martedì 5 giugno 2012

«GIULIETTA 2012, UNA RISCOPERTA DELLA MODERNITÀ» il racconto per il concorso "Indagine su Giulietta" di Margherita Sgorbissa



«Agenzia “Cuori Difficili”, chi parla prego?»
«Giulietta, figlia dei Capuleti. Avete un minuto?»

E così Giulietta telefonò all'agenzia matrimoniale, dopo aver fatto un salto nel tempo, per chiedere un consiglio riguardo la sua tragica situazione con Romeo.
Si abbandonò in un flusso ininterrotto alla signorina, tanto paziente, che dietro la cornetta non si stupì di sentire quel nome: molte donne si celavano dietro lo pseudonimo più usato da sempre, ma era ignara che questa volta fosse di fronte alla vera e propria Giulietta Capuleti.
«Ecco, dunque, perdonate il mio impaccio, ma non sono pratica di questi così strani mezzi di comunicazione... Il fatto è che mi son tempo addietro innamorata di un giovinotto di buona famiglia. Ahi, cosa ne sarebbe di me se ora il mio buon padre sentisse queste mie parole, voi non lo potete immaginare! Sì, insomma, Vi stavo dicendo che il mio cuore s'è ormai da tempo incantato dietro l'audacia e la bellezza di questo detto Romeo. Sapete, Madonna, è realmente un buon partito e non me ne vogliate se vi dico che è un Montecchi. Lo so, Vi prego non mi biasimate, lo so che appartiene a quella famiglia che tante disgrazie e ostilità ha portato alla mia, ma so anche che Voi non esiterete a comprender che alle leggi del cuor non v'è vera legge, solo gesta fatali che nemmeno Dio o il Destino possono impedir. Dietro quel battito è tutto in realtà così complicato, non credete? Un giorno tutto fila liscio, si va a spasso a far compere con la balia, a cena con i parenti, a passeggiare, a cacciare e quello dopo s'incontra l'amore più grande e sbagliato d'ogni tempo. No, non riesco a capire, signorina, per quale nefando motivo doveva succeder proprio a me. Che male ho meritato per cader nelle trame di quel Montecchi, quando mille altri uomini aspettavano già da un po' la mia mano? Per esempio, c'era quel tale a cui mio padre m'aveva destinata, un certo Paride, l'avete mai sentito? La sera del celebre ballo, che mi condusse a innumerevoli rovine, dovevo cedere alle sue lusinghe e convincermi che il mio destino sarebbe stato fra le sue braccia. Eppure arrivò quel matto d'un Romeo, con i suoi occhi profondi e la sua mano delicata, a rapire il mio cuore e ad accecarmi fino alla morte. Ci fu concessa una sola notte d'amore, una misera e indelebile notte, in cui ci amammo come mai prima, con i cuori sornioni per l'ammirabile gioia! E poi l'esilio e dopo le erbe di Frate Lorenzo. Oh povera me pietosa, se solo la missiva fosse giunta in tempo al mio Romeo, quanti dolori ci saremmo risparmiati, quanta vita assieme ci saremmo potuti offrire. E invece, Fato che non ci ha guardato in viso, ha voluto che nel gioco traditore della menzogna ci perdessimo! Prima lui, ingannato dalla mia illusoria morte, poi Paride, ultima vendetta del mio amato e infine io, sconfitta dalla sfortuna di un amore irrealizzabile, vinta dall'irrimediabilità della sfortuna mi son provocata la morte. Sapete, prima di salir al cielo, mi hanno consigliato di passare qualche dì qui da voi, in questo stranissimo secolo, non sia mai che il mio Primo Padre, Signor Shakespeare, non si ravveda un giorno a scriver magari un finale diverso per le Giuliette che nell'avvenir darà alla luce. Vi chiedo, dunque, se c'è una qualche soluzione che si potrebbe immaginare per noi umili e così sbagliati amanti. Lei lo sa, Signora?».
Così parlò la povera Giulietta, affranta dalle lacrime, cercando di far fronte a un dolore che la storia non le toglierà.
Ma la signorina al di là della cornetta, ora particolarmente stupita dalla stranezza di quella cliente, così verosimile a quella Giulietta , la cui vicenda l'era nota solamente per il teatro, ora rispose in tutta calma e dolcezza. Iniziò a parlare dopo alcuni istanti, immaginando che la ragazza stesse usando una strategia di metafore per descrivere la sua storia.
Ah, si disse, anche la critica letteraria doveva fare, ora! E così parlò...
«Mia cara Giulietta, intanto non disperare e dammi pure del tu, non vorrai mica farmi sentire vecchia con questo Voi? Credo che il tuo problema stia nella negazione, mia cara. Negazione dell'amore, negazione dell'istinto, negazione della volontà. Giulietta è solo il simbolo di un'enorme impotenza, di un amore che si è subordinato alle convenzioni, che non è stato abbastanza forte. Cambia volto, piccola Giulia, impara a farti conoscere per la tua determinazione. Tu ami Romeo? Lo vuoi tuo? Allora alzati e corri da lui, senza nasconderti, senza fare di voi un segreto. Non c'è nulla di clandestino, non c'è nulla che voi non possiate combattere e vincere. Se insieme imparerete a essere una cosa sola, se riuscirete a dare il giusto valore al vostro sentimento, lo riuscirete a innalzare sopra ogni difficoltà. La famiglia è qualcosa che oggi non vi può più bloccare! La tradizione, lo so, gioca dei brutti scherzi. Le abitudini, i valori, i tabù sono così complicati e sembrano indistruttibili, ma la differenza fra vincere e perdere sta tutta in un No. No alla paura, no alla menzogna, no alla debolezza. Prendetevi per mano, amatevi fino in fondo, non con i baci o con i corpi, ma con quella simbiosi che solo gli amanti veri possiedono, quell'empatia che farà di voi una forza invincibile e che vi condurrà lontano, a sconfiggere persino la morte, lasciandovi in un sentimento eterno. Non cercare vie parallele o secondarie, ti porteranno solo ad accumulare errori ed equivoci, che vi distruggeranno, uno dopo l'altro, lenti e inesorabili. Lascia stare gli inganni, le erbe, le strategie, non ne hai più bisogno! Sai, i tempi sono cambiati. Pur con fatica, noi donne ci siamo guadagnate una figura nuova. Se lo vogliamo veramente, possiamo essere indipendenti, in tutto: nel lavoro, nella famiglia e nell'amore. E tu devi spezzare quel legame materno e paterno che ti lega all'approvazione di qualcun altro diverso da te stessa. Dimenticati di questo, pensa alle tue volontà, dà loro il valore che meritano. Datti importanza, sii consapevole delle tue aspirazioni, delle tue priorità. Non rimanere sul balcone ad aspettare Romeo, sii tu a scavalcare la siepe e fuggire dalle costrizioni di coloro che non ti lasciano libera di essere te stessa, amati e amare il resto del mondo!».
«Pronto? Mi sente, ancora? Che Dio vi protegga, Signora, per le vostre parole non posso esprimere adeguati ringraziamenti. Parlate bene, tutte le fanciulle come me dovrebbero dedicare un attimo del loro tempo ad ascoltare il vostro parlare, così illuminante. Sapete, ci saranno altre Giuliette che moriranno di amori impossibili, perché lo sapete meglio di me che questo è un sentimento che può contrapporsi alla vita, talvolta. Ma capire il proprio cuore, come dite Voi, dar lui ascolto non ci farà che migliori e più forti. Che il cielo vi assista, Madonna. Per me si è fatto tardi, a rivederla dunque!».

Giulietta riattaccò commossa, quelle parole le erano sembrate qualcosa di così nuovo, da esser quasi incomprensibile. Forse che quella gentile signorina non volesse intendere che le donne devono imparare a vivere l'amore, piuttosto che subirlo? A vivere di esso, anziché morirne? Giulietta si dissolse piano con una gran confusione in testa e anche la signorina dell'agenzia riattaccò con perplessità.
Continuava a ripetersi che quella non poteva essere stata davvero Giulietta Capuleti, ma sicuramente una bravissima attrice, perché mai come in quella telefonata si era sentita partecipe della storia di quella donna. Non saprà mai che quella era veramente Giulietta Capuleti, ma per un attimo si immaginò di trovarla nella scrivania accanto, a collaborare con lei in favore della serenità di altre donne. Perché un'esperienza come la sua non poteva che aiutare moltissime altre Giuliette a capire cosa fosse l'amore, oggi. E una chiacchierata ancora, magari davanti un caffè, non le sarebbe dispiaciuto, pensò.
Approfondire una prospettiva nuova, forse avrebbe aiutato quella Giulietta addolorata a vincere il dolore e la morte.
Ma per quel giorno, la signorina dell'agenzia se ne andò soddisfatta.
La Giulietta che era in lei aveva accennato un sorriso.