Fanno così soltanto perché è di
colore.
Pensavo fossero di idee più
aperte e oggi invece mi sono ricreduta. E’ vero ho solo sedici anni ed una vita
davanti, ma loro che ne sanno quello che ho dentro. Passeggio avanti e dietro
da quasi venti minuti.
Lui mi aspetta giù in macchina.
Ha lo stereo acceso, lo sento dalla finestra aperta.
I miei sono intrisi di
pregiudizi.
- Ma
Deborah è folle. Ti sei innamorata di un calciatore. Lo sai quelli come le trattano le ragazzine come te?
- No. E
come?
- Le
usano e basta. E dopo essersi stancati, avanti un’altra!
Questa volta a parlare è mia
sorella Daria, che nonostante i suoi 25 anni suonati, ragiona all’antica come
mia nonna.
Preferisco non risponderle,
tanto lo so che è dalla loro parte. Ma chi se ne frega, possono dire quello che
vogliono, io Mario continuerò a frequentarlo. E se si innamorasse davvero di
me? E se non fossi una delle tante? In fondo sono stata chiara con lui: per me
sarebbe la prima volta.
Lui mi ha dato un buffetto
sulla guancia come si fa con le bambine impertinenti.
E’ di una tenerezza disarmante.
Ha aggiunto che anche per lui sarebbe la prima volta che si innamora.
Allora è fatta. Davvero. Perché
dovrebbe prendermi in giro? E poi questa zavorra me la voglio levare.
Sono stufa di non poter confrontarmi
con le altre che lo hanno fatto persino a tredici anni. Ed io qui, ad aspettare
il treno su una panchina desolata.
Non voglio essere diversa.
Ho cominciato a fumare di
nascosto per darmi un tono. Prendo le pasticche in disco perché così fanno tutti.
Essere fuori è da sfigati.
Mario tutto questo non lo sa,
io gli parlo da intellettuale, sa che provengo da una buona famiglia.
Antiquata, ma benestante. E’ questo quello che conta.
Si abitueranno i miei. Lo so.
Intanto sono ancora qui che logoro il pavimento, in attesa che papà mi conceda
il benestare.
-
Io e mamma ne parliamo tra noi e poi ti diciamo
cosa ne pensiamo.
Mi hanno liquidata in questo
modo, come una bambina che della vita ha ancora da imparare tutto.
Invece mi sa che quello che so
io mia madre ai suoi tempi neanche poteva immaginarselo.
Comincio a innervosirmi. Il
rimmel sento che cola sulle guancie e il naso è lucido come un pomello.
Per Mario voglio essere
perfetta, impeccabile, così ci vogliono i ragazzi. Fanno continuamente
confronti con quelle della tv, dicono che quelle si che sono belle e hanno
tutto al loro posto.
A diciotto anni, me le rifaccio
le tette, così vedremo cos’ altro avrò da invidiare a quelle. Si sono belle ma
vuote, io invece sono anche intelligente e qualche volta faccio anche
l’elemosina ai poveracci.
Continuo a sistemarmi la cinta
dei pantaloni, dove per emergenza ho fatto fare un buco dal calzolaio. Quando
l’ho comprata era perfetta, poi Mario mi ha detto che ero troppo in carne e
così ho perso qualche chilo per compiacerlo. Ci sono in giro troppi avvoltoi
mascherati da gallinelle e Mario me lo voglio tenere stretto ancora per un po’.
Lui l’ambiente lo conosce.
Mi ha detto che mi presenterà
un tipo che ha le mani impastate, mi sa un produttore che mi farà fare un
provino per qual cosina in TV.
I miei sono solo degli
antiquati senza cervello. Non sanno dove voglio arrivare. Mi tarpano le ali.
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