martedì 8 maggio 2012

«VOLO 1523» Il racconto di Anna Maria Campello per il concorso Indagine su Giulietta


“Giulietta, Giulietta, vieni a mangiare, è pronto”
“No mamma, non adesso, più tardi caso mai”
“Come più tardi?  Ormai sono giorni e giorni  che mangi pochissimo, dici sempre così: più tardi, più tardi, dopo, dopo… Scaldo e riscaldo il cibo e lo ritrovo quasi intatto nel piatto. Non so più cosa cucinarti che ti possa piacere”.
Dopo pochi minuti che a Giovanna sembrarono un’eternità, con voce stanca e quasi lontana, Giulietta le rispose:  “non ho appetito da qualche tempo, è vero, però poi mangerò qualcosa”.
 “Ma non vedi come ti sei ridotta? Irriconoscibile, smagrita, pallida, non esci quasi mai se non per andare a scuola e poi stai sempre chiusa in camera tua, dici che studi, devi impegnarti per la maturità,  non rispondi al telefono se non alla tua amica Arianna. Se continui a rifiutare gli inviti  ed  ogni contatto che non sia strettamente collegato alla scuola, rischi di perdere le tue amicizie”.
Nessuna risposta questa volta. Giovanna non sapeva più come trattare questa amatissima figlia. A volte cercava la via della dolcezza, dell’accondiscendenza, altre volte cercava di scrollarla, smuoverla da quella specie di apatia che vedeva chiaramente la stava piano piano attanagliando. In preda all’angoscia, continuò questo strano botta e risposta, decidendo istintivamente di usare  il tono di una mamma alquanto severa e determinata a farsi ubbidire
 “Devi nutrirti di più, il mangiare è come la benzina per l’auto, se non metti il carburante la macchina si ferma. Non puoi andare avanti così e neppure noi. Non ti accorgi di quanto stiamo soffrendo nel vederti in queste condizioni?  Finirai per ammalarti e noi con te. Vuoi forse diventare anoressica? Già avevi voluto dimagrire l’estate scorsa perché quel ragazzo, come si chiama più, ah, quel Romeo ti aveva detto che avevi qualche chilo di troppo. Ora è sparito. Non telefona e non ti scrive da diverse settimane. Tu l’hai cercato ed il suo cellulare sembra un disco che s’incanta e ripete:  non è raggiungibile. E’ tutta colpa sua! Già mi è sempre stato antipatico, subito, la prima volta che l’avevo visto ed ora  è partito, > in cerca di fortuna<, dice lui, perché era stufo di fare qui il precario vita, per me invece è un perdigiorno. Poteva almeno tentare di cercare lavoro in qualche agenzia interinale, ci voleva soltanto un po’ di pazienza, di spirito di sopportazione ed ora tanti precari prima o dopo li regolarizzano. Invece no, niente da fare, cosa si è messo in testa lo sa soltanto lui! E’ un bel ragazzo, è vero, adesso ha l’aspirazione di entrare nel giro dello spettacolo e crede di poter in qualche modo sfondare in questo mondo che appare dorato dal di fuori, ma ci vuole altro per avere successo, oltre al talento ci vuole tanta, tanta fortuna! E’ andato ripetutamente a Roma, a Milano, provini su provini, prima per entrare nella Casa del Grande Fratello, poi ha tentato la carta di Amici, ma è stato sempre scartato. Sai quanti ragazzi come lui ci sono in giro al giorno d’oggi?   Ora è partito per Stati Uniti, tramite un suo amico emigrato da qualche anno a New York,  gli è stato promesso  un provino per l’eventuale scrittura in un musical a Broadway  ma secondo me forse farà la comparsa in film di sottordine”, magari in quelli a luci rosse”.  
“Mamma per favore  non mi dire queste cose, mi fai stare ancora peggio. Romeo per me era tutto: il sole, il mare, il cielo, con lui ero felice, mi sembrava di volare nel vento come un aquilone ”
Allora Giovanna corse ad abbracciarla con le lacrime agli occhi. “Perdonami Giulietta”.  Era già un po’ di tempo che non la stringeva fra le braccia come quando era bambina e rimase impressionata dal sentire praticamente ben palpabile, non le braccia, il corpo tornito di un’adolescente, ma l’ossatura quasi fragile di una persona già avanti con gli anni.
Senza aggiungere altro, con le lacrime agli occhi, decise che era il momento di prendere delle decisioni drastiche: aveva già riferito segretamente al medico di famiglia questa situazione anomala ed il dottore, con le dovute cautele era venuto a visitarla quando aveva accusato i primi malesseri che l’avevano costretta a non recarsi neppure a scuola. Per qualche giorno aveva accettato di assumere vitamine, un ricostituente. Si era sforzata di mangiare qualche cosina in più,  ma era stata un’apparente breve ripresa. Giovanna pensò che adesso  doveva assolutamente fare in maniera di portarla da uno specialista prima che la situazione peggiorasse ulteriormente,  pur se  Giulietta si era rifiutata quando ne avevano discusso Anche suo marito era molto preoccupato, era legatissimo a questa figlia, la piccola di casa, la sua dolcissima Giulietta. Da quando aveva conosciuto questo Romeo era stato un susseguirsi di vicissitudini. Non era solo un fattore di naturale gelosia per




questo ragazzo che, riteneva di aver capito, aveva fatto diventare  donna la “sua bambina” fino allora ingenua, spontanea, quasi timida, ben diversa da tante sue coetanee, già smaliziate e spesso sfacciate. Si, lo doveva ammettere non aveva nutrito troppo simpatia per questo ragazzo straniero, anche se ormai praticamente trapiantato in Italia da alcuni anni. In effetti non si chiamava Romeo, bensì Rashid. Era stato proprio Mario quasi scherzando a ribattezzarlo Romeo quando Giulietta l’aveva portato a casa per farlo conoscere, però Mario era ancora un po’ all’antica e pensava:  “moglie e buoi dei paesi tuoi” e poi, era rimasto ancor più perplesso ed ostico  quando lo aveva visto in spiaggia con parti del corpo ricoperte da  diversi strani tatuaggi che francamente detestava, così come i piercing. Giulietta, scherzando lo aveva quasi preso in giro dicendogli “ma papà in che mondo vivi? Sono di moda, praticamente quasi tutti i giovani ne hanno più di uno, anzi anch’io vorrei farmi disegnare un cuoricino con le iniziali G.R.”
 A quelle parole avrebbe voluto rispondere bruscamente, però decise di evitare discussioni che potessero peggiorare la situazione. Aveva sperato che questa storia finisse presto, che fosse un’infatuazione, invece si era reso conto che malauguratamente non era così.  Quando Romeo era partito aveva tirato un sospiro di sollievo, non immaginando che invece per Giulietta sarebbe stata una tragedia, soprattutto ora che da diversi mesi non ne aveva notizie.  
Il mattino successivo Giulietta ebbe un malore, non si reggeva sulle gambe, la debolezza per la carenza di cibo incominciava ad evidenziarsi e quello che riusciva a deglutire, se andava in bagno poco dopo, si capiva che non sarebbe stato digerito….I genitori, spaventatissimi chiamarono immediatamente il 118, ed il medico del Pronto Soccorso, dopo la visita, ne decise il ricovero immediato.  Purtroppo quello divenne l’inizio di un calvario di entrate ed uscite da un ospedale all’altro, con flebo di nutrimento e cure varie che facevano illudere in una ripresa, ma, senza il suo “Romeo”, Giulietta aveva perso la voglia di vivere.
Giovanna e Mario, disperati, cercarono allora di reperire gli  amici ed  i genitori di questo ragazzo, con la speranza di riuscire a contattarlo per spiegargli la drammatica situazione e convincerlo a ritornare, anche momentaneamente, fiduciosi ed illusi che per Giulietta, ormai purtroppo allo stremo, sarebbe stato forse l’input, l’unica cura per farla riprendere.
Non fu un’impresa facile, tuttavia riuscirono a rintracciarlo e Romeo, addolorato, sommariamente spiegò che le cose non erano andate come previsto, si era trovato in difficoltà, arrangiandosi in qualche modo ed aveva preferito lasciare Giulietta, piuttosto che tenerla legata ad un girovago come lui, ma l’amava sempre, non l’aveva mai dimenticata. Promise che avrebbe racimolato i soldi necessari per prendere subito il primo aereo disponibile.
Dopo una settimana si recarono all’aeroporto ad aspettare Romeo. Erano affranti, purtroppo avrebbero dovuto dargli una terribile notizia…, Quando finalmente arrivò l’aereo volo 1523, si alzarono per prepararsi all’incontro, ma tra i passeggeri ormai tutti sbarcati, stranamente non videro Romeo. Cosa poteva essere successo? Qualcuno prima di loro l’aveva avvertito? Non lo seppero mai….     

1 commento:

  1. Anoressia, discriminazione e altri mali del nostro tempo....grande Anna....

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