con il dettaglio del numero di copie richiesto.
Vi
verrà inviata un'anteprima del risultato finale della copertina per
approvazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il volume contiene poi una pagina bianca che potrete utilizzare per scrivere a mano un pensiero speciale per i vostri ospiti.</div>
<br />
<h4>
Un progetto di Lunargento Casa Editrice, con la collaborazione di SIZ.</h4>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO2-nlRjsCm3OVtaVARd6FXoBPJdtpY1R0BMSAvCJ53KtkmlOBFvBih1y-TLVzY0oLxHBq6w-FqyvxgaTgBvq6pojkr2BUSgMDSssIt7u6-7ndB2dw_E53drduuzsF4Zjlj9NEEeVzZ8OE/s1600/Cartolina+Giulietta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
<br />Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-29331021234923045062013-03-05T07:07:00.002-08:002013-03-05T07:08:16.126-08:00Buon Compleanno Pasolini - L'augurio di Franco Zizola<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirTgx9Fq8LqB6vwRxCi3gb4zqioUkaANWVEb9ddikWPu818WJqrZz_oycrGoVdxl37-Z8IuJO2XylvVckMugWs5K5vXc-5T5MWyoHIZlg-EV2z0WYaHmdxCkEPe9WJLI8vXcouMmBs6J2t/s1600/26229_101541539889674_1222870_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirTgx9Fq8LqB6vwRxCi3gb4zqioUkaANWVEb9ddikWPu818WJqrZz_oycrGoVdxl37-Z8IuJO2XylvVckMugWs5K5vXc-5T5MWyoHIZlg-EV2z0WYaHmdxCkEPe9WJLI8vXcouMmBs6J2t/s1600/26229_101541539889674_1222870_n.jpg" /></a>Oggi Pasolini avrebbe compiuto 91 anni. In questa occasione vogliamo ricordarlo con le parole del nostro autore Franco Zizola, che in molti dei suoi libri lo richiama alla memoria e lo fa rivivere attraverso le sue parole.</div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
In <i>Roghi</i>, in uscita ad aprile, Zizola affianca la storia di Giordano Bruno a quella di Pasolini, entrambi amanti del cambiamento, della novità, della liberta, comuni nel pensiero e forse nella morte. </div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
«Pierpaolo Pasolini, al pari di [Giordano] Bruno pensava a un mondo<br />
nuovo, onesto, tollerante, razionale, non dominato dagli<br />
ecclesiastici nemici della scienza e del pensiero libero,<br />
non rivolto al sovrannaturale, ma soltanto all’umano.<br />
Anche Pierpaolo Pasolini ripeteva che la poesia non nasce<br />
da le regole se non per leggerissimo accidente, ma le<br />
regole derivano da le poesie». </div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
In <i><a href="http://www.lunargento.it/catalogo_libri_italiano.php?art_req=GET%20ART%28L002%29;ATTRIB:ART,IMG,TAB,DOW,CONN,PRICES%281%29;XSL:xsl/artResult.xsl;LANG%281%29&dyn=Ruber%20Palus,%20Palo%20Rosso" target="_blank">Ruber Palus. Palo Rosso</a>, </i>l'autobiografia di Zizola, troviamo la sofferenza e il dolore per quella morte e, ancor più, percepiamo la profonda amarezza per l'ignoranza di chi non ha saputo comprenderlo.<i><br /></i></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
«2 novembre 1975: i giornali e la televisione riportatono<br />
la notizia dell’orribile strazio compiuto sul corpo del<br />
poeta Pier Paolo Pasolini, unica diga allora contro la<br />
mondezza che andava ricoprendo l’anima del paese<br />
tutto, privo di coscienza morale, sempre più marcio<br />
dentro, orribilmente sporco. Festa dei morti.<br />
Festa dei santi.<br />
“<i>Dies illa dies illa solvet saeclum cum favilla</i>”, ripeteva<br />
Priàpo scuro in volto e lacrimoso, una volta tanto.<br />
Alla classe Tommaso comunicò la notizia, con un<br />
groppo in gola, perché avevano ucciso e straziato orribilmente<br />
il suo poeta, il regista, lo scrittore:<br />
“È morto il poeta che solo ci avrebbe aiutato a non trasformarci<br />
in belve”.<br />
“Ben gli sta a sto recion rompibale rottinculo, ben gli<br />
sta”. </div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
“È morto per aver offeso i camerati, i patrioti di Salò<br />
gloriosa, nel suo ultimo film”.<br />
“<i>Dies illa, dies illa, chi è morto non arzilla</i>!”<br />
Tommaso avrebbe desiderato che il Liceo ricordasse ai<br />
giovani studenti e celebrasse in qualche modo, in qualsiasi<br />
modo, il Poeta.<br />
Non fu possibile.<br />
“E che, facciamo vedere ai nostri giovani un film carnaio<br />
mattanza come Salò, Sodoma e Gomorra?”, si opposero<br />
concordi le professoresse Orsoline e i professori<br />
del Retto Pensiero dominante.<br />
Mai non fia!»</div>
<div style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;">
<br /></div>
<br />
<br />Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-37407088975425120832013-02-17T03:44:00.002-08:002013-02-17T03:44:59.247-08:00 «Roghi» - In ricordo di Giordano Bruno <div style="font-family: inherit;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirTgx9Fq8LqB6vwRxCi3gb4zqioUkaANWVEb9ddikWPu818WJqrZz_oycrGoVdxl37-Z8IuJO2XylvVckMugWs5K5vXc-5T5MWyoHIZlg-EV2z0WYaHmdxCkEPe9WJLI8vXcouMmBs6J2t/s1600/26229_101541539889674_1222870_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirTgx9Fq8LqB6vwRxCi3gb4zqioUkaANWVEb9ddikWPu818WJqrZz_oycrGoVdxl37-Z8IuJO2XylvVckMugWs5K5vXc-5T5MWyoHIZlg-EV2z0WYaHmdxCkEPe9WJLI8vXcouMmBs6J2t/s1600/26229_101541539889674_1222870_n.jpg" /></a> </div>
<div style="font-family: inherit;">
«Dovrebbero spontaneamente suonare da tutti i campanili<br />
le campane nolane di tutto il mondo per ricordare il triste<br />
giorno della morte di Giordano Bruno».</div>
<br />
Così parla Filippo, protagonista di <b>«Roghi»</b>, il nuovo libro di Franco Zizola. Esattamente 413 anni fa, <b>Giordano Bruno</b> veniva bruciato vivo come eretico. Uno dei tanti ucciso per mano della Chiesa, uno dei tanti messo a tacere dal braccio umano di Dio.<br />
<br />
Ma il rogo non è stato in grado di incenerire anche il pensiero di Giordano Bruno che «aveva indagato, indagato, osservato, sottoposto il sacro mistero all’esame della ragione, aveva acceso il fuoco della ragione e tutto il medioevo suo si era incendiato come fosse paglia. Lo avevano condannato alla solitudine».<br />
<br />
Franco Zizola ci accompagna in un excursus storico dei peggiori anni di <b>oscurantismo della Chiesa</b>, di cui uno dei punti più bassi è rappresentato proprio dalla tortura e dall'uccisione di Giordano Bruno con la violenta morte al rogo. <br />
<br />
Zizola ci mostra passo passo l'affinità tra passato e presente, ci mostra come siano cambiati i mezzi ma non i fini, come il potere dato agli uomini dalla Chiesa possa generare l<b>'opposto di un umano-divino</b>. Un'analisi della realtà che parte da molto lontano per arrivare ai giorni nostri, passando per orrori, <b>abusi e prepotenze</b> che ancora non ci siamo lasciati alle spalle.<br />
<div style="font-family: inherit;">
<br /></div>
<div style="font-family: inherit;">
<style>
<!--
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</div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="font-family: inherit; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-size: small;">«Riferirono:
“Nel 1948, a Fontane di Villorba, piccolo borgo di
campagna, non lontana da Trivigi piccola Atene
bombardata, anche don Casimiro Potente, mentre indottrinava
per la comunione bambinette di sette anni, sentì
il membro suo irrigidirsi e, assalito da turpi irrefrenabili
voglie sataniche, subito le trascinò dietro la cattedra, per
catechizzarle al meglio”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: inherit; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-size: small;">“Colpa di
Satana, che gli irrigidì il membro, non di don Casimiro
prete potente!”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">I genitori
che osarono parlare, denunciando don Casimiro, furono
svergognati dall’altare, come maledetti comunisti che osavano
infangare il santo prete, vero uccel di Dio. Maledetti!”».</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: inherit;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;">Franco Zizola non è nuovo a questi temi che già aveva avuto modo di sperimentare nel suo <b>«Ruber Palus. Palo Rosso»</b> </span>
in cui troviamo il protagonista Tommaso scagliarsi contro <span style="font-size: small;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">l’intransigenza dell’arcivescovo Florit, </span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "Times New Roman";">la funzione politica di CL, </span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "Times New Roman";">la disonestà dei preti di
paese scrocconi e promiscui («</span><span style="font-family: "Times New Roman";">troietta
mia cara, te me costa massa, però, consolatio pretorum, se gratis me la darai,
ego te absolvam a peccatis tuis!».</span><span style="font-family: "Times New Roman";">). </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: inherit;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: inherit;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "Times New Roman";">Concitate letture dal ritmo veloce, quasi teatrale in grado di coniugare la ricerca storica e l'analisi del presente, incalzate dal <b>sarcasmo satirico</b> di Zizola.</span></span><style>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="font-family: inherit;">
<br /></div>
<div style="font-family: inherit;">
<br /></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-2942882908337869722013-01-28T03:42:00.001-08:002013-01-28T03:42:23.121-08:00Giorno della Memoria, le parole di Franco ZizolaOggi è il giorno in cui si ricorda,<br />
in cui ci si ricorda di non poter dimenticare,<br />
in cui chi quei momenti li ha vissuti, sorride e si dispera.<br />
<br />
Sorride per la gioia della libertà,<br />
si dispera per l'orrore di quei momenti, per chi è rimasto indietro.<br />
<br />
Si dispera per chi quella follia ancora la coltiva, <br />
per chi quella follia ancora la subisce.<br />
<br />
In quest'occasione condividiamo con voi qualche parola tratta dal romanzo di prossima uscita del nostro autore Franco Zizola, mente sensibile e vivace sempre attenta a questi temi delicati.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirTgx9Fq8LqB6vwRxCi3gb4zqioUkaANWVEb9ddikWPu818WJqrZz_oycrGoVdxl37-Z8IuJO2XylvVckMugWs5K5vXc-5T5MWyoHIZlg-EV2z0WYaHmdxCkEPe9WJLI8vXcouMmBs6J2t/s1600/26229_101541539889674_1222870_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirTgx9Fq8LqB6vwRxCi3gb4zqioUkaANWVEb9ddikWPu818WJqrZz_oycrGoVdxl37-Z8IuJO2XylvVckMugWs5K5vXc-5T5MWyoHIZlg-EV2z0WYaHmdxCkEPe9WJLI8vXcouMmBs6J2t/s1600/26229_101541539889674_1222870_n.jpg" /></a><span class="userContent"> </span><br />
<span class="userContent">«Il popolo di Dio nei campi di sterminio si chiedeva il perché della crudeltà e dell’orrore.<br /> Dio era muto, cieco e sordo.<br />
Indifferente, soltanto indifferente alla storia dolorosa dell’umanità
bruciata dalle bombe, ove soltanto pazzia degli umani regna sovrana,
causa di dolore immenso».<br /> </span><br />
<br />
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-55326262525745839802012-10-05T02:10:00.003-07:002012-10-05T02:10:49.056-07:00Vincitori del concorso "Indagine su Giulietta"<b>Ecco i vincitori del concorso "Indagine su Giulietta" che vedranno pubblicati i loro racconti in un'antologia dedicata a questo progetto!</b><br />
<br />
<br />
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Mauriello Eleonora con "Guardami nel cuore"</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Leone Felicita con "La neve si è sciolta sotto i raggi della luna"</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Censi Simone con "La terza Giulia"</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Federici Pierangelo con "Postulato"</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Corsino Manuela con "InshAllah"</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Amoroso Elisabetta con "Nati sotto maligna stella"</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Cadorin Roberta con "L&L"</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Sgorbissa Margherita con "Giulietta 2012, una riscoperta della modernità"</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Sarti Sonia con "Un'ospite a pranzo"</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;">
Serafin Martina con "Elastica"</div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-85633559026635540292012-09-04T00:52:00.001-07:002012-09-04T00:52:18.324-07:00«AMORE E BRICIOLE» il racconto di Cristina Bardellotto per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }p.MsoFooter, li.MsoFooter, div.MsoFooter { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }span.PidipaginaCarattere { }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>La gita</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
I ragazzi caricano le valigie sul
pullman.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
La gita finisce qui. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
Dopo un paio
di notti insonni a vegliare nei corridoi dell’albergo, per evitare che la
sfrenata fantasia degli adolescenti sfociasse nell’illegalità, mi sento distrutta.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
L’idea della visita didattica a
Venezia è stata del professor Costantin, che conosce la sua città d’origine fin
nelle viscere e placa quella forma d’amore struggente, che è la nostalgia di
casa, mettendo a punto ogni volta un itinerario diverso.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Mentre gli alunni si divertono, i
colleghi intimano: mai più.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Ora, con il microfono in mano, fa
l’appello.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Li chiama per nome. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Presente. Rassicurano.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Saima?” chiede. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Nessuna risposta.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Saima?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Non c’è, prof , Saima non c’è”
risponde qualcuno.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Come sarebbe a dire: non c’è?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Non è sul pullman, prof.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Non scherziamo!” taglia corto
lui e poi mi si avvicina. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Non faccio magie” lo anticipo,
inquieta.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Questo lo so” rimbalza lui. “Ma
la conosci meglio di me.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: -35.4pt;">
<span> </span><span> </span>Certo
che la conosco: è la mia alunna migliore. Di origine orientale, quando inizia a
frequentare il nostro istituto deve ancora imparare la nuova lingua, ma è
sempre allegra, studia con entusiasmo e tanta determinazione. Una rarità!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
All’improvviso, compiuti i sedici
anni e superato il termine dell’obbligo scolastico, è costretta dalla famiglia
a lasciare la scuola, contro il suo volere.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Ma attende e, diventata
maggiorenne, torna per ottenere il diploma di maturità.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Quando la rivedo, due anni dopo,
ha gli occhi pieni di luce, pupille nere, brillanti, avide di conoscenza e
ambiziose, di nuovo seduta dietro un banco.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Costantin, manteniamo la calma,
ho il suo numero di cellulare, posso chiamarla” suggerisco in modo perentorio.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Va bene, come vuoi” acconsente.
“Ai suoi compagni non risponde.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
A me, sì.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Dove sei, Saima?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Sotto il campanile, prof, a San
Marco.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Che fai ancora lì? Cosa
succede?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Avevo delle briciole per i
piccioni.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Mi aspetti?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Sì.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
E’ in mezzo alla piazza, avvolta
nell’elegante abito turchese che la copre fino alle caviglie, magra, con il
velo lasciato cadere sulle spalle e i capelli neri che luccicano e prendono il
volo nell’aria inquieta. Non glieli avevo mai visti. Sembra un gigantesco
volatile esotico, intento a nutrire i piccoli.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Quando la chiamo si volta e
asciuga gli occhi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Chiedo scusa, prof, mi
dispiace.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Anche a me. Vuoi dirmi
qualcosa?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Ora no. Quando torniamo.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
A farla soffrire è qualcosa di
grave. Non può essere una bambinata.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Cose che capitano</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
A casa è di nuovo <i>routine</i>.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
La<span> </span>sera mi rannicchio sul divano sotto una coperta leggera
dell’Ikea.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Mio marito, messi a nanna Samuel
e Rachele, si rifugia in studio.</div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>“Rispondo
alle mail” mi convince, con quella lingua imperfetta, rubata un po’ all’inglese
e un po’ all’informatica.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Io invece sono al telefono con
Sara, mia sorella.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Parliamo di nostra nipote, una,
tra le tante giovani donne, che si affacciano al balcone della vita amorosa,
traboccanti di sogni e inesperienza, ignare del pegno, talvolta alto e
ingiusto, che devono pagare per poter vivere in libertà i propri sentimenti. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Figlia di Gianmario, il fratello
maggiore, abbiamo visto crescere Laura, mentre ancora, poco convinte, Sara ed
io indugiavamo sulla scelta della nostra maternità.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Adesso è iscritta a medicina.
Secondo anno.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Bella, con il viso ovale, gli
occhi marroni e i capelli biondi, ha la pelle chiara e liscia dei bambini.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Da quando ha iniziato le sue
prime storie d’amore, di cui parla anche alle zie con una sorprendente
profusione di particolari, le suddette passioni hanno movimentato le
nostre<span> </span>chiacchierate telefoniche.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Sara, hai in mente l’idiota che
si è divertito con Laura, mentre negli stessi mesi usciva con un’altra ragazza,
all’insaputa di entrambe?” chiedo, rivangando il passato.</div>
<div class="MsoNormal">
<span>
</span>“Si, il divino Matteo, l’attaccante della squadra di calcio del quartiere”
conferma mia sorella.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Esatto! Il furbo è tornato a
corteggiarla, dato che l’altra l’ha scaricato. Ma il fatto grave è che lei ne
sembra lusingata e intenzionata a vederlo quando lo desidera.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Dopo tutto quello che le ha
fatto passare, tra false promesse e tradimenti?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Dopo tutta quella roba lì.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“E il recente fidanzato,
presentato a tutta<span> </span>la famiglia?
Che ne sarà di lui?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Già, è una situazione a dir poco
complicata. Ma tu, queste novità, da chi le hai sapute?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Da sua madre. Li ha visti
gironzolare mano nella mano, proprio sotto casa. Al rientro ha<span> </span>trascinato Laura di fronte al caos
originario della sua stanza, dove i confini tra l’armadio, il letto e la
scrivania sono impercettibili, a causa della quantità di oggetti sparsi che
ricoprono tutto: libri aperti sul letto, calze penzolanti dalla cassa dello
stereo, intimo da lavare dietro le tende, la collezione di smalti per unghie
disseminata ovunque, collane e braccialetti sulla scrivania. Lì, di fronte a
quello scenario post uragano, dopo averle intimato di riordinare subito, pena
il sequestro del telefonino, ha ingiunto il diktat: divieto assoluto di vedere
il giovane ex innamorato.”<span style="color: red;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“E la piccina come l’ha presa?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Piange.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Per una volta, però, approvo il
rigore materno.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“E’ un rigore labile.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“E perché?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Perché non può tenerla chiusa in
casa. Va a scuola, usa un telefonino, ha la sua vetrina su facebook<span> </span>e ci sono mille possibilità di incontro
con il doloroso amante.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Più appetibile, perché inviso ai
genitori.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Appunto!”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Una moderna Giulietta?”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Meno tragica. Se decide di
uscire con il ragazzo che, nonostante tutto, le fa girare la testa, alla fine
la spunterà, senza troppo affanno.”</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Ed è su questa profezia che ci
sorprende, prima di salutarci, qualche attimo di silenzio. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Sappiamo senza dirlo che il
passato è riemerso all’improvviso, come un relitto portato a galla dalle onde.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Anni novanta</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Quando mia sorella Sara conosce
Daniele, ha 23 anni. Sta per diventare biologa a pieni voti e ha una passione
sportiva: la pallavolo. Gioca in una squadra importante della provincia di
Milano, ma l’università e lo sport non le bastano: disciplinata com’è, si
impegna anche nel volontariato con i <i>clochard
</i>meneghini.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
E’ l’orgoglio dei nostri genitori
anche se, per falsa modestia, non lo danno a vedere.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
C’è un solo neo: quel Daniele.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Potrebbe almeno diplomarsi!”
punge la mamma.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Sì, è vero, forse lo farà”
appiana Sara.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“A sentir lui è l’ultimo dei
pensieri! Non vorrà fare tutta la vita il gestore estivo di rifugi in alta
montagna?” incalza la mamma.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
“Per oggi hai superato il
limite!”inveisce Sara e se ne va, sbattendo la porta.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
A quel tempo scambi di questo
genere sono all’ordine del giorno.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Non è solo il mancato pezzo di
carta che i genitori non digeriscono. E’ un po’ tutto di quel Daniele che
proprio non va! E’ l’ostentazione di ricchezza che invece non c’è, o se c’è
stata non ne è rimasto quasi nulla. E’ l’aprire il frigorifero come fosse a
casa sua. E’ quel fumare incessante senza mai chiedere il permesso. E’ il non
avere progetti seri per il futuro e, ancor di più,<span> </span>è la sua faccia d’angelo che confonde; così bella, che Sara
non vede altro.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Ma la sfida aperta con i
genitori, per il suo Romeo, la gioca fino in fondo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Trova un lavoro gratificante
pochi mesi prima di laurearsi e va a vivere con Daniele.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
I nostri genitori, lividi di
rabbia, non partecipano alla discussione della sua<span> </span>tesi di laurea, ottenuta con l’annunciata lode. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Lei, che ha annaffiato la sua
ambiziosa carriera negli studi, con la stima, il sostegno e l’orgoglio dei due
assenti, incassa il colpo, invitando tutti per la festa, nella nuova
dimora.<span> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Mamma e papà, per sopportare
meglio l’offesa, sono lontani.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Niente di grave.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Solo pochi anni e il nido sarà
vuoto.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Sara e Daniele non si amano più.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Dopo la gita</b></div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>Saima
non mi dice niente e per qualche settimana l’episodio accaduto in gita cade
nell’oblio, almeno in superficie.</div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>Ma
le assenze frequenti, in prossimità degli esami, così insolite per lei,
lasciano presagire nuove difficoltà a casa. </div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>Eppure
i buoni voti a scuola, la sinuosa disinvoltura dei suoi movimenti, l’eloquio
sicuro, quelle dita che durante l’intervallo diventano gocce di una pioggia
battente sulla tastiera del telefonino, non sono indizi negativi. </div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>Un
giorno prende coraggio e all’uscita dalle lezioni mi si avvicina, per svelare
il curioso mistero che la avvolge da alcune settimane.</div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>“Mi
sono innamorata, prof.”</div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>“Questa
è una buona notizia.”</div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>“Quella
brutta è che la mia famiglia mi sta organizzando il matrimonio con un estraneo,
un uomo del nostro paese, contro tutta la mia volontà.”</div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>“Santo
cielo, come possono farlo?”</div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>“Di
questo mi sono noti persino i dettagli. Conosco donne che hanno sopportato tale
violenza tutta la vita. Io, però, negli ultimi tempi mi sono occupata di come
impedire loro di farmi così male, affidandomi a una rete di associazioni,
servizi sociali e legali, che hanno trovato la soluzione. Non posso rivelare
nulla prof. Da qui il mio silenzio.”</div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span>Quel
mutismo felice contagia anche me, che l’abbraccio senza dire una parola.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Ora Saima è lontana dalla
famiglia, ma ha portato via con sé un bel bottino: l’agognato diploma di
maturità e la speranza di un amore autentico.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
Mica briciole. Quelle ai
piccioni.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span> </span><span> </span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-5382693985968372042012-09-04T00:49:00.001-07:002012-09-04T00:49:46.195-07:00«LIETO FINE» il racconto di Valentina Meloni per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
font-family: "Calibri";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 10pt; line-height: 115%; font-size: 11pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Oh Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo?
Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome. O, se proprio non vuoi, fa soltanto di
legarmi a te con un giuramento d’amore, ed io non sarò più una Capuleti.»</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Le
luci del teatro diventavano sempre più flebili. La luna di cartone riciclato,
argentea, dominava sulla testa dei due amanti: Romeo Montecchi e Giulietta
Capuleti, ne illuminava il volto e la muscolatura. Il balcone era splendido, in
marmo finto, ornato da mille fronzoli, opera di un ottimo scenografo. Un’altra
Giulietta Capuleti era presente in sala. Era lei l’ospite d’onore. Solo in sua
lode era stata messa in scena la famosissima tragedia di Shakespeare. Ebbene,
una donna importante come lei, direttrice di una delle catene più importanti
della cosmesi italiana, aveva deciso di perdere un po’ del suo tempo per vivere
l’avventura amorosa della sua cara cugina omonima Giulietta. Voleva sentire il
sangue caldo dei due amanti scorrere nelle sue vene. Rubare un po’ della
passione che aveva ucciso la dolce Capuleti quindicenne. Plasmare la sua anima
sotto quella luce. Strinse i pugni, appoggiati sui braccioli della poltroncina.
Sarebbe stato un omaggio al suo matrimonio. Un modo per dire: “Voi due non
avrete mai un finale così tragico ma il vostro amore è forte tale e quale a
questo”. Già, si sarebbe sposata presto con l’uomo più ricco della sua città,
se non di tutte quelle d’Italia messe assieme. Sarebbe diventata ancora più
importante di quello che era tuttavia si trovava ben lontana dalla realtà
vissuta dall’adorabile cugina tutta latte e miele. Spostò lo sguardo dal palco
alla poltroncina accanto alla sua. Era vuota, ovviamente. Ancora una volta lui
per lei non era presente. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«E’ soltanto il tuo nome a essermi
nemico: tu saresti sempre te stesso, anche se non fossi un Montecchi. Che può
mai significar la parola “Montecchi”? Non è una mano, non un piede, non un
braccio, né un volto, né alcuna parte che s’appartenga a un uomo. Oh, sii
qualche altro nome! Che cosa c’è in un nome? Quel che noi chiamiamo col nome di
rosa, anche se lo chiamiamo d’un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso
dolce profumo. E così Romeo, pur se non fosse chiamato più Romeo, serberebbe
pur sempre quella cara perfezione che egli possiede tuttavia senza quel nome.
Rinuncia dunque al tuo nome, Romeo, e in cambio di quello, che pur non è alcuna
parte di te, accogli tutta me stessa.» </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">D’un tratto un brivido le percorse la
schiena, la quale rizzò. E lei si stava aggrappando a un nome? Desiderava che
il profumo di quella rosa che si chiama rosa fosse tale a come era già, oppure
la sua essenza l’avrebbe voluta contraria a quella che era? Aveva vissuto tutta
una vita tesa al guadagno fin quando non si era accorta che nella sua vita
mancava un sentimento vero per realizzarsi. Leggeva ripetutamente sui
manoscritti conservati a casa sua quanto l’amore tra Romeo e Giulietta avesse
rivoluzionato la vita delle loro famiglie, quanto il loro fuoco avesse bruciato
ogni ostilità e il loro sacrificio portato pace e beatitudine. Allora si era
messa alla ricerca del vero amore, quello duraturo, che avrebbe donato più che
ricevuto. Una notte di dicembre di due anni fa pensava di averlo finalmente
raccolto e intrappolato nella sua rete ma solo ora si accorgeva che era stata
lei il pesce che aveva abboccato all’amo. L’uomo che diceva d’amarla non le
aveva mai dato quello che Romeo, seppure interprete in quella tragedia, dava a
Giulietta. Perfino due attori da quattro soldi recitavano meglio di lei e il
suo futuro marito. Durante il corso della loro relazione aveva imparato ad
abbassare la testa e fare quello che comandava perché a lui doveva tutto: il suo
lavoro, la sua felicità, il suo amore. Gli voleva bene. Davvero tanto. Lo
adorava in ogni singolo gesto che faceva come se fosse stato un simulacro d’oro,
splendente nella sua bellezza. Ma lui non l’aveva mai apprezzata realmente. Ricordava
chiaramente la prima volta che la <span> </span>mano di lui aveva battuto sulla sua faccia “accidentalmente”
aveva detto lui. Due mesi dopo i lividi erano moltiplicati e il trucco era l’
unica maschera per difendersi dagli occhi della gente. Alzò la manica del
maglioncino. Una sfumatura violacea regnava sovrana, indelebile, per ricordarle
quanto male aveva provato. Non aveva mai battuto ciglio, mai una reazione di
troppo. Pensava seriamente che il problema fosse proprio; era lei che non
riusciva a dare abbastanza affetto all’uomo a cui doveva tutto infatti quelle
reazioni così violente e opportuniste con gli altri, i suoi colleghi e i suoi
amici, non le aveva. Era lei il pezzo errato del puzzle che stavano componendo.
Eppure, quell’istante, le parole di Giulietta, erano state folgoranti per lei.
Un fulmine a ciel sereno! La gente che li vedeva da fuori diceva: “Che bella
coppia” oppure “Il vero amore esiste” e lei ci aveva creduto. La faccia limpida
del suo fidanzato non smascherava alcun peccato commesso sopra il suo corpo.
Neppure i suoi genitori si erano accorti dell’uomo che era. I futuri sposi
potevano definirsi dei pessimi attori in privato ma degli ottimi in pubblico! I
suoi parenti lo lodavano e lei, infiacchita dal suo amore, aveva perso ogni
granello di dignità e orgoglio che aveva. Ma era giunto il momento di cambiare.
La risposta alle domande che si era fatta per mesi se davvero stesse agendo per
il verso giusto, si era manifestata quel giorno, in quella rappresentazione. E
lei sarebbe morta per il suo Romeo? Oltre al corpo, alla mente e
all’accondiscendenza alla rabbia che covava, gli avrebbe donato anche la sua
giovinezza? C’erano un solo Romeo e una sola Giulietta scritti nella storia
della propria famiglia. Lei non aveva avuto la fortuna della cugina come i suoi
genitori, ammaliati dalla favola della loro ava, volevano farle credere. Erano
diventati ciechi a causa del demone di Amore ma i suoi lividi, sulle braccia,
sulle gambe, sul suo viso, gli avrebbero fatto rivedere la luce.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Sui suoi occhi si dipingeva
l’espressione di Giulietta Capuleti-attrice morente. Era arrivata a quel punto
la tragedia. Abbassò lo sguardo, prese coraggio e con uno scatto si alzò. I
primi borbottii riguardo il suo atteggiamento iniziarono ad aleggiare in sala.
Si chiedevano probabilmente cosa stesse succedendo, come mai si fosse destata
proprio in quel momento dell’opera così cruciale per la rappresentazione in
atto. Giulietta si disfò della coperta di critiche e pregiudizi, prese la
borsetta e con passo veloce si diresse verso l’uscita. Tutto si fece silenzioso
attorno a sé. Solo il rumore dei tacchi picchietta nella propria mente con fare
insistente e scandagliava il tempo che le mancava per esserne definitivamente
fuori. I pensieri in testa erano come un fiume in piena che avrebbe abbattuto ogni
cosa che avrebbe trovato lungo il proprio corso. Finalmente il coraggio di dire
la verità era diventato il suo unico possessore ma la sua anima ribelle d’un
tratto sbatté contro qualcosa. O <i>qualcuno</i>.
Possente nella sua statura e fiero nell’animo, il suo fidanzato era lì davanti
a lei. Era vestito del solito sorriso smagliante e con le braccia aperte la
invitava a tornare al proprio posto. Se la gente attorno avesse avuto la
capacità di decifrare il suo sguardo avrebbe capito che quello che diceva rivolto
a lei, Giulietta, era: “Siediti che a casa facciamo i conti” ma ciò che
realmente recepivano era solo: “ Cara, che succede?”. Lui le fece cenno di
notare che stavano guardando e giudicando ogni minima loro azione. Giulietta si
sentiva di nuovo piccola e inutile. Dov’era finita la donna forte di un tempo?
Quel fiume in piena di energia non poteva essersi prosciugato in così poco
tempo a causa di un uomo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Per la prima volta nel lasso di tempo
che li attorniava, i suoi occhi mirarono a quelli del futuro marito, del suo
“Romeo”. Uno sguardo truce si dipinse sul suo volto. Non si sarebbe mai più
fatta mettere i piedi in testa da un essere tanto inutile e nocivo per il
mondo. L’uomo le cinse un braccio dolcemente per portarla a sedere come a far
sembrare che lei fosse una malata di mente e lui il suo medico di fiducia
pronto a offrirgli sostegno. In quel preciso istante Giulietta capì: la sua
redenzione iniziava da ora. Si liberò dalla morsa del mostro e lottò con tutte
le sue forze per scappare via; gli occhi puntati su di lei non le importavano,
non più ormai, anzi! La deliziavano le pupille dell’ex ragazzo che si
dilatavano sulla sua figura e la osservavano incredule.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Finalmente raggiunse la sala di
ingresso al teatro. Per lei significava “USCITA”, fine di un capitolo della sua
vita orribile, libera da una gabbia d’oro che l’aveva tenuta imprigionata anima
e corpo per anni. A un tratto il suo piede calpestò un bigliettino pergamenato.
Sembrava di antica fattura.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Si leggeva: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“L'amore
è bensì una nebbia sollevata con il fumo dei sospiri e, se questa si dissipi, è
un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti e se, sia contrariato, non è che
un mare nutrito dalle lacrime di quegli stessi amanti. E che cos'altro può mai
esser l'amore se non una follia molto segreta, un'amarezza soffocante e una
salutare dolcezza?”</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Accanto vi era una boccetta di
plastica, stretta alla bocca e più larga man mano che si scendeva verso il
fondo, rovesciata. A terra un liquido violaceo rendeva scivoloso il passaggio.
Prese la boccetta e ne annusò l’interno. Un odore acre le riempì le narici ma
subito le fece intuire il contenuto. Era veleno. Una risata, la sua, forte,
ricca di odio, felicità, amore , asprezza e liberazione animò la sala tutta.
Aveva vinto lei. Sciolta da ogni legame di schiavitù verso l’amore cattivo, che
avvelena il sangue, e il mostro che l’aveva alimentata, si apprestava a vivere
una vita che mai più avrebbe avuto sfumature bianche o nere ma piene di tinte
sfavillanti e al massimo, nei periodi bui, di grigio ma in nessun caso del
colore delle tenebre. Per anni si era chiesta come potesse assomigliare a
Giulietta Capuleti in carattere, dato che tutti la comparavano al suo spirito;
che cosa avesse di quella ragazza così dolce e troppo attratta dall’amore. Ora
lo capiva perfettamente. Erano propri il coraggio e la determinazione e seppure
entrambe li avessero fatti emergere in due occasioni completamente opposte,
rimanevano comunque parte della stessa anima. Forse, l’antica Giulietta
Capuleti viveva in lei.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-54801168154304089792012-09-04T00:30:00.001-07:002012-09-04T00:30:55.661-07:00«InshAllah» il racconto di Manuela Corsino per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
font-family: "Arial";
}@font-face {
font-family: "Lucida Sans Unicode";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: Arial; }h3 { margin: 12pt 0cm 6pt; page-break-after: avoid; font-size: 14pt; font-family: Arial; }p.MsoHeader, li.MsoHeader, div.MsoHeader { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: Arial; }p.MsoBodyText, li.MsoBodyText, div.MsoBodyText { margin: 0cm 0cm 6pt; font-size: 12pt; font-family: Arial; }span.Titolo3Carattere { font-family: "Lucida Sans Unicode"; font-weight: bold; }span.IntestazioneCarattere { font-family: "Lucida Sans Unicode"; }span.CorpodeltestoCarattere { font-family: "Lucida Sans Unicode"; }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<h3>
<br /></h3>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Il burka lasciava intravedere solo
gli occhi della donna, scuri e profondi. Il resto della sua figura, infagottato
in strati di stoffa scura, non si riusciva neppure ad immaginare. Portava uno
zaino sulle spalle e da quello si poteva supporre che fosse una studentessa che
andava a scuola.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Erano appena le 7.30 quando
attraversò l'atrio dell'Istituto Vinci dirigendosi verso i bagni. Ne uscì dieci
minuti dopo completamente trasformata. Si era tolta il burka e indossava dei
jeans e una t-shirt come tutte le sue coetanee. Si mescolò alla folla di
studenti e si diresse verso la 3A.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Ciao Rim– la salutò la sua
compagna di banco –lo sai che domani è il compleanno di Sara e che ha
organizzato una festa a casa sua? Ha invitato tutta la classe-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Rim la guardò in silenzio ben
sapendo che lei a quella festa non ci sarebbe potuta andare</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Hai sentito quello che ti ho detto
Rim? Una festa.. Domani pomeriggio-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Io non posso venire-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Perché no?-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Devo badare alle mie sorelle-
mentì</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Elena non poteva capire. Lei non era
musulmana. Lei non era già stata promessa in sposa ad un cugino che nemmeno
conosceva. Lei era libera di vivere con spensieratezza i suoi sedici anni.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-E dai! É solo un pomeriggio! Non
puoi chiedere a tua mamma di lasciarti libera almeno un pomeriggio?-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Ci proverò– rispose sapendo che ci
sarebbe voluto un miracolo. Per tutto il pomeriggio si arrovellò in cerca di
una scusa che le permettesse di andare alla festa. Alternava momenti di euforia
in cui le sembrava di aver trovato una soluzione ad altri di profonda
frustrazione in cui era sicura che suo padre non ci sarebbe cascato. Poi verso
sera arrivò un inatteso colpo di fortuna. Zia Amina telefonò.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Rim sentì suo padre parlare in
arabo. Quando la telefonata terminò lui la guardò e le disse – tua zia ha bisogno
di té per sistemare il giardino. Ti aspetta domani pomeriggio dopo la scuola-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
–Sì padre– rispose abbassando
umilmente lo sguardo in segno di sottomissione.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Sua zia abitava in una vecchia
villetta a schiera vicino all'ospedale. Per arrivarci Rim dovette cambiare tre
autobus. Non era la prima volta che andava a trovarla. Da quando era rimasta
vedova zia Amina viveva sola e ogni tanto la invitava con qualche scusa per
trascorrere un po' di tempo con lei. Anche quella del giardino doveva essere
una scusa, constatò Rim osservando che le aiuole della zia erano ben curate e
che nel prato non cresceva una sola erbaccia.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Suonò il campanello.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
–Rim! Nipote mia!- la accolse sua
zia abbracciandola –sono settimane che non ci vediamo. Da quando ti ha trovato
un marito, tuo padre trova mille scuse per impedirti di venire a trovarmi-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Rim sospettava che suo padre non
volesse mandarla dalla sorella perché temeva la influenzasse negativamente. Da
quando era rimasta sola zia Amina si era per così dire
"occidentalizzata" e la cosa non era piaciuta alla sua famiglia.
L'unico con cui manteneva ancora qualche rapporto era suo fratello Mohammed, il
padre di Rim.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Allora piccola che mi racconti?-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Rim decise di dirle immediatamente
della festa e con sua grande gioia la zia non ebbe nulla in contrario a farla
andare –peccato!- le disse mentre l'accompagnava alla porta<span> </span>–avevo sperato di trascorrere il
pomeriggio con te ma sarà per un'altra volta... dopotutto il mio giardino è
grande e non puoi mica sistemarlo tutto in un solo pomeriggio...vero? Chiederò
a tuo padre di mandarti qui anche la settimana prossima così mi racconterai
come è andata la festa-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Grazie zia, sei fantastica!- le
disse Rim abbracciandola.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Quando arrivò a casa di Sara la
festa era già iniziata da un po'. Nel vederla Elena le corse incontro
sorridendo –Rim! Ce l'hai fatta a venire. Sono contenta! Ci sono tutti e c'è
anche qualche ragazzo di quinta laggiù, vedi?-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
A Rim i ragazzi non interessavano.
Voleva solo divertirsi ballando e trascorrendo il pomeriggio come una qualsiasi
adolescente della sua età. Si buttò in pista e ad occhi chiusi si lasciò
trasportare dal ritmo della musica svuotando la mente da ogni pensiero. Si
sentiva libera e felice.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Ad un tratto il ritmo cambiò e la
musica divenne lenta. Rim aprì gli occhi e si trovò davanti un ragazzo che la
osservava sorridendo. Sussultò.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Scusa, non volevo spaventarti– le
disse lo sconosciuto –ma eri talmente bella così concentrata nel ballo che non
volevo interromperti-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Rim si guardò attorno imbarazzata
in cerca di un viso familiare. Tutte le sue compagne però stavano ballando.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Balli?- le chiese lo sconosciuto.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Non ti conosco– rispose Rim sulla
difensiva, maledicendo se stessa per quella frase.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-A questo possiamo rimediare. Mi
chiamo Alex e sono il fratello di Sara-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Io sono Rim– rispose impacciata.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Allora Rim mi concedi questo
ballo?- le chiese abbozzando un inchino.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Lei esitò ma lui non si diede per
vinto e con gesto deciso le prese una mano e la condusse al centro della pista
in modo che non potesse fuggire via. Poi l'abbracciò e iniziarono a ballare
lasciandosi cullare dal ritmo lento della musica. Rim non era mai stata così
vicina ad un ragazzo. Poteva sentirne il profumo e avvertiva il calore del suo
corpo attraverso la sottile stoffa delle loro t-shirt. Si abbandonò tra le sue
braccia lasciando che lui la stringesse sempre di più. Sentiva la sua mano
sulla schiena e per un attimo desiderò che il tempo si fermasse in
quell'istante. A fermarsi fu invece la musica. Sara annunciò che in giardino
c'era da bere e da mangiare e tutti si riversarono fuori lasciandoli soli.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Hai fame?- le domandò senza
sciogliersi dall'abbraccio.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Rim fece segno di no con la testa.
Sapeva di trovarsi in una posizione sconveniente per una ragazza musulmana ma
non le importava.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Sete?-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Rim scosse il capo per la seconda
volta.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Io invece sì– le disse Alex
fissandola negli occhi –ho sete di te– e con un movimento estremamente lento si
chinò su di lei e le baciò prima gli occhi, poi il naso, infine le labbra.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Fu un bacio lento e delicato che a
Rim fece venire i brividi lungo la schiena. Quando alla fine Alex si staccò da
lei, Rim rimase ferma con gli occhi chiusi e le labbra protese in attesa che
lui ricominciasse. Il bacio tanto atteso anziché sulle labbra si posò sulla
punta del suo naso e la costrinse ad aprire gli occhi. Lui la guardava e le
sorrideva –usciamo a mangiare qualcosa?- </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Rim avrebbe tanto desiderato
restare un altro po' ma era tardi e doveva tornare a casa prima che suo padre
iniziasse a sospettare qualcosa -ti ringrazio ma ora devo andare, ho promesso a
mia madre che l'avrei accompagnata in centro – mentì.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Ci vediamo domani pomeriggio?-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Domani devo studiare-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Allora verrò a prenderti
all'uscita di scuola e ti accompagnerò a casa-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Nei mesi seguenti Rim con la
complicità di zia Amina riuscì a frequentare Alex, anche se non con la
continuità che il ragazzo avrebbe voluto. Inventava bugie su bugie a casa e con
Alex. Gli aveva fatto credere di essere una ragazza come le altre. Lui neppure
immaginava tutto quello che doveva architettare per riuscire ad incontrarlo.
Rim temeva che se l'avesse saputo, non avrebbe più voluto vederla. Una storia
con una musulmana poteva essere troppo complicata per un ragazzo occidentale.
Ogni giorno Alex la riaccompagnava a casa in macchina dopo la scuola e Rim
sfruttava il tempo guadagnato abbandonandosi a tenere effusioni nel parcheggio
distante una cinquantina di metri da casa sua. Aveva fatto credere ad Alex che
viveva nel palazzo di fronte dove, dopo averlo salutato, entrava per rifugiarsi
nel sottoscala ed indossare il suo burka prima di rincasare.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Un giorno verso la metà di maggio
Alex le disse che doveva partire per lavoro. Sarebbe stato via un mese.
Prevedeva di tornare verso la fine della scuola. Gli occhi di Rim si riempirono
di lacrime</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Ehi che c'è? Dopotutto è solo un
mese...-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Niente, è che già mi manchi-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Quel giorno Rim rientrò a casa con
un brutto presentimento. Seduti in salotto ad aspettarla trovò i suoi genitori
insieme ad uno sconosciuto.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
–Rim! Vieni!- le ordinò suo padre
appena entrò -Ti presento Moustafa, il tuo futuro sposo– le disse indicando
l'uomo accanto a sè –starà da noi fino alla fine della scuola, poi andrai con
lui in Marocco per sposarti-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Sconvolta Rim rimase in silenzio
finché non le fu possibile rifugiarsi in camera sua.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Pianse per il resto del giorno e
per tutta la notte. Non vedeva via d'uscita. Si sentiva in trappola. Avrebbe
voluto parlarne con Alex<span> </span>ma lui
era partito. Nei giorni seguenti si comportò come se nulla fosse. Aveva deciso
che piuttosto che sposare quell'uomo si sarebbe uccisa ma non ce ne sarebbe
stato bisogno perché presto sarebbe fuggita con Alex. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
L'ultimo giorno di scuola suo padre
venne a prenderla insieme a Moustafa e a sua madre.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Che succede?-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-É ora di partire. Vi accompagno
all'aeroporto-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
-Adesso?-</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Non ci fu risposta. Tre ore dopo
Rim guardava le case che si rimpicciolivano sotto di lei e insieme a loro sentì
fuggir via anche ogni speranza di essere felice. Mormorò una sola
parola”InshaAllah” prima di rassegnarsi al suo destino con la consapevolezza che
il ricordo del suo amore avrebbe alimentato ogni istante che le rimaneva da
vivere.</div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-77705254950030198802012-09-04T00:14:00.001-07:002012-09-04T00:25:58.111-07:00«Desiderio» il racconto di Serena Zampolli per il concorso "Indagine su Giulietta"<style>@font-face {
font-family: "MS 明朝";
}@font-face {
font-family: "Cambria";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Scuola
elementare “G. Crollalanza” di Verona Classe 4° B </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Compito
di italiano</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Consegna:
Scrivi un testo continuando la frase “Se potessi esprimere tre desideri vorrei
…”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Se
potessi esprimere tre desideri, vorrei un animale. I miei genitori mi comprano
tutto quello che voglio, ma questo animale non si trova nei negozi. Si chiama
"clamidoforo troncato". Lo conosco perché è in un libro che c'è
nell'ufficio del mio papà. Ci vado il venerdì dopo danza, siccome è il giorno
libero della balia, ma non è che papà può smettere di lavorare solo perché ci
sono io e allora mi fa scegliere un libro dalla libreria e io posso sedermi sul
divano e leggere. L'Enciclopedia degli Animali è il mio libro preferito. Ci
sono tutti gli animali del mondo! Il clamidoforo è il mio preferito perché è
pelosino, grigio e rosa e ha un musetto intelligente. Se lo avessi, sarebbe il
mio migliore amico.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Il
secondo desiderio lo userei per la balia. Lei mi piace tanto e ci passo un
sacco di tempo. Secondo me alla mia vera mamma un po' dispiace che passo più
tempo con la balia che con lei, però penso che è anche colpa della mia mamma
perché non è mai a casa! La balia è sempre sorridente e è stata triste solo
quando Susanna, che era la sua bambina, è morta. In questo periodo è triste di
nuovo perché suo marito è ammalato. Lui è simpaticissimo e quando ero piccola
mi faceva sempre gli scherzi per farmi ridere. Allora il mio secondo desiderio
sarebbe che il marito della balia guarisce.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Il mio
terzo desiderio è che io posso controllare il tempo. Vorrei che il tempo fosse
sempre come quando ti diverti e mai come quando ti annoi. Così potrei farlo
andare veloce quando faccio tutte le cose noiose, come lezione di pianoforte, e
farlo andare lento quando faccio le cose che mi diverto, come quando la balia
mi racconta le favole delle principesse che alla fine vivono felici e contente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Giulietta
Capuleti</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt;"><br clear="ALL" style="page-break-before: always;" />
</span>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=1380291715033893770" name="_GoBack"></a><span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Cara Susanna, </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">vorrei
che tu rimanessi bambina per sempre. Vorrei avere il potere di fermare il tempo
e poterlo bloccare adesso, che hai nove anni. Vorrei non dovessi crescere mai.
Perché così non conosceresti mai il dolore. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">La
vita è crudele, Susanna. E’ dolorosa. Le persone ti feriscono, ti umiliano,
fingono di amarti per ottenere da te qualcosa per loro. Lo devi sapere, bambina
mia, lo devi sapere adesso che sei ancora in tempo per salvarti. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">L’innocenza
e la speranza che sono in te adesso verranno calpestate e uccise, come è
successo a me. Io non voglio che questo accada. Io non voglio che anche tu
debba soffrire come ho fatto io. Ho solo ventitré anni e ho già una figlia e un
matrimonio fallito alle spalle. Mi sento una vecchia. Non fare i miei stessi
errori, Susanna. Non bruciare le tappe. Quando avevo solo tredici anni ho
incontrato il mio primo amore e ho lasciato che mi consumasse. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Ero
stata cresciuta senza affetto. I miei genitori erano figure piatte di una
scenografia familiare. A malapena mi parlavano. Desideravo disperatamente
essere amata. Il mio desiderio era polvere da sparo e tuo padre Romeo era il
fuoco. Quando ci siamo incontrati, l’esplosione è stata potente, ci ha
inghiottiti entrambi e ha lasciato il vuoto dietro di sé. Tutto è stato raso al
suolo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Per
lui avevo perso la ragione. Sono scappata di casa, mi sono sposata di nascosto
con dei documenti falsi, ho minacciato la mia famiglia di ammazzarmi se non
avessero riconosciuto il matrimonio e siccome non mi credevano ho cercato di
avvelenarmi. Alla fine hanno ceduto, anche perché tu eri già dentro di me, mio
piccolo tesoro, e loro temevano anche per la tua vita. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Ti
hanno sempre amata più di quanto avessero amato me. Non ne ho mai capito il
motivo, ma ne sono sempre stata felice. Attraverso te ho scoperto l’amore vero,
puro. Completamente diverso dall'amore folle per Romeo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Sono
stata una stupida. Avrei dovuto capire subito chi era. Dalle prime volte in cui
era tornato dal lavoro con addosso l'odore di un'altra donna. Avrei dovuto
capirlo dal trasporto che ha avuto con me, dopo avermi vista solo una volta.
Avrei dovuto capirlo vedendo che tipi erano i suoi amici, sempre pronti alla
rissa, maleducati. Alla prima volta che la vedeva il suo migliore amico aveva
avuto il coraggio di prendere in giro la mia cara balia, che per me era come
una madre. Avrei dovuto apprezzare quella volta in cui mio cugino Tebaldo finì
in tribunale per averlo insultato. Ma io ero cieca. Per me Tebaldo era solo una
testa calda che aveva iniziato la rissa. Lo disprezzavo. Romeo non voleva
battersi e io pensavo “Che animo gentile...”. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Scema!
Mille volte scema! Aveva solo paura. E’ sempre stato un debole. Già da
ragazzino gli piaceva crogiolarsi nella sua tristezza, farsi compatire,
chiudersi in camera, sbarrare le finestre e giocare a fare il depresso. E i
suoi genitori preoccupati a chiedersi cos’avesse. E’ solo un’egoista! Ecco la
risposta. Pensa solo alla propria felicità. E se non ottiene quello che vuole,
fa i capricci. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Le
persone che mi volevano bene, poche a dire il vero, cercavano di farmi capire
che di Romeo non potevo fidarmi, ma io non capivo. “Mi ha sposata!”, dicevo.
“Io sono sua moglie! Non una delle tante”. Non dimenticherò mai cosa mi rispose
Tebaldo una volta. “Perchè sei una Capuleti! Per uno orgoglioso come lui sai
che vanto essere riuscito a sposare la figlia del proprio nemico? Averla messa
incinta e allontanata dalla famiglia? Tu sei l’elemento debole, Giulietta, non
te lo dimenticare”. Non gli ho più rivolto la parola da quella volta. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Scusami,
Susanna, mi sono fatta trasportare. Ma è talmente forte la mia paura che tu
debba soffrire quello che devo soffrire io che voglio che questa lettera, così
com’è venuta fuori, senza correzioni e ripensamenti della ragione, arrivi nelle
tue mani. Voglio che tu la legga. Tu sarai più intelligente di me. Tu non farai
come la tua stupida mamma, tu non ti farai spezzare da un uomo. Non perderai il
rispetto di te stessa a causa sua. Tu crescerai forte e indipendente. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Ti
voglio bene, piccola mia. Tanto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">tua
mamma Giulietta</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br />
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Alla
mia adorata figlia che oggi compie quattordici anni, </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Oggi è
la tua giornata, quindi ti chiedo di perdonarmi se nelle prossime righe parlo
di me. So che non dovrei, ma c’è un motivo. Questa lettera serve ad
accompagnare un’altra lettera, che trovi in una bustina più piccola dentro
questa busta. Tipico della tua bizzarra mamma rendere complicato anche qualcosa
di semplice come un biglietto di “Buon compleanno”... </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Quella
seconda lettera l’ho scritta cinque anni fa. Stavo svuotando la casa dei nonni
per la vendita. Per caso ho ritrovato un mio quaderno delle elementari e ho
riletto un tema che avevo scritto quando avevo nove anni. Era un tema sui
desideri. Vedere scintillare di fronte a me l’innocenza della bambina che ero
stata, e sapere cosa l'aspettava una volta cresciuta ... Ho provato molta pena
per quella bambina. E quel sentimento è diventando la lettera che ti allego. Mi
ero messa in testa di dartela quella sera stessa, perché tu la conservassi come
monito. Volevo renderti complice del mio dolore e del mio odio per il mondo.
Poi, quando sono venuta a prenderti a danza, tu eri luminosa, felice della tua
lezione e non ho avuto il coraggio di rovesciarti addosso tutto il veleno che
quella lettera ed io contenevamo. L’ho conservata come un monito, ma per me stessa.
Ora che hai l’età che avevo io quando sono diventata adulta, è il momento che
tu la legga. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Non
sono più la persona che l'ha scritta, ma lei è parte di me. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">E'
come avessi vissuto due vite, ma non c'è stata una "rinascita". Odio
quella parola da romanzo new age, perché implica una morte. Io non sono mai
morta. Sì, c’è stata una fine. Quando ho divorziato da tuo padre è finita una
fase, ma non la mia vita. Io non sono morta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Capire
che non ero morta, ma viva è stato faticoso. Capire che continuavo ad esistere
con tutti i miei ricordi e riuscire ad accettarmi con tutti i miei sbagli è
stato molto difficile. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">La
lettera che leggerai l’ho scritta in un momento in cui odiavo profondamente me
stessa. Forse qualcuno potrebbe pensare che non è saggio che una madre riveli
alla figlia il dolore che nella vita si può arrivare a provare e che lei ha
provato. Ma io voglio che tu conosca quanto più possibile l’animo umano. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Una
volta un professore all’università disse che la letteratura non fornisce
risposte ai grandi interrogativi della vita, ma da accesso alle risposte che
altre persone prima di noi hanno maturato. Fa in modo che la nostra ricerca non
riparta da zero. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Ecco
perché voglio che tu legga le mie parole. Perché tu non debba ripartire
dall’inizio. Per il tuo compleanno, ti regalo un pezzettino di percorso. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">E non
ti preoccupare, so perfettamente che leggere questa lettera e “sapere” il
dolore non ti proteggerà del tutto. So che, in futuro, anche tu commetterai
degli errori.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";"> Ti prometto che non me ne laverò le mani
dicendo “Te l’avevo detto”. Ti sosterrò comunque e sarò pronta ad abbracciarti
quando ne avrai bisogno. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Buon
compleanno, chicco di senape.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman";">Mamma Giulietta</span></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-16666436267423759882012-09-03T07:21:00.002-07:002012-09-03T07:21:48.082-07:00«L'IMPORTANZA DI UN SOGNO» di Erminia Daniela Bizzarro per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222;">Cinque anni passano in fretta, soprattutto quando si e' giovani.
Un giorno entri ragazzino in una scuola nuova, talmente grande che quasi hai
paura di perderti girando da solo tra quelle aule e, ne esci qualche tempo dopo
carico di sogni e speranze, pronto ad iniziare la tua battaglia per inserirti
nel mondo. Ultimo intoppo da superare, il voto di maturità. Quello che in tanti
considerano un inutile numerino, una cifra scritta su un foglio di carta,
indirizzerà' invece il tuo futuro, peccato che tutti i ragazzi se ne rendano
conto tropo tardi.Tutto dipende dalla semplice espressione matematica:
(rendimento scolastico dei cinque anni) + (voto di maturità) X eventuale botta
di fortuna. Se il risultato conclusivo sarà uguale o superiore ai 70/100,<span> </span>potrai ambire ad un lavoro del tipo
impiegatizio, come sportellista in una posta per esempio, al contrario invece,
ti toccherà arrangiarti, trovandoti a scartare a vita quegli annunci di lavoro
dove si chiedono voti di diploma superiore al tuo.<span> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222;">Giulietta Capuleti a differenza dei suoi compagni di classe non
se ne era mai preoccupata più' tanto. Sapeva di aver dato tutto, non aveva
rimorsi, qualsiasi fosse stata la cifra che avrebbe accompagnato il suo
ingresso nel mondo degli adulti, sarebbe andata bene, Del resto all'università'
non e' il voto del <span> </span>diploma a
fare la differenza ma ben altro. Sognava di diventare una reporter, vedere
nuovi paesi, incontrare tanta gente e, ci sarebbe riuscita prima o poi, l'aveva
promesso a se stessa. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222;">"Ottantacinque, non male. " Fu l'unica cosa che le
disse suo padre quando gli comunico' il voto conseguito. Non era contento, non
era mai contento,qualsiasi cosa secondo lui poteva essere fatta meglio: la
scuola, il lavoro, perfino i sogni e i progetti per il futuro. Giulietta, mossa
da quel amore che tutte le bambine provano per il loro padre e, pervasa dalla
voglia di compiacerlo, per un po aveva cercato di accontentarlo, di fare di più'.
Aveva trascorso giorni interi chinata sui libri, senza mettere il naso fuori
dalla sua stanza se non per mangiare o per andare in bagno, ma non riusci a
reggere quei ritmi per molto tempo, facendo ben presto la mai piacevole
conoscenza dei cosi detti “ limiti “. Il suo "di più'" l'aveva sempre
fatto e, un giorno l'avrebbe capito anche suo padre, cosi come le aveva detto
sua madre non molto tempo prima, dopo aver scoperto il suo diario. Già,
nell'era dell'informatica, del pc, e dell'Ipad Giulietta teneva ancora un
diario segreto. Le piaceva il leggero fruscio emesso dalla carta, tutte le
volte che presa da nostalgia aveva fatto scorrere veloce quelle pagine tra le
sue dita. Da qualche parte qui e la, erano ancora visibili le macchie provocate
dalle lacrime, prova di tutte le volta che le aveva prestato una spalla su cui
piangere, da buon confidente silenzioso qual'era. No, quel piccolo quaderno
rilegato in pelle aveva smesso di essere una cosa tanto tempo fa e, Giulietta
non l'avrebbe cambiato per nulla al mondo. Quanti problemi le avevano provocate
quelle pagine, riposte in un non troppo sicuro nascondiglio. Spesso la madre
aveva cercato di parlarle, di instaurare un rapporto con quella figlia tanto
brillante quanto silenziosa ma, senza nessun risultato. Giulietta si limitava
ad ascoltare, annuendo in silenzio ma,niente di più. Non e' che avesse qualcosa
contro di lei, anzi, adorava sua madre e lei dal canto suo cercava di non farle
mancare niente, di darle tutto l'appoggio di cui aveva bisogno a quell'età,
fatta di scelte e decisioni importanti ma, Giulietta proprio non ci riusciva,
nonostante sentisse di potersi aprire con lei, lo trovava troppo imbarazzante.
E poi, cosa le avrebbe mai potuto raccontare?<span> </span>Di certo non di §Romeo, il suo fidanzato e, dei suoi
continui tradimenti, di certo non avrebbe potuto raccontarle di quando aveva
pensato di andare a letto con lui, solo per far si che non la lasciasse. Allora
scriveva pagine e pagine, urla silenziose gridate nel buio di una stanza, in
solitudine. Nonostante fosse piena di amici, adorava stare da sola, era l'unico
momento in cui poteva dare ascolto pienamente ai suoi pensieri e combattere le
sue paure. Questa fu un abitudine che l'accompagno nel tempo, anche dopo essere
andata via di casa. Da Verona si era trasferita a Roma, per studiare scienze
delle comunicazioni alla Sapienza, inseguiva ancora il suo sogno di diventare
una reporter. Nonostante quel padre un po troppo tradizionalista avesse cercato
di tenerla a Verona, in nome di un lavoro sicuro e redditizio, aveva deciso di
partire, nella valigia tanti sogni e quel diario, l'amico di sempre, tra le
pagine un foglietto volante: "puoi farcela,mamma". Gia, poteva
farcela, voleva farcela. Romeo l'aveva seguita. Nonostante tutti i tradimenti,
le bugie e la false promesse le aveva giurato amore eterno e, Giulietta gli aveva
creduto. Si erano conosciuti per caso, galeotto fu facebook, come si suol dire.
Una notifica, una richiesta d'amicizia di un perfetto sconosciuto, l'unica cosa
a legarli, un amicizia in comune, un profilo che aveva permesso a Romeo di
scegliere fra tante fotografie quella della ragazza più' carina, per poi
cercare d'approcciare, quasi come se Giulietta fosse stata una giacca nuova da
provare prima di acquistarla. Del resto con l'avvento dei social network erano
in molti i ragazzi ad adottare questa tecnica e, sempre di più' le ragazze</span><span>
a cascarci. E' facile nascondersi dietro ad uno schermo, tutti sono capaci di
belle parole e tante promesse quando non si guarda negli occhi l'altra persona,
quelli si sa sono lo specchio dell'anima, non mentono mai. Il problema e il
dopo. Quando si è già sentimentalmente presi, quando il sentire “l'altro”<span> </span>è diventata una droga<span> </span>e, il vederlo l'obiettivo della tua
giornata, non è facile tagliare i ponti, mettere un freno ad una storia, per
quanto autodistruttiva questa possa essere. Giulietta non aveva mai capito cosa
fosse a legarla realmente a Romeo, di sicuro l'amava, ma erano così diversi.
Era un eterno bambino. Stavano insieme da quasi quattro anni e lui non era
cambiato per niente. Non aveva ne sogni ne aspettative, la sua unica
preoccupazione era divertirsi. Anche l'Università, per Romeo non era altro che
un gioco, una scusa per non lavorare, un parcheggio sicuro. Si erano iscritti
alla stessa facoltà, per mesi Giulietta aveva provato a spronarlo, a fargli
capire che così non andava, aveva provato perfino con la tecnica del ricatto,
ma niente, un esame in un anno, e pure con la votazione di ventisei. Le cose
tra loro iniziarono ad andare male e la convivenza si fece pesante. Romeo
continuava a rincasare tardi la notte e a sparire per ore intere senza dare
notizie. Giulietta consumata dalla rabbia e dalla gelosia inizio' a trascurare
lo studio, non riusciva più a concentrarsi, e del resto come avrebbe potuto?
Presa dalla disperazione decise di chiedere aiuto ad un consulente dell'università,
la risposta che ne ricavò fu la seguente “E' una fase, passerà. Capita a buona
parte degli studenti fuori sede di lasciarsi andare, una volta abbandonata la
casa dei genitori” A lei però non era successo. Presa da uno scatto d'ira lanciò
un cuscino del divano contro un mobile, dove erano accatastati dei libri,
facendone cadere uno. Quando si chinò per raccoglierlo la scritta su un
foglietto, ormai dimenticato,attirò la sua attenzione: “ Puoi farcela. Mamma”.
Rimase a fissare quella calligrafia così gentile per un minuto, forse due, o
almeno così le era sembrato. Ma quando in realtà alzò lo sguardo, era il giorno
della sua laurea. Aveva realizzato il suo sogno. Ad assistere al suo trionfo in
prima fila sua madre e suo padre, che fu il primo a congratularsi con lei,
stavolta con il sorriso sulle labbra." Sono orgoglio so di te" , le
disse,mentre Giulietta per la prima volta si sentiva una donna, un adulta. Per
quanto riguarda Romeo si vocifera che il padre gli abbia tagliato i fondi intimandogli
di tornare a Verona, ma questa è un altra storia.<span> </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-76754432494457215232012-09-03T06:46:00.001-07:002012-09-03T06:46:52.946-07:00«La neve si è sciolta sotto i raggi della luna» il racconto di Felicita Leone per il concorso "Indagine su Giulietta"Crescere in una famiglia matriarcale non è meno difficile che vivere in una patriarcale. Io lo so bene <br />
essendo stata allevata da una madre sola e avendo vissuto la mia vita con due sorelle più piccole. <br />
Mia madre alla mia età era bellissima e aveva tanti sogni per il suo futuro, era un’attrice, o almeno <br />
questo è ciò che dice lei. La sua promettente carriera si è interrotta quando è rimasta incinta di me, <br />
soprattutto perché mio padre l’ha abbandonata prima che io nascessi, è per questo motivo che io <br />
porto il cognome di mia madre. Di mio padre non so praticamente nulla, sono riuscita solo a trovare <br />
una sua foto in cantina che tengo nascosta nel mio diario. Le mie sorelle, nate da una successiva <br />
relazione di mia madre, sono belle come lei, una di loro ha la massima aspirazione di partecipare a <br />
un reality show, l’altra, iscritta a un club di golf, spera di accalappiare un tardone rimbambito e con <br />
un piede nella tomba per poterne ereditare i beni. E io? Io sono la pecora nera della famiglia, la <br />
ribelle, almeno per i loro standard. Mi piace studiare, voglio diventare un’insegnante e non amo <br />
mettermi al centro dell’ attenzione. Non sono alla ricerca di marito, ma mia madre ha preparato per <br />
me una sontuosa dote, sperando che qualcuno possa essere invogliato a sposarmi, altrimenti, <br />
secondo lei, io non avrei speranze. Mentalità del 1600? Oh no, dato di fatto nel 2011. Lotte, <br />
battaglie, conferenze e disquisizioni non sono servite a liberare le donne dalle catene del pregiudizio <br />
e della tradizione e il peggio è che spesso sono le donne stesse a comportarsi da oggetti e a portare <br />
avanti costumi appartenenti ormai a quelle società che noi chiamiamo arcaiche, ma che in realtà <br />
sono presenti ancora oggi nella nostra società avanzata e super tecnologia. L’evoluzione e il <br />
cambiamento, a quanto pare, sono solo un’illusione. Io non voglio omologarmi a questo sistema ed <br />
è per questo che sono considerata una ribelle ed è per questo che il mio amore per un ragazzo bello <br />
e ricco, emblema della società contemporanea, è stato per me fin dall’inizio uno strazio e un’agonia. <br />
Non avrei mai dato questa soddisfazione a mia madre perciò ho tenuto questo mio amore segreto e <br />
nascosto e riesco a confidarlo solo alla pallida, argentea e “incostante” luna, la quale mi guarda con <br />
pena attendendo la fine della mia tragica storia. Quando l’ho conosciuto eravamo a lezione, lui ha <br />
raccolto la penna che mi era caduta e a fine lezione si è presentato. Nell’esatto momento in cui ho <br />
visto il suo viso e il suo splendente sorriso color avorio ho avvertito un brivido e un sussulto al <br />
cuore, non lo so perché, non me lo so spiegare, sarà stata una questione di chimica o semplicemente <br />
il suo sorriso e la sua gentilezza sono riusciti ad addolcire la mia essenza fredda, cinica e razionale. <br />
Quella stessa sera sono andata a fare una passeggiata sulla spiaggia con il freddo, il vento e il mare <br />
mosso, sdraiata sulla sabbia umida, fra terra e cielo, Gaia e Urano stellato mi sembrava di essere in <br />
simbiosi con il cosmo, unica e sola in tutto l’universo, un connubio perfetto. <br />
:” Anche tu qui?” Ho avuto un sussulto e sono balzata in piedi con il cuore in gola. Era lui. <br />
<br />
<br />
:” Non volevo spaventarti.” <br />
:” No, non preoccuparti, è che credevo di essere sola. Con questo freddo, le persone che decidono di <br />
fare una passeggiata sulla spiaggia sono veramente poche. A quanto pare mi sbagliavo.” <br />
:” Io adoro il mare d’inverno, posso sedermi vicino a te?” <br />
:” Si certo.” Si è seduto accanto e me e il connubio, in quel momento, era veramente perfetto. <br />
Abbiamo cominciato a parlare di tutto, come se ci conoscessimo da sempre, lui mi ha parlato del <br />
suo trasferimento, della sua passione per i viaggi e per il calcio, mentre io gli ho parlato della mia <br />
passione per la poesia, per la scrittura e della mia poca tolleranza nei confronti di Anastasia e <br />
Genoveffa. <br />
:” Anastasia e Genoveffa? Ti senti come Cenerentola?” <br />
:” Oh no, le sorellastre di Cenerentola erano gelose della sua bellezza, ma con me, loro non <br />
avvertono il pericolo, il principe non potrebbe preferire me a loro!”. <br />
:” Questo dovresti farlo decidere all’eventuale principe!”. Sul mio viso è spuntato un sorriso <br />
spontaneo e improvviso, cosa che accade assai di rado. <br />
:” Comunque per loro io sono inesistente quindi …”. Mi ha guardata e mi ha fatto una carezza sul <br />
viso e poi ha passato la sua mano tra i miei capelli e io sono rimasta immobile. <br />
:” Non per tutti sei invisibile”. Quelle parole sono rimbombate dentro di me come un eco e <br />
nonostante il freddo ho provato un calore intenso come mai avevo provato nella mia vita. Ho sorriso <br />
e ho fermato la mano che lui aveva posato sul mio viso e l’ho stretta. Palmo contro palmo, il tempo <br />
sembrava essersi fermato, eravamo sospesi nell’universo, leggeri come due bolle di sapone. <br />
Dal quel giorno in poi niente è più stato come prima, per me è cambiato tutto, io stessa sono <br />
cambiata e ogni giorno di più non facevo che meravigliarmi del mio così celere abbandono <br />
all’amore, ma sentivo che era una cosa inevitabile, come se ciò che mi spingesse verso di lui fosse <br />
qualcosa di inconsapevole quanto irrefrenabile, non potevo farne a meno, non potevo e non volevo <br />
rinunciarvi. <br />
Tutte le mattine ci incontravamo lezione, ci scambiavamo sguardi e sorrisi, e la sera senza bisogno <br />
di accordarci ci incontravamo sulla spiaggia dove sdraiati a guardare il cielo parlavamo, ridevamo e <br />
facevamo progetti. Tutto andava avanti in maniera spontanea senza il bisogno di dirci in maniera <br />
esplicita quello che era già fin troppo evidente, finchè una sera … <br />
:” Vuoi sapere la verità?”. <br />
:” Quale verità?”. risposi un po’ perplessa. <br />
:”Sono innamorato di te da più di un anno, ti seguo dovunque tu vada, ma tu non ti sei mai accorta <br />
di me, per farmi notare ho dovuto cominciare a seguire le lezioni da te frequentate, io, invece dovrei <br />
seguire quelle che tu hai già frequentato circa due anni fa. Ti ho vista per la prima volta in <br />
<br />
<br />
biblioteca, eri china sui libri e quando ti ho vista, davanti agli occhi mi è passata la mia intera vita <br />
come in fotogrammi, come se tu avessi da sempre fatto parte di me e ho avuto l’impressione che tu <br />
fossi la parte di me che mi mancava e che ero riuscito a trovare. Ti voglio far conoscere la mia <br />
famiglia, questo fine settimana sono in montagna. Dimmi di si”. <br />
:” Si”. La mia risposta fu così spontanea da lasciare allibita anche me. Lo abbracciai più forte che <br />
potevo e l’entusiasmo si mescolava alla perplessità derivante dal non riuscire a comprendere come <br />
io, che nella vita avevo agito sempre con cautela e che avevo fatto da sempre attenzione a <br />
controllare i miei sentimenti, ero riuscita in maniera così celere a lasciarmi andare, ad <br />
abbandonarmi a questo amore . Fra le sue braccia, però, sentivo che piano piano quelle perplessità <br />
si stavano allontanando da me, con lui sentivo di essermi finalmente liberata di anni che pesavano <br />
su di me come un macigno. Con lui potevo essere la vera me, potevo dire addio al pregiudizio e alle <br />
sofferenze causate dall’abbandono di mio padre, dalle finte cura della mia madre matrigna e dalle <br />
parole taglienti come rasoi, penetranti più di mille pugnali, pungenti e letali come frecce scoccate da <br />
un arco teso e preciso. Un dolce modo prima di morire dentro, una punta di zucchero nel caffè <br />
amaro e avvelenato, il dono prima di andare al patibolo, il desiderio prima di essere giustiziata, <br />
l’ultimo sorriso prima della lenta agonia. Arrivato il fine settimana partimmo per la montagna, un <br />
viaggi lungo, ma felice. Una volta arrivati abbiamo atteso che qualcuno della famiglia venisse a <br />
prenderci. Faceva freddo e tutto intorno era bianco, tutto era cosparso di neve. C’era tanta gente, <br />
persone che arrivavano, altre che attendevano. In lontananza mi pareva di scorgere un persone che <br />
mi era familiare. Più si avvicinava e più la mia mente cercava di elaborare i tratti a me noti di quella <br />
figura. Era l’uomo della foto, quella che nascondevo nel mio diario. Mi sono rivolta verso l’uomo <br />
della foto e lo ha fatto anche l’amore della mia vita e entrambi … <br />
:” Papà !” abbiamo esclamato. <br />
In quello stesso istante “ il sangue è cominciato a scorrere sonnolente e freddo nelle mie vene, il <br />
polso arrestò il suo battito. Le rose delle labbra e del viso appassirono nel pallido colore della <br />
cenere. Su gli occhi le palpebre scesero come quando la morte cala giù sul giorno della vita. Le <br />
membra private del movimento, dure, rigide e fredde avevano l’aspetto della morte.” (W. <br />
Shakespeare, Romeo e Giulietta, Atto IV.) <br />
Caddi per terra svenuta, su quel manto di neve, gelida come il manto su cui ero posata, sotto i raggi <br />
della luna. Mio padre, nostro padre e lui, il mio grande amore era ed è mio fratello. <br />
<br />
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-43485931299204701952012-09-03T06:42:00.001-07:002012-09-03T06:42:06.489-07:00«Giulietta review» il racconto di Roberta De Tomi per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }p.MsoFooter, li.MsoFooter, div.MsoFooter { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }span.PidipaginaCarattere { }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div class="MsoNormal">
“E lei vorrebbe davvero fare questi cambiamenti?”<br />
L’accademico alzò gli occhi dai fogli, l’espressione e i capelli scarmigliati.<br />
La ragazza, la chioma bruna lisciata dalla piastra, gli occhi ardenti
valorizzati dalla matita nera, un enorme crocifisso al collo, non si lasciò
intimorire.<br />
“Certamente. Ah, dimenticavo! Manca una scena. Dovrebbe scriverla lei.”<br />
“Va bene, va bene, signorina.” l’uomo cambiò argomento “Torniamo ai suoi
interventi. Il punto è questo: toglierebbero la verosimiglianza al testo”.<br />
“Direi piuttosto che lo renderebbero attuale, non inverosimile. E poi mi
aiuterebbero a…” fece inversione di marcia, alla vista di una nascente
curiosità. “Niente, volevo dire, è un allenamento per la mia penna.”<br />
L’uomo inforcò gli occhiali e rilesse alcune righe, quindi scosse la testa.<br />
“No, no, proprio non va. La sua scrittura è brillante e non priva di spessore,
ma non possiamo stravolgere il testo in questo modo.”<br />
L’aspirante scrittrice sbuffò, ma si riprese subito. Aveva a che fare con un
osso duro. Si diceva che<span> </span>il
professore discendesse dal Grande Bardo di Stratford-on-Avon, ma l’uomo aveva
smentito, ricorrendo all’araldica. Guglielmo Sospiri era un veronese verace,
che non si perdeva uno spettacolo all’arena e che l’opera la masticava come un
muffin delizioso. Ma questo non fece arretrare la ragazza, rispetto alle sue
intenzioni.<br />
“Professore, solo un paio di considerazioni.”<br />
Attese il cenno di assenso, che arrivò senza indugi.<br />
“In questi anni sono in voga le storie in stile Cenerentola, che con una
scarpetta, trova l’amore. Addirittura, c’è quel film in cui una volgare
prostituta sposa il gentiluomo di cui è innamorata. Ora, perché le brave
ragazze non possono toccare il paradiso e alle cattive ragazze tutto è
concesso?”<br />
Il professore rimase a bocca aperta.<br />
“Ma signorina, non la butti sul moralismo! La questione è un’altra: l’amore
impossibile è la ragion d’essere di questa tragedia, che lei ha trasformato in
una commedia scontata! Senza contare che verrebbe persa la componente
edificante: la morte come redenzione e riconciliazione.” fece una pausa “Non mi
fraintenda. Il contesto contemporaneo è reso ottimamente e ci sono battute
salaci argute e molto apprezzabili, ma a volte si rischia di cadere nel
ridicolo. E il lieto fine non ci sta! Anzi, diciamocela tutta, a William non
piacerebbe affatto!”<br />
La ragazza s’imbronciò, ma riacquistò la consueta verve in un attimo.<br />
“Però il risveglio lontano dall’amico coltello ci sta, vero?”<br />
L’uomo sospirò.<br />
“Ci allontaniamo troppo dallo spirito della vicenda. La Giulietta che mi
descrive è molto indipendente. È una donna dei giorni nostri, che indossa jeans
ed è al centro di intrighi, perché figlia di politici. Proprio in ragione della
sua indipendenza, compie scelte precise. Farsi abbracciare dalla morte, rappresenta
per lei la massima espressione d’amore e di libertà.”<br />
Una sfumatura malinconica spense lo sguardo di fiamma dell’interlocutrice.<br />
“Professore, è vero, l’amore non è una dipendenza, anzi è una delle massime
espressioni di libertà. Ma anche la libertà può essere una delle massime
espressioni d’amore verso se stessi e chi ci circonda.”<br />
L’altro tacque, poi agitò la mano in maniera istrionica. <br />
“Sa signorina, non ci avevo mai pensato”.<br />
“A cosa?”<br />
“Lei si chiama Giulia Caputi. Non è poi così lontano da Giulietta Capuleti.”<br />
L’accademico pensò che sfoderare un po’ di ironia avrebbe consentito alla
ragazza di smaltire la delusione legata alla bocciatura. Ma quando notò il
pallore sul viso di marmo, si preoccupò. E quando vide la studentessa trarre
fuori dalla borsa una fialetta, di cui tracannò il contenuto, scattò in piedi,
allarmato. <br />
La ragazza crollò a terra. Terrorizzato dall’assenza di battito, e dimenticando
ogni riguardo, Sospiri rovistò nella borsa griffata, in cerca di documenti.
Finalmente ebbe tra le mani la carta di identità.<br />
<i>Giulietta Capuleti, nata il 31 luglio.
Residenza: Verona. Data: 1990. Ventidue anni. </i><br />
Il professore si passò una mano tra i capelli. Era incredulo. Si convinse che
si trattava di una burla architettata da qualcuno dei suoi allievi-attori. Una
conferma apparente la ebbe con l’ingresso di un frate, cui aprì dopo alcuni
tocchi alla porta. Si presentò come Fra’ Lorenzo. La faccia grassoccia gli
rammentò quella di una matricola che alle sue lezioni sedeva sempre in prima
fila.<br />
Il chierico parlò, negli occhi acquosi una devozione sincera.<br />
“Lei è il professor Sospiri?”<br />
“Nessuna parentela con il Bardo” precisò l’altro, imbarazzato.<br />
“No, non è per quello.” disse il ragazzotto “Ma per Giulietta. Ha bisogno di
scrivere la sua versione. Vuole essere protagonista della sua storia e della
sua vita, prima che si troppo tardi!”<br />
Sospiri era allibito, ma anche impotente di fronte a una richiesta che avrebbe
avuto ripercussioni<span> </span>sulla Storia
dell’umanità. <br />
<i>Dubbio amletico: perché tocca a me? E poi
Sospiri non ha nulla<span> </span>a che vedere
con il cognome del poeta!</i><br />
Il frate si accostò alla scrivania. Prese i fogli, zeppi di cancellature, e si
tuffò nella lettura, mentre Giulietta giaceva a terra, come aveva spiegato il
frate, in attesa dell’arrivo di Romeo. <br />
In seguito i due uomini rimasero a confrontarsi, cercando di difendere le
proprie posizioni, mentre l’attesa si prolungava come un’ombra minacciosa. Il
chierico gli assicurò che il cambiamento nasceva dal presente.<br />
“La versione originale resterà sempre, testimonianza di una voce immortale.”<br />
L’accademico cercò un punto di riferimento nell’intrico di eventi che lo
stavano travolgendo. <br />
La timida, ma risoluta studentessa che gli si era presentata cinque mesi prima
con l’intenzione di riscrivere la tragedia, era stata mossa da una volontà
consapevole. E non era un caso se nella versione della ragazza, la scena della
morte apparente si svolgeva nello studio arredato con modestia e straripante di
volumi e scartoffie “<i>dell’Autorevole
Accademico veronese</i>”.<br />
L’Autorevole Accademico era lui, e la versione di Giulietta era strutturata
secondo un sistema a scatole cinesi, in cui lui avrebbe dovuto inserire
l’ultima, prima che arrivasse Romeo. Tutto era nelle mani di un nuovo Bardo,
che, per ragioni che sfuggivano alla logica, con i suoi interventi avrebbe
mutato gli eventi a vantaggio della Giulietta moderna. <br />
Frastornato, ma ispirato, scrisse, rapido, togliendo le cancellature da quelle
parti di testo per cui aveva storto il naso, correggendo qualche refuso e
cancellando i commenti che aveva inserito. <br />
Alla fine, sotto lo sguardo trepidante di Fra’ Lorenzo, rilesse il tutto,
approvato dal chierico.<br />
“Lei salverà la vita di molte persone. Dio sia lodato.” dal sorriso passò al
dubbio “Ma, professore, è sicuro che non manchi qualcosa?”<br />
“Cosa?” chiese Sospiri con il cuore a mille.<br />
“L’ultima scena!”<br />
“Ma la versione della signorina non termina con la benedizione delle nozze, che
fa presagire il risveglio dei due innamorati?” <br />
Il professore sfogliò più volte il dattiloscritto, poi, ruotando il volto
madido di sudore, notò un foglio, per terra, a pochi centimetri dalla sedia. Si
chinò, raccolse e volse la pagina, che sventolò.<br />
“Ultimamente sono davvero sbadato!”<br />
Il frate abbozzò un sorriso colmo di aspettative.<br />
“Per cortesia, lo legga ad alta voce!”<br />
L’Autorevole Accademico si schiarì la voce.<br />
<br />
<i>Scena Quarta<br />
</i><br />
(Giulietta si sveglia lentamente nello studio dell’Autorevole Accademico, che
ha appena terminato il lavoro. Si avvicina a Romeo e gli posa un bacio sulla
guancia.)<br />
Giulietta –<span> </span>Il mio amore si è
riaddormentato. (Avvicina le labbra all’orecchio.) Romeo, la tua Giulietta arde
per te, ti svegli? <br />
Romeo – Mmhhh?<br />
Giulietta – Dai Romeo!<br />
Romeo – Mmmhhh? (Alza la testa.) Giuly, lasciami dormire! Tutti quei duelli mi
hanno distrutto. <br />
Giulietta – (Si alza in piedi e pesta un piede, indispettita) E no eh? Adesso
non prendere cattive abitudini!<br />
Romeo – (Si volta sul fianco.) Eddai Giuly, dieci minuti! E poi ricordati che
devi allestire il banchetto.<br />
Giulietta – (Si stacca bruscamente e si dirige verso l’ingresso dello studio,
inviperita.)<span> </span>Eh no, Romeo, amante
e moglie sì, ma sguattera no!Anche io ho un lavoro! (Fa per uscire.)<br />
Romeo – (Si alza di scatto.) No Giulietta! Dai, il banchetto sarà un mio
affare, mentre tu ti dedicherai alla scrittura. Ti prego, non andare! (Si
precipita fuori.)<span> </span><br />
<br />
Il professore alzò gli occhi, trattenendo una sonora risata. Dall’uscio aperto,
entrò un giovane, trafelato. Nelle mani stringeva un pugnale insanguinato,
mentre urla e passi sempre più vicini rimbombavano nei corridoi dell’edificio. <br />
Romeo si guardò intorno, avanzando verso la sua amata, mascherata dalla morte.
Disperato, estrasse dalla tasca la fialetta solo a parole letale, e la bevve,
certo che il destino del suo amore fosse segnato in maniera tragica. Quanto si
sbagliava!<br />
<br />
</div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-73479949068031824422012-09-03T01:11:00.002-07:002012-09-03T01:11:18.915-07:00«Amore, lacrima la luna» il racconto di Maurizio Mequio per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
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<div class="MsoNormal">
E' il regno degli imprenditori avidi, delle finanziarie, dei
mutui. Goran è nato a Roma da genitori macedoni, ha sei sorelle e vive in una
baracca nascosta sulle rive dell'Aniene. Luna è una studentessa dei Parioli.
Non ha voluto seguire la strada dei suoi genitori, ha scelto Lettere, non
Giurisprudenza e nemmeno Medicina. Legge autori giapponesi e si perde di fronte
ai quadri di Mirò. Hanno vent'anni e tutta la vita davanti. </div>
<div class="MsoNormal">
La mattina il ragazzo scavalca le recinzioni, si arrampica
tra i rami e di corsa attraversa la tangenziale. Ogni volta rischia la vita per
iniziare la sua giornata, sorride e si dirige dal bengalese in Via Salaria. Gli
porta il caffè, lui si sciacqua la faccia e avvia la sua attività, un banco di
fiori. “Me le hai messe da parte le rose?”. Sabuj gli dà la solita pacca,
strizza l'occhio, poi indica il giornale: “Passamene un foglio!”. Goran prende
le pagine dello spettacolo, Sabuj incarta duecento rose rosse e gli fa:
“Stasera portami una stecca di sigarette, di quelle vostre”. Goran ha sulle
spalle un violino con attaccata una figurina di Pandev. In tasca ha una
mattonella di fumo. Vola Goran verso la Sapienza. Alla ricerca di qualche
quattrino. E' il più grande, non vuole che i genitori chiedano l'elemosina e
spera che i suoi fratelli continuino ad andare a scuola. </div>
<div class="MsoNormal">
Luna è fragile e forte al tempo stesso. Così delicata da non
sopportare il giudizio dei propri cari, la noiosità dei professori, la
superficialità dei suoi amici. Così coerente da rifiutare ogni compromesso. Ha
un solo sogno: provare delle emozioni forti, persino soffrire. Mai nessuno le
ha fatto versare una lacrima, mai nessuno le ha fatto battere il cuore. Si
specchia nei sogni e non nelle folle. </div>
<div class="MsoNormal">
Goran è un poeta, ferma la gente per strada facendo il
buffone, poi recita i suoi versi, si dice pazzo: “Pazzo di vita, sfoglio la
gente con le dita. Voi siete normali, come animali, sfogliate il denaro col
cuore avaro”. Se una donna lo guarda con malizia, le porge una rosa, le tende
la mano: “Sei un fiore di campo, la notte pensami, sentirai il mio canto.
Bellezza mia, vorrei, ma non posso. Con una mano ti saluto, con l'altra ti
denudo”. E le sottrae il portafoglio, l'anello o il bracciale. La città
universitaria è il suo regno. Le gradinate di Lettere il suo palcoscenico.
Aspetta che escano i professori, li segue da dietro, imita le loro mosse, fino
a quando loro se ne accorgono, si arrabbiano e lo cacciano. Entra nelle aule e
sfrutta il quarto d'ora accademico per inscenare delle mini-lezioni. Ma un
giorno: “Oggi parliamo del Dolce Stil Novo. Voi tutti alzatevi e andatevene a
puttane. Lasciatemi quella Beatrice là. Lei è un angelo che va curato, lei non
ha bisogno di essere presa in giro”. Lo fischiano, ridono e lei alza le
sopracciglia, fa per andarsene. Lui soffia sul suo violino, lo porta sul mento
e inizia a suonare. Musica medievale e poi accenni di musica balcanica. Una
schizofrenica improvvisazione che sa di gioia e di dolcezza, di rabbia e di
cemento. Di carezze e di solletichi. Entra il titolare della cattedra, Goran
gli mette a posto il nodo della cravatta e se ne va. Lei, Beatrice, Luna, lo
segue. Lui corre, lei corre. Lui rallenta e le afferra la mano: “Vieni con
me!”. Arrivano su un prato: “Sei diversa, non riesco a poetare”. Luna in
silenzio, inizia ad amare. Toccate e fughe si ripetono nei giorni. Lei piano
piano scopre in lui un uomo pulito, sotto quella barba incolta. Lui in lei una
donna viva, dentro quell'Istituzione morta. Costruiscono un loro mondo, giocano
a vedere i contrari e i vuoti. “Tu non rubi ai figli di papà, regali loro
l'autonomia”, afferma Luna. E Goran: “I tuoi professori teorizzano molto, ma
non sanno cosa c'è qui fuori”. </div>
<div class="MsoNormal">
Lui spaccia, ma non fuma, lei legge, ma non scrive più. Lui
vorrebbe fare l'avvocato, lei viaggiare. Lui è magro ed ha molta fame, lei ha i
capelli lunghi e vorrebbe rasarli a zero. Per loro i soldi non esistono, il
futuro non esiste, le radici non esistono. Le attuali regole sociali non
esistono. Sono strumenti che svuotano le esistenze. “Non dovremo mai farci
strangolare da quello che pensano gli altri, a noi basta stare insieme per
essere felici”. </div>
<div class="MsoNormal">
E' Natale, Goran è sotto casa di Luna. Ha uno zaino pieno di
coriandoli, è fermo al semaforo, ripetutamente al suo verde resta immobile, fa
per attraversare e torna indietro, quando le macchine accelerano gli lancia una
manciata di pezzettini di carta colorati. Lei lo vede dalla finestra, chiama i
genitori e gli fa: “Quello è il mio uomo”. Nello stupore dei parenti riuniti
per il pranzo, la disperazione della madre, le bestemmie del padre. Luna prende
50 euro, chiama un taxi, scende le scale, fischia e: “Vieni, sali su”. Diretti
al campo. Una lacrima fa sciogliere il rimmel, l'altra arriva sulle labbra.
Goran la bacia, sente il sapore del mare. Nuotano nel desiderio di essere
liberi. La strada è vuota, non c'è un indirizzo da dare, si fermano nel mezzo
di un cammino, lì dove i taxi sfrecciano. Ci sono delle fiamme: “Stai con me,
scendi giù”, dice Goran. C'è odore di copertoni bruciati. Il rumore del fiume è
spezzato dai respiri di una prostituta. E' su una sdraio, congelata: “E' andato
a fuoco tutto, dei ragazzi hanno bruciato tutto. Se ne sono dovuti andare”. La
baracca è nera, vuota. Sul viale qualche bottiglia, le galline sono fuori dalla
gabbia. C'è un camper con i vetri rotti e una mercedes con i sedili
carbonizzati. In ginocchio, le mani nei capelli e poi al fiume a mettere i
piedi a mollo. “Fuggiamo, fuggiamo via”. In treno senza biglietto, verso
Firenze. A fare l'amore nel bagno mentre passa il controllore e poi sul Ponte
Vecchio a deridere i gioiellieri. La notte abbracciati sotto la statua di
Dante, di fronte alla Galleria degli Uffizi. La volante della polizia chiede i
loro documenti, li porta in caserma. Chiamano la famiglia di Luna, dopo tre ore
arriva suo padre: “Può portarsela via, lui resta con noi. A Roma è un po' che
lo cercavano”. Una vecchia storia, aveva rubato dei notebook in un'azienda di
call center. </div>
<div class="MsoNormal">
Trasferito a Regina Coeli, gli danno due anni. Luna non può
incontrarlo, non è una parente. Lui gli scrive tantissime lettere, ma non può
ricevere delle risposte. La polizia e la famiglia di Luna le filtrano.
Impediscono a Luna di sapere cosa Goran stia vivendo. Lei non sa quando e se
potrà mai rivederlo. Goran si ammala di depressione, non può vivere senza di
lei. Capisce che sta pagando per un suo errore e se ne dispera. Sa che con Luna
ne sarebbe uscito. Ce l'avrebbe fatta. Lei non frequenta più l'Università,
rifiuta i pasti, non parla. Ha preso la penna ed ha iniziato a scrivere.
“Troppo facile farsi vedere morire. Non c'è nessuno al mondo che si sia degnato
di voler vedere la mia vita. Nessuno eccetto lui. Il mio corpo che pian piano
andrà scomparendo, i miei pensieri che sempre più resteranno chiusi, sigillati
nel mio cervello. E loro lì soddisfatti, convinti che torni ai loro conti. Che
sposi un mio coetaneo col posto fisso. Che faccia carriera, che guardi la
televisione, che sorrida per un regalo firmato”. La speranza di Luna è nel suo
apparire morta, solo allora i genitori capirebbero la nitidezza delle sue
emozioni. Un padre assente, impegnato dal lavoro, dal successo, segue le sorti
dei potenti. Dopo pochi mesi ha già dimenticato la storia di quel rom. La mamma
no, conosce l'anoressia, segue la distruzione della figlia, ma è paralizzata
dalla sua impotenza. E' terrorizzata dall'indifferenza. Nasconde la gravità di
Luna perché ha paura di scoprire il disinteresse del marito. Fa comodo a tutti
non voler vedere. </div>
<div class="MsoNormal">
Dopo un anno e cinque ricoveri, Luna ha una sonda diretta
allo stomaco, un diario immenso, poca forza. La mamma chiede dei favori, vuole
incontrare Goran. I celerini recapitano il messaggio: “Luna sta male, sta
provando a morire. La mamma ti vuole incontrare. Domani”. Goran sa che lei lo
stava aspettando, ne era sicuro. “Perché questo passo. Perché il suicidio?”. </div>
<div class="MsoNormal">
La notte, in cella, Goran prende la matita, disegna una luna
sulla parete, la fissa. La bacia. Prende la lama del rasoio, chiude gli occhi e
rende dolcissimo un taglio profondo, che buca la vena. L'ambulanza corre
all'Ospedale. E' salvo, ma si sente morto dentro. Il giorno seguente Luna chiede
alla madre di portare il suo diario a Goran. Lei accetta, incontra il ragazzo,
glielo consegna, lui apre l'ultima pagina: “Sono ancora viva, solo tu mi puoi
vedere tale”. Goran sorride: “Dica a sua figlia che non l'ho presa in giro, che
è il mio angelo e che va curato”. Luna riprese a mangiare, Goran iniziò un
programma di riabilitazione finalizzato all'inserimento lavorativo. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Un giorno ci sarà una festa al nuovo campo rom, Goran
suonerà il violino e Luna ed il padre balleranno assieme. Goran lascerà il suo
violino al fratello più piccolo, si avvicinerà ai due, chiederà la mano di
Luna. Lei guardando il padre dirà: “Grazie di avermi dato la vita”. Poi, dritta
negli occhi di Goran: “Grazie di averle dato un senso”.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-70849434152812481452012-09-03T00:59:00.002-07:002012-09-03T00:59:43.442-07:00«GIULIETTA 2.0» il racconto di Bianca Campagnolo per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
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<br />
<div class="MsoNormal">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=1380291715033893770" name="_GoBack"></a><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;"></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Apre gli occhi. Sonno.
Che maledetta ora è? Devo studiare. Per fortuna i miei sono fuori casa. Prende
il Blackberry, che è sempre vicino al comodino. E’ mezzogiorno, l’ha svegliata
la vibrazione del messaggio: “Amore stasera Capuleti fa un concerto.. andiamo?”
A Giulietta piacciono i concerti. Ma… quel cretino di Paride cosa ne capisce di
musica? Si ricorda ancora l’ultima volta che avevano litigato perché voleva
convincerla a votare per il “best dj in the world” (ripensandoci la sua
reazione era stata probabilmente esagerata). Giulietta spesso si chiedeva
perché stesse ancora con lui, quando non lo sopportava più. Probabilmente aveva
solo paura di cambiare l’unica parte tranquilla della sua vita, peggiorandola
ancora di più. Il grande problema della sua generazione: immobilità, incapacità
di cambiare. “Bo, andiamo Pari” Invece di studiare cazzeggia al computer. Giunta
l’ora di uscire svogliatamente va a prepararsi, due colpi di spazzola al
caschetto rosso. Prima di lavare i denti <span> </span>mangia una merendina. Si guarda allo specchio. “E’ inutile
che ti lamenti che sei bonzetta, mia cara Giulietta, se poi ti ingozzi.” Ricorda
quando nel camerino di H&M aveva avuto per la prima volta l’orribile certezza
che il suo sedere avesse perso la battaglia contro la forza di gravità. Ma la
guerra non è ancora finita! </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Il concerto sembra
carino… saluta gli amici. Quanto è scemo Paride con i suoi occhialetti da
secchione? Eppure è così bravo a scuola. Si stacca da lui con la scusa di
andare a prendere qualcosa da bere, meditando che lo deve lasciare. Arrivata al
bancone chiede una birra media, doppio malto. Si guarda intorno e vede gente
già un po’ brilla, sono solo le dieci. A volte pensa se sia sempre stato così, se
anche un tempo si beveva per divertirsi, per curare quel senso di vuoto che c’è
dentro di ogni adolescente, o se prima era solo un dolce accompagnamento al
divertimento. Persa nei suoi pensieri si dimentica quasi della birra che il vecchio
barista butterato <span> </span>le sta porgendo.
Beve qualche sorso. Non ha voglia di tornare dal Pari. Per allungare i tempi di
ritorno tira fuori una sigaretta. Come al solito non trova l’accendino nella
borsa e si diletta in mosse da contorsionista nella ricerca. “Accendino?” La
voce non le è familiare. Alza lo sguardo e vede un ragazzo che le sorride. E’
carino e le porge un accendino colorato. “Ho appena comprato questo accendino..
figo eh? Sembra uno zippo ma è un fake.” Le accende la sigaretta. Giulietta si
chiede se lui ci stia provando. Lo trova interessante, molto interessante. Accende
anche lui. Parte “Song 2”,dei Blur. Giulietta in quel momento capisce che se
non riesce a uscire dal suo guscio potrebbe perdere le speranze di conoscere
quell’individuo interessante. Le parole le escono come da sole “Ti va di
ballare?” Lui la guarda beffardo, la prende per la vita e vanno verso il palco.
Si agitano al ritmo della musica. Un po’ la birra, un po’ l’adrenalina ha
dimenticato tutto ciò che di spiacevole c’è nella vita. Si avvicina e lo bacia.
Lui ricambia. A un certo punto si ricorda di Paride. Non può trattarlo così. Deve
lasciarlo. E questo sconosciuto che bacia con tutte le regole chi è dunque? Non
le importa chi sia, nel momento in cui le sue labbra hanno sfiorato le sue è
certa di amarlo e che quello sia il suo vero amore. Ma deve andare, non può
stare lì. “Ascolta, devo andare. Dimmi il tuo nome così ti aggiungo su Facebook”
“Romeo Montecchi.”</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Ho visto che ti sei
fatto la rossa, eh?” esclama Benvolio “e Rosalina, il tuo grande amore? Non
eravamo venuti a questo concerto pacco per vederla?” “Rosalina non ha nulla a
che spartire con questa ragazza.” Nonostante fosse stato un bacio fugace Romeo
era certo di avere trovato la donna della sua vita. Era sempre stato un tipo
sentimentale.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Giulietta lascia
paride esattamente 20 minuti dopo il bacio con Romeo. Gli parla freddamente e
schiettamente. Non erano fatti l’uno per l’altra, avrebbe dovuto capirlo prima.
Probabilmente stava con lui per avere una specie di punto di riferimento nella
sua vita incasinata. Paride pianse. Giulietta non credeva che ci sarebbe
rimasto così male. Arrivata a casa accende il pc e la prima cosa che fa è
cercare Romeo su Facebook...eccolo! Aggiungi agli amici! Lo spia un po’. Una
notifica: Romeo Montecchi ha scritto qualcosa sulla tua bacheca. Sussulta. E
ora cosa ha scritto questo? “Mi piaci. voglio rivederti.” Lei <span> </span>gli risponde per e-mail “Sei pazzo a scrivermi
in bacheca? Vedranno tutti!” “Che vedano.” La conversazione continua, si
rivelano quanto si piacciono e quanto sarà eterno il loro amore.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">La mattina dopo viene
svegliata dalle urla dei suoi genitori. Erano tornati. “Giuliettaa! Cosa hai
fatto al povero Paride??” “L’ho lasciato. Non mi rendeva felice.” “Ma cosa ti
viene in mente? Era un ottimo partito!” Giulietta capì che sarebbe stato un
altro pretesto per gli episodi di violenza che avvenivano in casa. Sua madre, maniaco
depressiva che rifiutava di curarsi, e suo padre, stimato bancario violento in
famiglia, erano un mix letale per una vita serena. La scenata fu più peggiore
del solito. Rimediò un bel po’ di lividi <span> </span>accompagnati dalla solita sensazione di impotenza. Finalmente
riuscì a uscire da quella casa. Prese dei risparmi e qualche vestito. Doveva
andarsene, mollare tutto e andarsene..</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Un messaggio su WhatsApp:
è Romeo. Vuole vederla.. ma come fa a presentarsi così? Piena di lividi? Con
gli occhi ancora gonfi di lacrime? Ma pensando che sia l’unica persona che
vuole vedere in quel momento, lo raggiunge. Lui la guarda e capisce che
qualcosa non va, le chiede cosa succede. All’improvviso Giulietta racconta. Racconta
tutto quello che ha vissuto, per la prima volta. Racconta delle violenze, dei
lividi, del sangue, delle lacrime, del rancore, della paura ,dei silenzi, delle
grida…e Romeo ascolta. Ascolta come mai ha ascoltato nessuno in vita sua. Alla
fine si abbracciano. Lui decide di dirglielo: partirà per Berlino, andrà a
studiare in Germania, ha anche trovato un lavoro per mantenersi. E lei verrà
con lui. Sì, verrà. Sì.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Si fa notte intanto.
Loro sono ancora nel parco ignari dello spazio e del tempo intorno a loro. Non
c’è nessuno in giro, o così sembra. A un certo punto una figura di uomo si
staglia in lontananza.. canta una canzone stonata. E’ visibilmente barcollante
e ubriaco.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span> </span>Giulietta perché mi ha lasciato <span> </span>io ero perfetto per lei che ora è e la
rendevo felice chi le ha scritto in bacheca chi è me l’ha portata via perché troppa
vodka non mi vuole più cosa ho sbagliato cazzo la odio la odio la odio la odio <span> </span>la amo la amo la amo <span> </span>sono loro sono loro sono cazzo loro sono
lì sulla panchina nel parco fanculosiabbraccianosibacianodovreiesserciiolìchièquellolefogliel’odoreerbatagliatamipiacetagliatanauseahobevutosonoubriacoforsesiforseioquellolopicchiolouccidoelariportoouccidoanchelei</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">La figura è Paride
che si avvicina e urla frasi sconnesse, dice che rivuole Giulietta. La
situazione peggiora, Paride prende un bastone e lo brandisce contro Romeo. Lui
è più grosso, ma Romeo è sobrio. Schiva il colpo, lo schiva di nuovo ma a un
certo punto viene ferito. La rabbia si impossessa di lui, lo spinge. Un attimo.
Paride perde l’equilibrio, cade. Non si rialza più. Lo chiamano. Non respira. “E’
morto?” “E’ morto. Ha sbattuto la testa contro un masso.” Romeo e Giulietta
fissano per un tempo interminabile il corpo privo di vita di Paride. Congelati,
immobili come lui. All’improvviso un urlo squarcia il silenzio. “L’avete
ammazzato!” Rosalina. Tutti hanno sempre saputo che lei amava Paride
follemente. Per questo ha sempre rifiutato Romeo. Ma paride non la degnava di
uno sguardo…eppure lei lo ha seguito, anche se era ubriaco e in cerca della
donna che lo aveva lasciato, sperando in chissà cosa, magari di rubare un
bacio... Rosalina piange e si dispera sul corpo morto di Paride. Lo scuote come
se fosse solo addormentato. Minaccia di chiamare la polizia. Romeo si allontana
un attimo. Raccoglie qualcosa per terra. Un sasso. La colpisce con forza sulla
testa. Lei si accascia a terra.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Cosa cazzo facciamo
ora? Li hai ammazzati tutti e due! Abbiamo due cadaveri! Cosa ne facciamo? Perché
hai ucciso anche lei?” “L’ho fatto per il nostro futuro. Avrebbe chiamato la
polizia. L’ho fatto per noi.”</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Romeo e Giulietta
sfrecciano per le vie di Berlino su una macchina noleggiata. Ora hanno
documenti falsi, una nuova vita, sono felici. A casa <span> </span>un’altra macchina è bruciata. Dentro ci sono i corpi
carbonizzati di un ragazzo e di una ragazza. Un terribile incidente penseranno
tutti. Solo quattro persone sanno la verità. Due non possono più parlare. Due
non parleranno mai. E’ come se nulla fosse mai accaduto. Nessuno li ha scoperti
e trovati, per ora.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Romeo sogghigna: “Magari
all’inizio hanno pure pensato fossimo noi quelli nella macchina. Magari tutti hanno
pensato che mai vi fu storia di maggiore dolore che quella di Giulietta e del
suo amore!”</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Giulietta appoggia la
testa sulla spalla di Romeo e sorridendo chiude gli occhi.</span></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-19847703581257502032012-08-29T02:20:00.004-07:002012-08-29T02:20:45.765-07:00«Postulato» il racconto di Pierangelo Federici per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
font-family: "Arial";
}@font-face {
font-family: "Palatino";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }p.MsoTitle, li.MsoTitle, div.MsoTitle { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center; font-size: 16pt; font-family: "Times New Roman"; font-weight: bold; }span.TitoloCarattere { font-family: Arial; font-weight: bold; }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Per una associazione di idee
quasi meccanica ho sempre pensato che la linea curva sia femmina e la linea
retta maschio. È vero, ho sempre pensato a un paradosso. Ma la geometria in
fondo è un po' assurda: quell'insieme di regole che risolve e semplifica la
vita. Una, una sola retta può incontrare una circonferenza in un unico punto,
ed è qundi per via della tangente che non mi sono sposato. Semplicemente ho
vagato nello spazio sommando punti, ordinandoli in avanti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Eppure esistono infiniti modi
di congiungere due punti. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Mi chiamo Romeo e la sveglia
suona da tre anni tutte le mattine alle sei e mezza, domeniche comprese. E'
assolutamente necessario alzarsi da destra perchè, se avessi una donna, lei
dovrebbe dormire alla mia sinistra. Le ciabatte, parallele sul pavimento,
disegnano un perfetto angolo retto col bordo del letto. E' un piacere sottile
penetrarle con i piedi nudi, sono aperte ed accoglienti, novanta gradi di
piacere. Ci sono quattordici passi per arrivare di fronte alla scritta
"Cesame" della tazza del cesso che riflette, ceramica curva, la poca
luce della stanza da bagno. Mi tocco sempre volentieri, anche solo per
distillare in caduta le ultime goccie di quello che rimane della Garganega DOC
dei colli di Soave. Ho bevuto durante l'ennesima notte insonne.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Quando chiudo la porta di casa
con nove movimenti rotatori, divisi per tre serrature di sicurezza disposte in
modo equidistante sull'altezza del piano verticale, sono già alla terza
sigaretta e di me stesso non è cambiato molto da quando mi sono alzato dal
letto. Mi lavo così. Sarebbe una perdita di tempo pettinare i pochi capelli che
mi sono rimasti. Lo specchio è ancora imballato nel cartone da quando, più di
tre anni fa, ho preso in affitto questo appartamento che è solo un quadrato
difficilmente inscrivibile nel cerchio del mondo. La cura più meticolosa la
dedico ad altre cose, per esempio ad indossare la stessa camicia per il sesto
giorno consecutivo in modo che il colletto non tradisca la sua poca voglia di
incontrare, ancora una volta, il mio collo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">A Verona c'è la puzza, sempre
quella, di migliaia di sacchi della spazzatura che il camion della nettezza
urbana va raccogliendo. E' un logaritmo preciso ed esponenziale la puzza di
spazzatura di questo quartiere di nuova edificazione. Ancora qualche famiglia e
l'aria sarà veramente irrespirabile.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">L'autobus arriva preciso come
un teorema alla fermata e subito riparte, rumoroso e arrogante, chiudendo le
porte sulla faccia di quella donna. Succede quasi sempre e io resto lì a
guardarla attraverso il vetro sporco, sempre più piccola sul marciapiede che si
allontana.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">No, questa mattina le venti
smorfiosette alle quali insegno geometria alla scuola femminile del Sacro Cuore
di Montecchio Maggiore possono aspettare o andarsene a quel paese. Questa
mattina voglio vedere da vicino quei due occhi pieni di odio sui quali rifletto
e mi specchio tutti i giorni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Mi metto a urlare e l'autista
frena duecento metri dopo essere ripartito. Il tempo di scendere, con il piede
destro come la punta di un compasso, al preciso centro di una grande
pozzanghera d'acqua sporca. L'autobus se ne va portando con se l'ordine
geometrico, il sistema algebrico di una vita. La mia vita: mi chiamo Romeo e la
sveglia suona da tre anni tutte le mattine alle sei e mezza, domeniche
comprese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Lei è ancora ferma con i pugni
chiusi a bestemmiare tra se. Accenna uno sguardo verso me, non è né brutta né
bella. Ma quale valore estetico può avere una linea curva? Mi avvicino
lasciandomi dietro una serie intermittente di impronte bagnate sul marciapiede.
Mi guarda, finalmente, e su quella faccia pallida, emaciata, sotto quei lunghi
capelli biondastri rinchiusi in una treccia, ci sono i suoi occhi: due sfere
nere incastrate sopra a zigomi troppo segnati. Le sue non sono guance comuni,
sono triangoli rettangoli che chiudono una smorfia sottile. Subito vorrei
appoggiarmi al quadrato costruito su quell’ipotenusa che scivola verso la
bocca. Uno slancio nuovo si impadronisce delle mie vene, guardandola il sangue
scorre e formicola indecente verso la semiretta oscena che ha sempre costituito
la sintesi dei miei pensieri. Non ho più pudore e lei capisce. Mi dice qualcosa
come "ormai l'autobus è andato... anche oggi ho perso la giornata di
lavoro" e poi ancora due parole sul suo capo ufficio, tale Tebaldo. Il
decimetro impunito prende a pulsare, sconcio, senza più controllo. Resto zitto,
paonazzo davanti al calcolo matematico complesso di un dialogo che non avrei
mai dovuto affrontare. Mi parla ancora e si avvicina alla mia faccia come per
mettere a fuoco: "...ho le chiavi del capanno nel giardino del
castello". La voce è roca, soffia eccitante. Sei per sette: quarantadue! È
come se il tempo si fosse fermato, siamo già dentro a questa fredda baracca.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Non so cosa fare. Tutte le
regole sono saltate, muovo le mani goffamente sui suoi abiti e poi sulla sua
pelle, ma non sento niente. Nessun rumore, nessun odore. Otto per cinque:
quaranta!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">I miei sensi sono rimasti su
quell'autobus insieme a Pitagora e davanti agli occhi ho sempre due sfere nere
che mi fissano. Lascio fare tutto a lei. Ma tutto cosa?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Le tabelline! Ecco, devo fare
un altro sforzo per ricordare, un altro piccolo sforzo per cercare di liberarmi
da una morsa che mi tiene inchiodato a questa sedia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Ecco ora ricordo: sette per
sei, lei mi bacia sui lobi, la radice quadrata di 144, mi lecca le orecchie e
sento l'umido della sua saliva, dodici! </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Eureka! Il teorema si è fatto
grosso, l'intuizione giunge come un'orgasmo, paradigmatica, totalizzante e
assoluta. Quattro per tre: devo spezzare questa linea curva, tutto il sistema
decimale, questa femmina impudica e senza regole. Devo!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Mi bagno i pantaloni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Ma le linee curve, a
differenza delle rette, si piegano, sfuggono alla presa e non hanno di norma la
rigidità sufficiente. Così per un attimo mi perdo nei calcoli e intanto lei ha
tirato fuori sottili strisce di stoffa che ormai mi legano inesorabilmente al
legno ruvido e freddo di una sedia nel capanno del giardino del castello. Lei
gioca, io calcolo, sommo, moltiplico, conto e riconto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Quando decide di andarsene è
notte. Mi lascia legato e imbavagliato dentro al capanno. Prima di chiudere il
coperchio del mio freddo sarcofago si gira e, ancora una volta, due sfere nere
mi guardano scintillando nel buio. </span><span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 13pt;">Sono solidi
geometrici costituiti da tutti i punti che sono a uguale distanza da un solo
punto detto centro. </span><span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Dice:
“… mi chiamo Giulietta e il mio orologio è rotto. Quel bastardo del mio ex
ragazzo fa l’autista. L’avevo avvisato: col tuo cazzo di autobus, lasciami
un’altra volta a piedi e … Ma questa è un’altra storia.”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Sono legato, imbavagliato e mi
si è fermata anche la capacità di calcolo. Resto immobile nel mio terrore,
mentre lei continua: “credevi non ti avessi notato? Credi di essere
trasparente? Stronzo, sono tre anni che ti osservo!” Deglutisco e penso che mi
chiamo Romeo, la mia sveglia suona da tre anni tutte le mattine alle sei e
mezza. “Stronzo, mi devi sposare, quanto è vero che mi chiamo Giulietta! Domani
mattina torno qui e tu mi dici di sì. Capito? Hai tutta la notte per pensarci…”
Se ne va sbattedo la porta: “non scherzo affatto, stronzo!”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-family: "Times New Roman";">Euclide aveva ragione, sul
piano della vita, da un punto e' possibile tracciare solamente una parallela
alla retta data.</span></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-12358050102174584892012-08-27T06:15:00.001-07:002012-08-27T06:15:08.184-07:00«GIULIETTA AND THE FABULOUS FOUR» il racconto di Rossella Menichetti per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
font-family: "Courier New";
}@font-face {
font-family: "Wingdings";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }ol { margin-bottom: 0cm; }ul { margin-bottom: 0cm; }</style>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
-Medemoiselle Giulietta Capuleti
è desiderata alla reception<span> </span>AD
padiglione<span> </span>16 dell’ala est del
paradiso-</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
L’angelo Annunciatore dovette
ripetere per ben tre volte l’avviso prima che questo potesse essere captato
dalla giovane ragazza intenta com’era a ricamare su una tela di lino le proprie
iniziali e quelle del suo amato.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Non riusciva a credere alle
proprie orecchie, erano più di settecento anni che attendeva un qualsiasi
messaggio e ora ,che finalmente veniva convocata, indugiava a muoversi, era
come se quelle parole l’avessero paralizzata. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
L’ago che teneva tra l’indice e
il pollice era rimasto in sospeso all’altezza dei suoi grandi occhi ornati da
ciglia setose, il filo lucido e ritorto era teso al massimo e formò una serie
di piccoli cerchi concentrici nel momento che lei<span> </span>mise a riposo quel minuscolo strumento di spasso e di</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
lavoro.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
L’ordito s’increspò leggermente
per la spinta frettolosa della cruna e l’ago parcheggiato nella lettera R
artisticamente decorata richiamò l’attenzione del suo sguardo e del suo cuore e
rimase ancora intrappolata per alcuni istanti nel flusso dei ricordi.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Sfogliò le pagine della sua vita
e le più belle le diedero l ‘impulso di precipitarsi senza indugiare,
attraversò con leggiadria lo spettacolare giardino dell’Eden e giunse a una
maestosa scalinata a doppia rampa, non fece in tempo ad appoggiare la scarpina
di raso lucente sul primo gradino che fu investita da una emozione profonda .</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Venga
pure da me.- La esortò un angelo dal piumaggio azzurro, il più alto tra i tre
incaricati di districare le pratiche più urgenti.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Si
sieda pure signorina<span> </span>- incalzò lui
aggiustandosi gli occhiali dalla montatura<span> </span>leggerissima </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
e raffinata. L’angelo li aveva
avuti in regalo da un giornalista polacco una quindicina di anni fa quando andò
sulla terra<span> </span>per l’operazione “
Maida frost “ e da allora non se ne era più separato.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
-<span> </span>Si<span> </span>metta
comoda e si rilassi – proseguì rassicurante – sa bene che le comunicazioni
riguardanti l’utenza di questo luogo ameno possono essere solo di tre livelli:
gradite, molto gradite o graditissime.-</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Detto ciò l’angelo sventagliò
sulla superficie del tavolo tre buste della stessa dimensione,ma diverse per la
tinta della carta poi schiarendosi la voce aggiunse:</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Ne
scelga una, quella che preferisce.-</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
La ragazza era titubante, cosa
contenevano quelle missive? Si trattava forse di un gioco a premi o di una
specie di quiz televisivo? Le sfiorò delicatamente senza decidere quale
prendere. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
L’angelo vedendo la ragazza
così<span> </span>perplessa cercò di
rassicurarla :</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Sappia
mia cara che in ognuno di quei plichi è contenuto un desiderio, non abbia paura
di sbagliare.-</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Sì,
ma ci sono desideri piccoli e altri<span>
</span>così grandi che non osi nemmeno immaginare per non restare delusa. –</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Su,
su signorina i desideri sono sempre desideri e quando si realizzano ci regalano
sempre gioia .</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Sagge parole,ma Giulietta era
incerta quanto prima.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Decise allora di affidarsi al
caso, canticchiò una vecchia filastrocca puntellando ad ogni rima baciata
l’angolo estremo delle buste e quando la melodia cessò estrasse un foglietto
quadrato con al centro una scritta in gotico romanico: - Complimenti! Hai vinto
un fantastico weekend sul pianeta Terra! –</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Evviva!
– esultò Giulietta schizzando in aria carica di gioia poi si ricompose e
chiese: - …e Romeo, quando e dove potrò incontrarlo?-</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Una
domanda alla volta signorina ed attenda un attimo per ulteriori dettagli.-
L’angelo aprì il secondo cassetto della scrivania in noce e consegnò alla
ragazza un piccolo oggetto non più grande di una scatola di fiammiferi e
.protetto da una cover nera in lega di magnesio.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Ne
abbia cura,questo è il suo personale “trova- persone” che le consentirà di
rintracciare il suo Romeo; dall’ultimo bollettino risulta soggiornare a Verona.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Come!
Romeo si trova già sul pianeta<span>
</span>Terra?-</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Sì,-annuì
l’angelo consultando attentamente il tablet- da quanto posso vedere il viaggio
non ha avuto imprevisti e lui è giunto a destinazione in perfetto orario alle
8,45-</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Non fece in tempo a pronunciare
l’ultima cifra che Giulietta si precipitò con la leggerezza e la velocità di
una gazzella verso l’ascensore per il piano Terra,la gonna scarlatta sfiorò il
pavimen-to vitreo e sparì al chiudersi delle porte metalliche.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
L’angelo trasalì per lo stupore,
roteò di quarantacinque gradi sullo sgabello in polipropilene e </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
manifestando apertamente il<span> </span>suo dissenso gridò con quanta voce
aveva nei polmoni:-Si fermi</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
signorina, deve prima frequentare
il corso di aggiornamento!-</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Parole inutili che si persero
nell’aria dolce del Paradiso.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Chi e cosa poteva salvare
Giulietta dalle insidie e dai pericoli del mondo odierno?</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
L’angelo convocò allora Fra
Lorenzo, gli spiegò l’accaduto e lo incaricò di seguire e proteggere la ragazza
che nel frattempo ,giunta a destinazione ,era rimasta un po’ delusa<span> </span>per l’assenza di giocolieri e
saltimbanchi nelle vie dei borghi della sua Verona.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Non c’era traccia neppure di
tamburini e cantastorie e<span>
</span>l’atmosfera che si respirava era frenetica e convulsiva così cercò di
ricacciare nella sacca della memoria quelle cianfrusaglie di ricordi che le
impedivano di concentrarsi. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Il<span> </span>“trova - persone” le segnalò un itinerario
dettagliato,percorse diligentemente un lungo viale caratterizzato da eleganti
costruzioni Liberty, svoltò a destra lasciandosi alle spalle una abitazione in
pietra<span> </span>con un balconcino e un
pergolato completamente nascosti da una cascata di gelsomini. Il profumo era
denso ed inebriante e placò la sua struggente nostalgia di primavera.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
S’incanalò in una traversa
lastricata da grandi pietre grigiastre e giunse in una ampia strada del</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
centro costellata da scritte
coloratissime e fluorescenti insegne al neon.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Si limitò a seguire le istruzioni
e si ritrovò in una specie di gigantesco igloo metallico dalle pareti in
acciaio e con un pavimento completamente rivestito da una sontuosa moquette
color rosso Baccarat.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Giulietta non aveva mai visto una
discoteca e rimase quasi folgorata da quelle luci laser che tagliavano il buio
mentre il fracasso assordante e il tramestio del luogo la risucchiarono in un
vortice di disordinata sconcertante allegria.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
“Bip-bip-bip…..”il “trova –
persone” iniziò ad emettere un suono intermittente e prolungato,aveva captato
la presenza di Romeo così Giulietta euforica iniziò a guardare a destra e a
sinistra, in alto e in basso ma del suo amato non c’era traccia. Eppure quel
bip-bip,quasi fastidioso ai timpani continuava a segnalare il successo del
ritrovamento,ma dove mai si era cacciato? Provò a cambiare posizione, due passi
avanti, uno indietro,avanzò in diagonale; il suono intermittente divenne
fragoroso e lei iniziò a ispezionare con lo sguardo ogni centimetro quadrato,
ogni angolo nascosto e proprio dinanzi a lei, riflesso sui vetri opachi di
numerose bottiglie vuote di birra ,tequila e chambrè<span> </span>di ottima qualità, scorse un volto a lei familiare.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Pelle<span> </span>levigata, sguardo profondo e carisma irresistibile,Romeo
sembrava attendere qualcuno e si mostrava quasi infastidito dalla ragazza che
gli stava accanto e lo fiutava come se fosse una preda. Giovane scapestrato
aveva un cuore sincero e si sentì a disagio quando la cubista con il decoltè
coperto soltanto con vistosi bijoux<span>
</span>reperiti al mercatino rionale si avvicinò con audacia a lui e senza
preavviso gli appiccicò le gonfie labbra di vinile sulla guancia .</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Il contatto durò pochi secondi
sufficienti per far andare su tutte le furie Giulietta, l’amore era uscito
dagli intrecci della trama originaria di Shakespeare a causa di una stupida
donna di plastica che esternava un interesse convulsivo e tormentoso,per il bel
Romeo. Il make-up era perfetto,il vestito aderente lasciava intravedere curve
generose,ma<span> </span>non c’era niente in
lei di romantico e profondo .Giulietta<span> </span>la percepì non come una rivale,ma come un essere
gelatinoso,molle, capace tuttavia di ferirla e di procurarle un dolore
indicibile ed un’ira non controllabile che la spinse a sfilarsi la fede
dall’anulare per scagliarla contro Romeo e fuggire con il viso rigato di
lacrime facendosi prepotentemente largo tra la folla euforica e spensierata. Un
movimento brusco e un passo non misurato violarono l’equilibrio di un lucente
vassoio e la camicia candida di un barman dal sorriso luminoso e la pelle color
tabacco assorbì i colori dell’arcobaleno mentre parte dei liquidi e dei pezzi
di frutta finirono sul pavimento. Alquanto contrariato e senza<span> </span>mezzi giri di parole, il giovane
arabo<span> </span>si rivolse a Giulietta in
modo ruvido e diretto mentre cercava di raccattare pezzi di ananas e ribes
prima che questi finissero spiaccicati dalla calca della folla. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Incurante di quanto accaduto e
con gli occhi velati Giulietta avanzava, ma prima di raggiungere l’uscita una
figura dall’andamento eretto e con una borsone che gli segava la spalla la
fermò e la cullò tra le sue braccia paterne.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
-Che succede piccola mia? –</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
-Oh, Fra Lorenzo soffro tanto a
causa dell’infedele – piagnucolò lei.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18pt;">
Deciso e sicuro di sé, il frate
si avvicinò minaccioso al barman ancora accovacciato alla ricerca del fondo di
un bicchiere rotto nell’impatto.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Non
lui! – Chiarì Giulietta con un filo di voce smorzata dal pianto- Si tratta di
Romeo!- E con il dito indicò il romantico divanetto dal profilo arrotondato che
il suo sposo divideva con un’altra donna.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Si
è lasciato baciare e ora io voglio solo morire! –</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Non
è il caso di drammatizzare –sentenziò il frate-e poi tu non puoi morire!-</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Perché
mai?- Chiese stupita Giulietta</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<span>-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span>Perché
sei già morta – Le sussurrò in un orecchio, poi presa per mano lei ed afferrato
Romeo con uno strattone, condusse la coppia dinanzi ad una anonima utilitaria .
Non lasciò spazio alle proteste dei giovani, invitò lei a sedere sul sedile
posteriore e Romeo alla sua destra poi, con un lamentio raschiante ,accese il
motore; l’ultima autovettura che aveva guidato era stata una 2CV durante la
precedente discesa sul pianeta Terra risalente agli anni sessanta. Dopo<span> </span>lo scossone iniziale e un paio di giri
a vuoto dei pneumatici l’auto attraversò ad una velocità molto prudente le vie
cittadine. Fra Lorenzo stringeva forte il volante, era un po’ teso per la guida
e quel broncio stampato sul visino di Giulietta non gli facilitava il compito
.La ragazza non voleva saperne di perdonare Romeo che ,dal suo punto di vista
,si sentiva perfino offeso perché riteneva ingiuriose le accuse della sua
amata. Tra i due iniziarono vivaci scambi di battute al punto che Fra Lorenzo
perse la sua flemmatica pazienza, premette l’acceleratore a tavoletta, frenò
bruscamente ed estrasse dal cruscotto un CD, la custodia in carta riciclata
color paglierino riportava il titolo “ Corso di aggiornamento<span> </span>- adattamento per il pianeta Terra
“.Sollevato al pensiero che quel piccolo disco avrebbe risolto ogni problema lo
inserì nel computer di bordo ma sullo schermo sottile ed ultraleggero non
apparve il professor Roger per spiegare l’evoluzione storica degli ultimi sette
secoli ma quattro magici ragazzi di Liverpool che giocavano a fare i duri
e<span> </span>che con le corde delle loro
chitarre sapevano parlare di pace e d’ amore. Il frate si stropicciò gli occhi,
deglutì per l’imbarazzo e si mise alla ricerca del CD originale<span> </span>senza rendersi conto che quella melodia
cristallina stava conquistando anche lui. Rovistò in ogni angolo e nel momento
trionfale del recupero decise che non era il caso di visionarlo per non
interrompere la più travolgente favola mai ascoltata.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt;">
Senza preavviso la passione, mai
spenta, aveva avuto il sopravvento, Romeo, trascinato dalla forza del suo
desiderio, stringeva teneramente tra le mani la testa riccioluta e libera di
Giulietta. Piena di sogni e di struggenti ricordi, la testa si lasciò
trasportare dal linguaggio del cuore,il collo si inarcò, le labbra si
sfiorarono e una scossa inebriante attraversò ogni singola cellula. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt;">
Fu allora che Fra Lorenzo con un
self – control tutto anglosassone aprì la portiera, si sedette sul marciapiede
e dalla sua sacca tirò fuori un pacchetto di sigarette, lo rigirò più volte tra
le dita, trovò umoristica la scritta “ il fumo nuoce gravemente alla salute “ e
con una serenità infinita aspirò il fumo aromatico e amarognolo<span> </span>disegnando una serie di cerchi
concentrici che si dileguavano man mano che salivano verso una striscia<span> </span>di cielo color cobalto sovrastante
Verona.</div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-80693192161104623402012-08-27T06:04:00.001-07:002012-08-27T06:04:23.412-07:00«Nati sotto maligna stella» il racconto di Elisbetta Amoroso per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<i>Il dividersi è un dolore così dolce che
continuerei a darti la buonanotte fino a domani mattina</i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Sabato 12 Maggio</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Caro diario,</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
oggi è stata una
giornata stupenda. Per prima cosa stamattina mi sono trovata tre etti in meno
sulla bilancia e poi, cosa ancora più importante, mi ha chiamato Roman. Lo
sapevo che lo avrebbe fatto, sono sicura di piacergli e anche lui mi piace. Non
me ne frega niente se lo ha capito, con lui non me la voglio tirare perché <span> </span>lui è il ragazzo per me.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
L’ho conosciuto
ieri sera alla festa di compleanno della Martina che faceva quattordici anni.
Mi guardava come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto e poi mi ha
chiesto di ballare e abbiamo ballato un lento e lui mi stringeva con quelle
mani grandi e calde e io mi sentivo tanto bene tra le sue braccia. Poi è
successo che mi girava la testa e sono quasi svenuta, forse perché non avevo
mangiato niente per tutto il giorno e neanche bevuto. Dovevo mettermi quel
vestitino rosa aderente che è bellissimo ma se hai la pancia gonfia si vede
subito.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Allora lui mi ha
accompagnato a casa e poi mi ha chiesto il numero del cellulare ma io non
glielo davo perché volevo che stesse ancora un po’ con me, non volevo separarmi
da lui. Poi alla fine gli ho dato il numero e lui mi ha chiamato. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Così oggi
pomeriggio siamo usciti insieme, abbiamo chiacchierato e passeggiato, niente di
che ma tutto diventa speciale quando sono con Roman.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<i>Il
mio unico amor sarebbe dunque nato dal mio unico odio</i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Domenica, 13 Maggio</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Caro diario, </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
oggi giornata di
merda. Due etti in più sulla bilancia. Tutta colpa di mia madre, ieri sera mi
ha fatto mangiare per forza la pasta poi è uscita con il suo nuovo fidanzato.
Io sono andata in bagno e ho vomitato tutto ma evidentemente non è servito.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
E poi è successa
la cosa peggiore che poteva succedere. Un’amica di mia madre, che non si fa mai
i cavoli suoi, le ha detto di avermi visto in giro con un albanese poco
raccomandabile. Lei dice che il padre di Roman è in prigione e che sua madre
non si sa cosa fa per vivere. Io queste cose non le sapevo e comunque non mi
interessano, io amo lui e lui è il ragazzo più buono e gentile di questa terra.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Comunque mia
madre mi ha proibito di vederlo e ora non so come fare. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<i>La
passione presta loro la forza, il tempo e i mezzi per potersi incontrare</i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Mercoledì, 16
Maggio</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Caro diario,</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
oggi ho detto
alla mamma che andavo a studiare dalla Martina. Lei è la mia migliore amica e
mi coprirà in caso di bisogno.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Con Roman siamo
andati da un tipo che fa i tatuaggi. Noi siamo minorenni ma Roman lo conosce
così non ci ha chiesto l’autorizzazione dei genitori. Lui si è fatto tatuare la
“G” di Giulia sulla spalla e io la “R” di Roman. Poi ci siamo baciati per la
prima volta.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Ora stiamo
insieme e staremo insieme per sempre. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Per festeggiare
siamo andati a prenderci un gelato e chi se ne frega della dieta. Roman dice
che sono bellissima e non sono per niente grassa, anzi, dice che sono troppo
magra ma questo lo so che non è vero e lo dice solo per farmi piacere. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Sono felice come
non lo sono mai stata.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Sabato 19 Maggio</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Caro diario,</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Oggi Roman si è
fatto prestare lo scooter da un suo amico e siamo andati al mare. Eravamo soli,
per fortuna, quando sono con lui ho sempre paura di incontrare qualcuno che mi
conosce e che poi lo va a riferire a mia madre.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Roman ha portato
anche la merenda. Io non volevo mangiare ma lui ha insistito. Secondo lui sono
troppo magra e troppo pallida. Ha detto che ci pensa lui a rimettermi in forma.
Abbiamo mangiato una pizzetta e abbiamo bevuto una coca cola. Era tanto che non
bevevo la coca cola, era buonissima e alla fine mi è scappato anche un rutto.
Sono diventata di tutti i colori per la vergogna e Roman se la rideva, è
bellissimo quando ride. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Poi ad un tratto
è diventato serio e mi ha detto che lo sa che cosa si dice in giro della sua
famiglia ma che lui è un bravo ragazzo e che non vuole fare le cose di nascosto
e<span> </span>che tutti devono sapere che
stiamo insieme e che bisognava parlare con mia madre.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Ha ragione, uno
di questi giorni le racconterò tutto. Quando lo conoscerà le piacerà. Ne sono
sicura.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<i>Cuore
di serpe nascosto da un volto bello come un fiore</i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Lunedì, 21 Maggio</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Caro diario, </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Oggi mio
fratello è finito all’ospedale. Ci hanno chiamato dal pronto soccorso e poi ci
hanno detto che si è ferito facendo a botte con un altro ragazzo.<span> </span>Quando ho capito che l’altro ragazzo
era Roman, mi sono sentita morire. Non potevo crederci.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Roman mi ha
telefonato, era in custodia ai servizi sociali, mi ha detto che gli dispiaceva
ma che non era colpa sua, mio fratello lo aveva assalito per strada dicendogli
di stare lontano da me, lui aveva cercato di andarsene ma poi avevano
cominciato a spintonarsi e mio fratello era caduto e aveva picchiato la testa
sullo spigolo del marciapiede.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Ho pianto tutto
il pomeriggio, per mio fratello e ancora di più per Roman. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Verso sera ha
chiamato la mamma, Tommaso era fuori pericolo ma aveva riportato un trauma
cranico e doveva rimanere in ospedale per qualche giorno.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Mia madre non
perdonerà mai Roman per questa cosa. Guai a chi gli tocca Tommaso, lui è il suo
preferito. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<i>Come
può il cielo tender questi inganni ad un piccolo essere come me</i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Venerdì, 25 Maggio</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Caro diario,</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Roman è stato
portato in una comunità, non so neanche dove. Così hanno deciso gli assistenti
sociali dopo la denuncia dei miei genitori. Chissà quando potrò rivederlo, anzi
chissà SE potrò rivederlo.<i></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Senza di lui la
mia vita non ha più senso. Non ce la faccio a sopportare il peso della sua
mancanza.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Mi ha mandato un
sms “Dimenticami, il mio amore ti farà solo soffrire”. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
E io, invece,
non lo dimenticherò mai.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<i>Troppo
preziosa per questa terra</i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
Martedì, 12 Giugno</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Caro diario,</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
mi ha telefonato
la Martina, non sono stata ammessa all’esame di terza media, lo sapevo,
quest’anno non ho combinato niente e negli ultimi tempi ho fatto tante assenze.
Lei era dispiaciuta ma a me non me ne frega niente della scuola. Non andrò
neanche alla cena di classe di fine anno, cosa ci vado a fare tanto non
mangerei niente e poi preferisco starmene a letto a guardare la televisione.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Sono stanca, non
ho più voglia di scrivere questo diario.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Lunedì, 18
Giugno</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Caro diario,</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
questa è
l’ultima pagina che scrivo e poi metterò questo quaderno nella scatola dei miei
ricordi. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Domani mi
porteranno in una clinica per i disturbi alimentari. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Sono tanti
giorni, non so neanche quanti, che non tocco cibo, se vedo anche solo un
pezzetto di pane mi viene da vomitare. Sono pelle e ossa e non mi reggo in
piedi. A Roman non piacerei ma tanto lui non può vedermi. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Per l’occasione
si è scomodato anche mio padre questo vuol dire che le mie condizioni sono
gravi. Ha preso le ferie ed è sceso da Milano per me.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
I miei stanno
litigando anche in questo momento. Li sento che urlano nell’altra stanza: “Come
hai fatto a non accorgerti di una cosa così grave?”, “Senti chi parla, è più di
tre mesi che non vieni a trovare i tuoi figli!”, eccetera, eccetera.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Io non voglio
guarire, non voglio mangiare, non voglio crescere per diventare come loro e non
voglio vivere senza il mio amore.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
Guardo la “R”
tatuata sulla mia spalla, era così piccola e ora sembra così grande … </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<i>Questa è la<span> </span>storia dolorosa di Giulia e del suo Roman.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-90709801981722130942012-08-27T05:57:00.000-07:002012-08-27T05:57:01.941-07:00«Sheila» il racconto di Antonio Borrelli per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
font-family: "MS 明朝";
}@font-face {
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<br />
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Quante persone aveva visto sfrecciare dinanzi
al suo esile corpo. Sembravano tanti razzi sparati nell’aria, come una
frenetica danza pirotecnica, forse costretti da una vita che loro non gradivano.
Stanca, una giovane ragazza li fissava. Questo luccichio di vetture perdurava
una notte intera; purtroppo questo era il suo lavoro. Spesso si domandava se la
follia delle proprie speranze, fosse paragonabile a quelle dannate macchine di
ultima generazione. Una vita occasionale che non le se addiceva, e moriva di
nascosto.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Esisteva solo per alcune decine di
minuti. Avidi clienti senza scrupoli, da quei bravi padri di famiglia ai poveri
disperati, formavano intere frotte invisibili che scorrevano in quella strada. Una
vita da bambina spezzata, che non avrebbe mai pensato di scontare in Italia,
per essere costretta a vivere lontana dalla sua famiglia d’origine: i genitori
l’avevano svenduta per mille euro.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Cupi ricordi annebbiavano quel suo
ingenuo dramma, come quel suo primo amore verso <i>Fatmir</i>, un bel ragazzo dagli occhi verdi; tuttavia quel suo viaggio
d’amore a Venezia, si trasformò in una prigione intessuta di ebano e cristalli
purissimi. Lacrime, botte e sevizie di ogni genere avevano insanguinato il suo
amore per lui. Quel sentimento giovanile trasfigurò in un dramma a cielo
aperto.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Ogni sera mercanteggiava il proprio
corpo, ma non la sua anima; pertanto l’amaro destino le aveva dato una condanna
bastarda. Spesso piangeva, sempre di nascosto. Era divenuta schiava della
cocaina, quella bianca pioggia maledetta, e l’aveva cancellata. Rinasceva ogni
notte, e simile alle falene volava nella luce; così che nessuno la notasse,
come un morto in un giorno di festa.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Ingegneri, architetti, medici, preti,
militari e anche donne; insomma tutti volevano un sorso di <i>Sheila</i>, solo smaniosi demoni. L’inferno bramava sempre la sua
anima, ma lei non aveva ceduto. Pioggia, vento, caldo e gelo si avvicendarono
nel corso dei mesi; dopo molto tempo gli angeli risposero alle sue quotidiane
paure. Una legge contro la prostituzione aveva limitato, grazie a severi
controlli, quel via vai continuo di fameliche automobili lussuose;
ciononostante una notte verso le dieci, una Ford rossa si avvicinò.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Ciao.» esclamò una voce maschile
armoniosa.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Ciao.» rispose Sheila.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Mi sono innamorato di te.» disse
rapidamente quell’uomo. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Si, certo. Tutti me lo dicono da mesi!»
urlò Sheila.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Ti prego, credimi. Voglio renderti
felice.» dichiarò l’uomo.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Se ti credo….mi lascerai libera?»
chiese incuriosita.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Fidati di me.» confermò con un tono
sicuro.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Sheila temeva i maniaci seriali, perché
già in passato rischiò. <span> </span>Entrò in
quell’automobile rossa fuoco, rivolgendo il suo sguardo verso quell’uomo
sconosciuto. Aveva trentacinque anni, un fisico palestrato e un modo grazioso nel
guidare. La ragazza non concepiva quel <i>tizio
stradale</i> come un pericolo, tanto che aveva accettato l’invito senza
pensarci troppo. Era diventata pazza?</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Molte volte la forza della disperazione
è maggiore del pericolo stesso; malgrado ciò il suo destino avrebbe rimescolato
le carte. La macchina rossa avanzava spedita nella notte afosa, ma tutto a un
tratto si fermò davanti al cancello di una villa palladiana. Improvvisamente l’uomo
scese rapido dalla vettura, e fissandola dall’esterno del finestrino, spinse la
vecchia apertura del cancello: erano giunti in un paradiso verde, distante solo
pochi chilometri dall’inferno quotidiano vissuto dalla ragazza.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Sheila smontò dall’automobile appena
parcheggiata nel cortile. A lenti passi varcò l’uscio di quell’abitazione
settecentesca; in altre parole un sogno si trasformava in realtà. L’uomo
sconosciuto prendeva le sembianze di un <i>principe
azzurro</i>, strano ma buono.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Entra amore mio.» disse l’uomo mentre
la fissava.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Amore?...nemmeno mi conosci!» rispose
sconvolta Sheila.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Io sono perdutamente innamorato di te.»
confermò l’uomo. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Una storia impossibile si stava
concretizzando, sotto una luna spoglia di rancore, mentre un leggero vento
soffiava nel giardino. L’uomo sconosciuto incarnava quel sogno di una vita insperata,
nemmeno l’amore per Fatmir l’aveva resa davvero così felice. Nella follia di
quella notte si oscurarono le sue mille paure, all’interno del suo cuore
regnava l’eterna riconoscenza amorosa. Appena entrati in quella nuova casa,
Sheila si sentì a suo agio. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Non è possibile.» esclamò la ragazza.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Se vuoi questa casa, sarà la nostra.»
rispose l’uomo.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Posso solo conoscere il tuo nome?»
chiese la giovane. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Francesco.» rispose l’uomo
sconosciuto.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Può una persona innamorarsi di uno
sconosciuto appena visto? L’amore persegue vie nascoste ai miseri comuni
mortali, tanto che non sarebbe mai giusto giudicare una relazione sentimentale.
Sheila s’infatuò di quel bell’uomo sconosciuto, che rispondeva solo al nome di
Francesco; giacché il passato avrebbe rappresentato solo un fosco ricordo da
dimenticare al più presto. Era la stagione delle ciliegie, il caldo soffocava
le finestre della villa palladiana, ma l’amore nasceva finalmente in quei due
cuori. La strada era un pallido incubo, che venne raso al suolo in una notte
candida: baci, carezze e veri sentimenti aleggiavano in quel bellissimo posto,
circondato da robusti pioppi e sani cipressi.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">L’anno seguente, Sheila rimase incinta
di due splendidi gemelli. Quell’amore nato all’improvviso, nello stesso modo
donava gioia ai due innamorati. I sogni sembrano castelli trasparenti, almeno
così dicono. Quei giorni<span> </span>d’amore
trascorsero in maniera allegra. Purtroppo l’uragano arrivò senza preavviso,
riportando Fatmir nella vita della povera innamorata incinta; però adesso non
era più sola contro il mostro, perché aveva il suo <i>Romeo</i> vicino a lei.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Giulietta</span></i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> senza speranza di fronte al carnefice,
tremante come una foglia autunnale smossa dal vento di Bora. L’incubo prese
rapida forma; però in quell’istante Francesco esclamò tali parole:</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Se la tocchi, giuro che ti uccido!»
disse Francesco.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Guardala la schiava…..» rispose
Fatmir.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Dimenticala per sempre.» riferì
l’innamorato. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">«Allora devi battermi…» disse Fatmir.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Iniziò così una lotta tra i due rivali,
tutto sotto gli occhi attoniti della ragazza incinta. Un lungo coltello a
doppia lama sfidava Francesco, che cercò un modo di sfuggire a quei continui
assalti. L’innamorato di Sheila schivava i colpi, ricordando un guerriero
afghano impegnato in battaglia: un coraggio indomito contro la morte. Calci,
pugni, stritolamenti e ancora pugni, nel nome della donna contesa; però solo
uno dei due avrebbe vinto quella sfida.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Dopo quarantacinque minuti di lotta,
Fatmir non si rialzò più da terra, perché la sua stessa arma bianca si conficcò
nel suo petto. Sheila aspettava due gemelli, ma la morte non aveva saputo attendere
quel conto in sospeso, forse fu davvero meglio così. Una volta calata la notte,
Francesco seppellì il corpo del carnefice all’interno del grande giardino alberato
della villa palladiana, precisamente adiacente ai laghetti. Nessun prova della
contesa doveva essere resa nota al mondo intero: <i>Giulietta era libera</i>.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Da quell’unione nacquero due bellissimi
bambini, che avrebbero vissuto una vita completamente diversa rispetto a
Sheila; dunque il prezioso combattimento aveva regalato la libertà nella sua vita.
Tutto questo le fece dimenticare la cocaina, la strada, quei dannati clienti e
tutte le sevizie subite in terra straniera. Lontana da casa, ma libera di
vivere l’esistenza come una madre davvero felice.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Una famiglia bellissima, ricordo ancora
quella coppia e i loro discorsi, ancora oggi non penso d’aver mai incontrato
persone deliziose come quelle. Non conoscevo la loro odissea personale. Non
posso giudicarli e mai potrei farlo, anche perché dovrei iniziare dalla mia
stessa persona. Giulietta e Romeo rivivono nella loro vicenda, splendida
tristezza velata da un forte sapore intenso<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=1380291715033893770" name="_GoBack"></a>. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Dolci sogni che si trasformarono in un
bellissimo matrimonio, così l’amore clandestino per una prostituta diventò
eterno. Ancora oggi voglio ricordare quel biglietto natalizio dei fantastici
coniugi <i>De Bellis</i>, forse una lezione
che non potrò facilmente scordare:</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 2cm;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">L’amore
è un dono del cielo,</span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 2cm;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">anche
quando perdi la speranza,</span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 2cm;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">la
luce divina accende la tua vita.</span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 2cm;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Non
smettere mai d’amare il prossimo,</span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 2cm;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">perché
condanneresti il tuo cuore all’oblio.</span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin: 0cm 28.3pt 0.0001pt 14.2pt; text-align: justify; text-indent: 7.1pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="line-height: 115%; margin-right: 28.3pt; text-align: justify;">
<br /></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-55303848117550775202012-08-27T05:47:00.001-07:002012-08-27T05:47:38.635-07:00«Giulietta è fuori a cena» il racconto di Davide Di Finizio per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
font-family: "Calibri";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 10pt; line-height: 115%; font-size: 11pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Mi
chiamo Giulia Capuleti e faccio la puttana. Sì, so benissimo cosa penserebbe
uno di voi, onesti benpensanti, se si trovasse a leggere queste righe, dettate
dall’angoscia e scritte dalla disperazione. Eppure non mi vergogno di quello
che sono, né sono più tanto sensibile all’ironia del destino, che m’ha
appioppato il nome e il cognome di una delle più famose amanti della
letteratura, una che nella sua breve vita ebbe un solo uomo. Io, invece, ne ho
avuti tanti di uomini, sì, tanti, e sento ancora il fetore del loro alito sulla
pelle, le mani lascive avventarsi in cerca di piacere, le braccia dure e
prepotenti trastullarsi col mio corpo inerme, come un giocattolo da usare e poi
gettare via. All’inizio sentivo la morte dentro, ogni volta che uno di quei
porci affittava le mie gambe per ottenere il suo squallido momento di gloria.
Ma poi, col tempo, ho cominciato a farci l’abitudine. In fondo do in affitto
solo la parte esteriore di me. Non l’anima. Sì, che voi ci crediate o no, io
credo nell’esistenza dell’anima, e saprei avanzare più d’un’originale
argomentazione a sostegno di questa tesi. Sapete, sono stata all’Università io,
studiavo Filosofia. Una volta mi ponevo tante domande, cercavo delle risposte,
che ovviamente non trovavo, eppure non smettevo di cercare. Avevo tante aspirazioni
una volta, ero persino quella che si suol dire una ragazza virtuosa. Mi
sembrava impossibile pensare al sesso senza pensare all’amore. E invece, ad un
certo punto, molte cose sono cambiate. Credo sia stata la morte di mio padre:
era lui, col suo misero stipendio di statale, a pagarmi gli studi. Un uomo
onesto, lui, uno che aveva sgobbato una vita intera senza mai fare il furbo,
solo per portare a casa quello che gli spettava. E fu lui a chiamarmi Giulia. Come
Giulietta, l’eroina di Shakespeare, so che disse a mia madre per convincerla.
Già, aveva letto Shakespeare, mio padre. Erano proprio brave persone, non
avevano fatto come tanti genitori egoisti che obbligano i figli a scelte
opportuniste. Mi avevano lasciata libera di scegliere, persino una facoltà che,
è ormai un luogo comune, non garantisce solidi sbocchi occupazionali. Ma era
quello che volevo. Eppure, venuto meno lui, sono stata costretta ad
arrangiarmi. Non volevo mollare gli studi e accettavo qualsiasi lavorucolo che
mi permettesse di aiutare mia madre e pagarmi le spese, comprese quelle del
buco dove alloggiavo nei pressi dell’università. Ho fatto la commessa, la
segretaria, la baby sitter, l’animatrice, l’insegnante privata, un po’ di
tutto, qualsiasi cosa mi permettesse di avere qualcosa in tasca. Ma non era
vita, quella, semplicemente sopravvivenza, senza svaghi, senza niente, nemmeno
il lusso di andare liberamente fuori a cena. Era una storia come tante, come
quella di tanti miei amici e coetanei. Una notte, però, mi successe qualcosa di
insolito. Avevo rotto da poco col mio ultimo ragazzo e, essendo su di giri per
qualche bicchiere di troppo, mi lasciai sedurre da un uomo più grande di me, un
signore distinto, affascinante, da cui mi sentivo veramente attratta. Passai
una notte fantastica ma al mattino, dolcemente cullata da quel sogno di breve
durata, non mi resi quasi conto di quel che fece prima di congedarsi e lasciai
che sbattesse sul comodino un grosso fascio di banconote. Solo quando fu via
presi coscienza del fatto. Srotolai quell’involto e sentii che quello era il
valore che aveva attribuito alla notte trascorsa. Piansi per ore. Mi sentivo
umiliata, dal suo gesto, e dalla mia reazione mancata. Eppure, non so perché,
dopo qualche giorno, non avevo più lacrime e cominciai a considerare le cose
sotto un altro punto di vista. Quel fascio di bigliettoni erano molto più di
quanto avrei guadagnato in un mese di uno di quei lavori del cavolo. E il buco
dove alloggiavo si trasformò nel mio ufficio. Andrò avanti così per un po’, mi
dicevo, il tempo di finire l’università e cercare un lavoro degno di questo
nome. Ma poi, gradualmente, quello che era nato per puro caso e si trascinava
per ripiego, cominciò a divenire la mia principale attività. Ad un tratto,
persino la filosofia che era stata la mia ragione di vita cominciò ad apparirmi
né più né meno che un inutile passatempo da cui non avrei cavato un soldo. E
così, addio studi. Sono passati degli anni. Mia madre non ha mai saputo nulla
della mia… svolta professionale. Da quando ho accettato la mia condizione, le
cose hanno cominciato a filare. Almeno apparentemente. Niente più problemi
economici, solo disillusione totale e assenza di scrupoli. Eppure, chissà
perché, non riuscivo a liberarmi di un tarlo che era dentro di me. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Nel
tempo libero andavo a passeggiare spesso sul pontile, un luogo meraviglioso
sospeso sul mare e da cui si scorge un panorama fantastico. Mi entusiasma il
mare, anche se ho sempre rimpianto di non aver imparato a nuotare. Eppure, e
forse a maggior ragione, il suo spettacolo mi carica di un’ebbrezza infinita. In
particolare, ciò che mi ha sempre affascinato è la veduta di Capri, quella
splendida isola che, da lontano, somiglia al sinuoso corpo di una donna
distesa. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Bella,
vero?”mi chiede una voce, distogliendomi dalla contemplazione, e mi ritrovo
accanto un bel ragazzo che mi fissa sorridente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Di
che parli?”rispondo, seccata dall’intrusione. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Di
Capri. Non è lei che stai guardando anche tu?” </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Sì,
è vero”confermo ammansita “Mi affascina, forse perché somiglia a una donna”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Era
una donna”precisa lui. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Lo
guardo un po’ perplessa e lui aggiunge: “Secondo una leggenda, si gettò in mare
per un amore impossibile, per un giovane di nome Vesuvio, che dalla
disperazione si trasformò in vulcano”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Un
amore impossibile!”esclamo, avvinta dal suo racconto “come Romeo e Giulietta”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Già.
Come loro”mi risponde sorridendo “e posso sapere il nome di una ragazza così
romantica e sensibile da emozionarsi al racconto di amori mitici?”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Ed
io, sconvolta dal fatto di esser stata considerata romantica e sensibile,
borbotto: “Giulia… Giulia Capuleti”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Come!”esclama,
inebetito “Mi prendi in giro?”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“No,
sono sincera”concludo, voltandogli le spalle “Ora devo scappare, scusami” e,
senza prestare ascolto alle sue obiezioni, ho abbandonato il pontile,
spaventata dalla mia sincerità e ancor più dalla possibilità che, dopo il nome,
volesse sapere cosa faccio nella vita. Eppure quel fugace incontro ha ridestato
in me qualcosa che credevo estinto. Sono tornata per qualche giorno alla solita
vita e, per la prima volta, dopo anni, l’ho trovata ripugnante. Dopo essermi
fatta coraggio, sono tornata sul pontile, sperando di rivederlo. E così è stato.
Anche lui sembrava essere lì per me. E per alcuni giorni sentivo di vivere una
doppia vita: da un lato l’abituale condotta, dall’altro gli innocenti colloqui
con quell’affascinante sconosciuto, che non andavano mai sul personale. Non
sapevo se fosse più straordinaria la mia solita esistenza, o gli eterei
dialoghi con quel giovane bello, colto e sensibile, quello studentello ventenne
che nel suo candore mi appariva più uomo di tutti quelli che avevo conosciuto. Sentivo
che avrei potuto amare un uomo così, ma arrivava troppo tardi: a trent’anni la
mia dignità era morta e sepolta. Così ho smesso di andare sul pontile. Ma,
ahimè, sentivo la tentazione forte di rivederlo. Frenare l’abitudine delle
passeggiate non era bastato a dimenticarlo. Avrei mai potuto dirgli la verità?
No, sarebbe stato inutile. Inutile e umiliante. Ma un giorno, contro ogni
aspettativa, affacciandomi l’ho trovato sotto il mio balcone. Proprio come
Romeo!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Che
ci fai qui? Come fai a sapere dove vivo?”gli ho chiesto, divisa tra l’istinto
di scacciarlo e la felicità di rivederlo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Una
volta che andasti via bruscamente, ti ho seguita. E così ho scoperto dove
abiti”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Ero
terrorizzata al pensiero che potesse aver scoperto anche altro, ma la mia
paura, a quanto pare, era infondata.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Ma
non ho mai pensato di venire a cercarti qui”ha ripreso “mi bastava rivederti
sul pontile, dove ci incontravamo quasi ogni giorno. Poi, all’improvviso, sei
sparita. Ogni giorno speravo di vederti riapparire, ma niente, nessuna traccia.
E così oggi mi sono deciso a venire”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Ti
prego” gli ho risposto, cercando di trovare le parole adatte per allontanarlo,
senza ferirlo “tu sei una persona speciale, forse la migliore che abbia mai
conosciuto ma, proprio per questo, t’imploro di stare lontano da me”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Ma
perché? Cos’è che mi nascondi?”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“A
che servirebbe dirtelo? A veder mutare in odio quella dolcezza che mi dimostri?
No, ti prego, se vuoi fare qualcosa per me, non tornare mai più qui”ho concluso
in modo sbrigativo, imbarazzata da quella scenetta ridicola e dal pensiero che
altri ci potessero sentire.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Ha
provato ad insistere, ma sono stata molto ferma, e alla fine ha desistito. Si è
allontanato, e non è più tornato. È dura per me ammetterlo, ma a volte ho
desiderato tanto che riapparisse sotto il mio balcone. Ma non l’ho più visto. E
mai più lo rivedrò, ora che ho deciso. Mi ero rassegnata al mio ruolo, credendo
di non poter provare un’emozione simile. E, ora che è accaduto, capisco che non
solo è inutile provare a cambiare, ma altrettanto inutile trascinare la mia
disgustosa esistenza. E finalmente, forse, questa consapevolezza mi farà
sentire libera. Addio, ipocriti benpensanti. Stasera Giulietta è fuori a cena.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Per
poco i fogli non gli cadono dalle mani. La verità lo turba e, soprattutto, quel
malcelato desiderio di morte. E se pensa al modo fortuito e romanzesco con cui
ha scoperto tutto, non crede ai suoi occhi. Non l’aveva dimenticata. Veniva
sotto il suo balcone quasi ogni giorno, ma senza farsi vedere, sperando solo di
rivederla. E qualche volta, quando il portone era aperto, si spingeva sino alla
sua soglia, ma senza il coraggio di bussare. Stavolta, invece, contro ogni
previsione, la sua porta era socchiusa, e non ha resistito alla tentazione di
entrare. Non c’era nessuno. Solo, sul tavolo, una sequela di fogli manoscritti:
uno sfogo o, forse, il testamento di un’anima, quella stessa cui, nonostante
tutto, non aveva mai smesso di credere. Ma forse non è troppo tardi, pensa lui.
Forse so dove va a farla finita. Si precipita sul pontile, che questa sera è
abbastanza desolato. E lì, di fronte a Capri, scorge una sagoma femminile
assorta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“E’
bella, anche di sera” le borbotta lui.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Lei
si volta, sorpresa dal vederlo ma, un attimo dopo, nota qualcosa tra le mani,
un fascio di fogli, i suoi: non sa spiegarsi come, ma… sa tutto!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“E
allora… che ci fai qui?”gli chiede.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Lo
sai”risponde lui, in un sospiro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Tu
credi nell’amore?”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“Sì,
ci credo”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“E
credi che basti?”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“No,
certo che no”risponde lui, riflettendo “ma, forse, basta a prendersi per mano”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“E
poi?”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">“E
poi…” balbetta lui, indeciso, mentre, quasi inavvertitamente, si prendono per
mano. “E poi… si va fuori a cena”conclude, parafrasando la frase finale del suo
scritto. Si sorridono e, mano nella mano, abbandonano il pontile, sotto gli
occhi di Capri che li osserva dal letto del mare. </span></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-69425896957541071352012-08-27T05:36:00.001-07:002012-08-27T05:36:58.290-07:00«Elastica» il racconto di Martina Serafin per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
font-family: "MS 明朝";
}@font-face {
font-family: "Cambria";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Sentì
l’impellente bisogno di cambiare programma sulla via del centro commerciale di
sabato pomeriggio. Era come non potesse fare a meno di gettare le braccia al
collo di Tom. Sarebbe stata una sorpresa sensazionale, di quelle che ti fanno
ridere incredulo e pensare che allora non succede solo nei romanzi stupidi.
Aveva pochissimi minuti per dare forma al suo desiderio, nella sfilata di
capannoni incandescenti che già s’intravedeva dal finestrino.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">“Papà,
che ne dici di accompagnarmi dal mio amico che abita qui vicino?”, propose
sporgendosi come un piccolo animale selvatico dal sedile posteriore.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Ai
suoi piaceva parecchio la verità, anche quella impertinente, perciò la
premiarono con una pronta deviazione. Mamma aveva il sorriso di chi ti conosce
così bene da poterti promettere la tua esatta idea di paradiso ma ti chiede in
cambio una tacita, maestosa lealtà.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">“Rebecca,
ti veniamo a recuperare dopo cena, non fare stronzate…”, finse severità papà,
che aveva già inquadrato il tipo e ritornava pure un po’ giovane. Si rivedeva
in quello strano ragazzo, anche se non gli conveniva granché ammetterlo e
sperava sua figlia non cogliesse la somiglianza. Tanto Becky lo sapeva eccome,
ben prima di ripagare i suoi con sguardo infinitamente grato e incamminarsi
colma di ogni formidabile gioia verso casa di Tom.<span> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Sciolse
il ghiaccio sul campanello con il calore dell’indice, dopo aver suonato a vuoto
un paio di volte. Dorme, non fa nulla, sarà ancora più sorprendente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Entrò
agile dalla finestra della taverna e fu subito avvolta da un senso di terrore
domestico, che rendeva tutto così normale e inquietante. Del fumo vischioso si
appoggiava sulle cose e sembrava ricoprirle fino a farle sparire, uno schermo
gettava la luce di qualche malinconico MTV Unplugged all’ennesima replica, la
poltrona era ancora tiepida e scomposta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Ma
di Tom neanche l’ombra.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Becky
non si azzardò a chiamarlo, avrebbe rovinato la presunta atmosfera, e decise di
aspettarlo con la stessa discrezione del portacenere pieno sul bordo del
tavolino. Fu travolta da proiezioni spontanee di serate a festeggiare qualche
compleanno, i tredici, i quattordici e i quindici anni novanta. Impazziva per
il rito della playlist: andava da ciascuno degli invitati, l’esortava a
scrivere il suo pezzo preferito del momento su un taccuino e si divertiva a
combinarli in sequenze mozzafiato da sprigionare senza interruzione. Funzionava
sempre, era la sua specialità, la rendeva una ragazza da andarne fieri, l’unica
con cui accorgersi fosse l’alba e un bacio al volo prima di dare una sistemata
alla stanza e filare a letto. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Tom,
però, non tornava.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Il
torpore dei ricordi svanì d’un tratto e Becky fu divorata dalle fauci di un
pericolo incombente. Il cuore in gola, le sembrava un altro battito
rallentasse, come ne stesse sincopando il ritmo col suo martellare furibondo.
Una pulsazione in meno e l’avrebbe perso, ovunque lui fosse.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Salì
disperata in camera, in cucina, in bagno. Il bagno. Apri la cazzo di porta,
Tom.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Era
così agitata da non abbassare del tutto la maniglia e notò solo all’ultimo
tentativo che quella scena non era chiusa a chiave: se ne stava lì, candido, la
schiena contro la vasca, le gambe divaricate e un laccio emostatico attorno al
braccio. Becky non registrò altro ma capì che non aveva ancora avuto il
coraggio del caso e gli si buttò addosso. Senza una parola, slegò il serpente
chirurgico e lo trascinò sul materasso, sfoggiando una prontezza di spirito che
tradiva la paura più sconfinata.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">“Era
la mia prima volta…”, sibilò Tom immobile, spiritato. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Becky
cadde debole al suo fianco, le pareva di aver corso fino all’orlo della vita
per guardare giù la morte e ritrarsi inorridita. Rigava il cuscino di lacrime
invisibili, incapace di ribattere, mentre la neve fuori riproponeva a fiocchi
virtuosi il consueto tema del Natale alle porte. Si strinse comunque a lui per
il freddo e indugiarono alcuni istanti sul filo di silenziosi perché. Quindi,
schioccate le nocche e raccolto il senno, Tom ebbe l’intuizione del secolo
nella lotta contro lo schifo cosmico. Cominciò a spogliarla, talmente lento e
delicato che Becky l’avrebbe potuto fermare con un soffio ma lo lasciò fare, lo
fece affondare tutte le volte che voleva e aveva immaginato, forse anche di
più.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Al
diavolo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Lo
ritrovò d’incanto in piena, con il segno dell’elastico a cerchiargli di rosso
il gomito. Coglione. Che ti eri messo in testa di provare, quando bastava
chiedermi di fare l’amore per sempre. Stavolta davvero. Avvertì il sangue
scendere e poi scorrere lontano, come il lenzuolo fosse mare… Era la mia prima
volta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Lunargento Casa Editricehttp://www.blogger.com/profile/00676927358952074227noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1380291715033893770.post-64918573590933604832012-08-27T05:30:00.001-07:002012-08-27T05:30:35.891-07:00«Giulietta e Romeo, forse» il racconto di Eleonora Ippolito per il concorso "Indagine su Giulietta"
<style>@font-face {
font-family: "Calibri";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 10pt; line-height: 115%; font-size: 11pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }</style>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt;"><span></span>Tra dieci
minuti passa a prendermi e io non sono ancora pronta. E ci credo, ho dovuto
beccarmi la ramanzina di mio padre per tutto il tempo che mi è servito a fare
colazione. Che vecchio noioso, quello là! Se da grande diventerò come lui dovrò
farmi sopprimere come si fa con i cavalli malati o giù di lì. Cioè, i vecchi
sono già noiosi di loro, ma mio padre lo è molto di più. Tipo che stamattina mi
ha ripetuto venti volte che non ho ancora quattordici anni e non posso fare
sempre come mi pare. Io, invece, gli ho detto che ho quattordici anni e non
sono più una bambina scema che fa tutto quello che vuole lui e la Muta. E
la<span> </span>Muta sarebbe mia madre che di
difendermi non ne vuole mai sapere e l’unica cosa che fa durante il giorno è
scappare dal parrucchiere e dall’estetista. “Tuo padre si preoccupa, lo devi
capire!”, mi dice al massimo, tra una tinta biondo banana e una biondo
paglierino. Ma di cosa si preoccupa, quello là? Sono grande e so quello che
faccio. E comunque lui è sempre preoccupato. Si preoccupa per qualsiasi cosa:
la musica a tutto volume, i miei amici, il mio nuovo ombretto super luccicante.
Fino a quando tutte queste cose ha cominciato a ignorarle quando ha capito
che<span> </span>mi sono innamorata del figlio
di uno dei suoi operai rumeni. Quando l’ha saputo non mi ha fatto uscire per un
mese e mi ha tolto il computer per due settimane. Neanche il cellulare, potevo
usare, roba che potevo denunciarlo per sequestro o qualcosa del genere. Cioè,
cosa c’è di male a farsi piacere uno che ha i genitori della Romania? È come
dire che uno mi sta antipatico solo perché ha i genitori che sono nati a Milano
o a Roma. Che senso ha? Ma lui niente, non ne ha voluto sapere e come se non
bastasse mi ha pure fatto conoscere uno. “Un bravissimo ragazzo, Paride, figlio
di uno dei miei più cari amici. Pensa che da grande vuole fare l’avvocato!”, mi
ha detto. Ma come potrei uscire con uno che ha quel nome? Paride… Più lo ripeto
e più mi sembra brutto…e lo dice una che si chiama Giulietta! E giusto per precisare,
il mio nome è frutto della scemenza della Muta che è fissata con quelle
tragedie pallose scritte tipo tremila anni fa e che ci insegnano a scuola. Roba
da sclero, dico io. Però, se io sono Giulietta, lui era il mio Romeo. E se mio
padre scopre come l’ho conosciuto gli viene un infarto, lo so.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt;">Era la
festa di compleanno della Muta: lei fa sempre una festa nel salone grande della
nostra villa nel giorno che compie gli anni. E mi costringe ogni anno a
partecipare vestita con degli abiti orrendi con su dei pizzi e dei merletti che
forse andavano di moda ai suoi tempi, quando più o meno c’erano ancora i
dinosauri. Ovviamente lui s’è imbucato insieme ai suoi amici, ma tra tutta la
gente che mia madre di solito invita, chi poteva accorgersene? È stato allora
che ci siamo conosciuti. Non mi toglieva gli occhi di dosso e io mi sentivo
bellissima come una di quelle modelle che si vedono sui cataloghi di moda.
“Aspetta che lo racconti a scuola!”, ho pensato, ma proprio in quel momento lui
si è avvicinato. Mi ha parlato e oltre che bellissimo tipo Justin Bieber ma con
i capelli più scuri, mi è sembrato tanto dolce e gentile. Peccato per quei
cretini dei suoi amici che hanno cominciato a sfottere, ma alla fine abbiamo
deciso di ignorarli e, lontani dagli occhi degli altri, ci siamo baciati in
giardino, seduti sulle sdraio vicino alla piscina. Ci siamo scambiati i numeri
di telefono e i contatti su Facebook, ma quella notte, mentre mi appisolavo, mi
è arrivato un messaggio sul cellulare. “Amò, esci k sn in giardino”. Mi sono
affacciata al balcone della mia stanza, al primo piano, e lui era lì. Non era
neppure tornato a casa e mi aveva aspettata là fuori per tutto il tempo. Un
brivido mi ha scosso quando l’ho visto. “Se mio padre ti vede ti ammazza, e poi
ammazza me”, gli ho detto. Sì, lo so, non è una delle cose più romantiche da
dire in un caso del genere, ma mica potevo incoraggiarlo più di tanto, dico io.
E poi era vero che mio padre ci avrebbe ammazzati se ci avesse visti. Ma a quel
punto lui ha cominciato a parlarmi di sole e oriente, di ali dell’amore e manti
della notte. Lo ammetto, non ci ho capito niente, ma alla fine abbiamo passato
così quasi tutta la notte. Se n’è andato all’alba, ma non pensate che lo abbia
fato salire in camera e ci abbia fatto chissà cosa: mica faccio <i>quello</i> con uno che ho conosciuto la sera
prima! Però l’idea mi ha sfiorato un paio di volte, mentre ero con lui.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt;">Il giorno
dopo lo abbiamo passato a messaggiare e a taggarci su Facebook con i video dei
Modà e di Emma. Poi è successo un casino. Cioè, sapevo che mio padre è
isterico, ma quella volta ha superato ogni limite. Ci ha beccati mentre
passeggiavamo insieme mano nella mano e mi ha trascinata a casa urlandomi di
tutto. Tipo che una ragazza di buona famiglia come me non può abbassarsi ad uscire
con uno come quello, e la parola quello la diceva tutto schifato, come se
avesse mangiato qualcosa di disgustoso. Perché <i>quello</i>, secondo lui, non è come me o lui. E la Muta, ovviamente,
faceva la muta. Io ho cominciato a rispondere a mio padre. Cioè, tu insulti il
mio ragazzo e io devo stare zitta? Ma alla fine mio padre mi ha messo in
punizione ed è andato a parlare con i genitori di lui e fine della storia. Non
l’ho più rivisto né sentito. Poi un giorno, quando finalmente ho riavuto il
permesso di usare il cellulare, ho letto un suo sms che mi diceva di aver fatto
a botte con quello scemo di mio cugino Tebaldo (tutti nomi interessanti, in
famiglia mia, eh?) che, da bravo troglodita, saputo quello che era successo,
voleva difendere il mio onore, o almeno così andava dicendo in giro. E nel
farlo aveva mandato all’ospedale l’amico Mercuzio. Ora anche lui era in
punizione ed era stato mandato in campagna dalla zia. Questo significava che
non ci saremmo visti per mesi e la cosa mi ha mandata nel panico. Cioè,
insomma, io lo amavo e lui amava me…che senso aveva stare così lontani? Dovevo
fare qualcosa per rivederlo, e il mio vecchio amico Lorenzo poteva essere la
soluzione. Perché? Ha il motorino e i miei si fidano ciecamente di lui.</span></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt;">Peccato
che Lorenzo, quando ha capito che da lui volevo solo un passaggio per andare a
trovare il mio Romeo, mi ha lasciata in mezzo alla strada più isolata della
città, in piena notte. E sì che lo so che ha sempre avuto una cotta per me, ma
reagire così è proprio esagerato. Oltre che non me l’aspettavo. Ho chiamato
lui, gli ho chiesto di venirmi a prendere. È arrivato dopo mezz’ora. Guidava la
macchina dello zio, e la cosa mi è sembrata subito strana: ha 16 anni e non ha
la patente. Però mi ha detto che era un caso di emergenza e ha dovuto prenderla
di nascosto. Mi stava riaccompagnando a casa quando abbiamo avuto l’incidente.
Ho pensato che sarei morta, che saremmo morti entrambi. Quella volta, in
ospedale, non sono mai stata tanto contenta di rivedere i miei genitori, ma a loro
non lo dico neanche per sogno. </span></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt;">Mio padre
continua a parlarmi e io annuisco. Non ha ancora capito che ho le cuffie nelle
orecchie e ascolto Adele dall’ipod. Quando è noioso! Per fortuna che il mio
cellulare comincia a squillare. Devo scendere, mi sta aspettando fuori. Saluto
mio padre che continua a sbraitare mentre la Muta si dipinge le unghie e mi
fiondo oltre il cancello di casa. Non li sopporto davvero più, quei due vecchi!
Ma com’è che si diventa come loro, a una certa? Ho proprio bisogno di una bella
passeggiata e di una chiacchierata. E magari anche di un bel gelato. Corro
incontro alla mia best friend Francy e l’abbraccio. “Gelatino, tesò?”, le dico,
e lei accetta volentieri e ci dirigiamo in centro raccontandoci i fatti nostri.
E pure lei ha dei genitori pesanti e una storia finita male con un ragazzo,
quindi lo so che mi capisce quanto io capisco lei. L’adoro perché lei è uguale
a me. La stessa cosa non si può dire per il mio caro Romeo. Che, giusto per
puntualizzare, ho lasciato io la scorsa settimana. E che vi aspettavate, che mi
suicidassi per amore insieme a lui? Ho 14 anni ma non sono stupida. E poi sono
cresciuta parecchio, da allora. Cioè, abbiamo continuato a vederci, dopo
l’incidente. Fino a quando non l’ho scoperto che limonava con quell’oca di mia
cugina Rosalina. Tipo che manco la luna cambia faccia più in fretta di lui. Ma
vi rendete conto? Quello là è uscito con me ma contemporaneamente si vedeva
anche con lei. Insomma, dopo questa credo di aver chiuso con gli uomini. Almeno
per ora. Perché se Romeo è davvero Romeo, dovrebbe essere pronto a rinnegare il
suo stesso nome per me, a superare ogni ostacolo di pietra, a lottare per il
nostro germoglio d’amore nel vento estivo. E dovrebbe esser pronto a morire
sulle mie labbra, solo per amor mio. Chiedo forse<span> </span>troppo? </span></div>
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