lunedì 3 settembre 2012

«GIULIETTA 2.0» il racconto di Bianca Campagnolo per il concorso "Indagine su Giulietta"


Apre gli occhi. Sonno. Che maledetta ora è? Devo studiare. Per fortuna i miei sono fuori casa. Prende il Blackberry, che è sempre vicino al comodino. E’ mezzogiorno, l’ha svegliata la vibrazione del messaggio: “Amore stasera Capuleti fa un concerto.. andiamo?” A Giulietta piacciono i concerti. Ma… quel cretino di Paride cosa ne capisce di musica? Si ricorda ancora l’ultima volta che avevano litigato perché voleva convincerla a votare per il “best dj in the world” (ripensandoci la sua reazione era stata probabilmente esagerata). Giulietta spesso si chiedeva perché stesse ancora con lui, quando non lo sopportava più. Probabilmente aveva solo paura di cambiare l’unica parte tranquilla della sua vita, peggiorandola ancora di più. Il grande problema della sua generazione: immobilità, incapacità di cambiare. “Bo, andiamo Pari” Invece di studiare cazzeggia al computer. Giunta l’ora di uscire svogliatamente va a prepararsi, due colpi di spazzola al caschetto rosso. Prima di lavare i denti  mangia una merendina. Si guarda allo specchio. “E’ inutile che ti lamenti che sei bonzetta, mia cara Giulietta, se poi ti ingozzi.” Ricorda quando nel camerino di H&M aveva avuto per la prima volta l’orribile certezza che il suo sedere avesse perso la battaglia contro la forza di gravità. Ma la guerra non è ancora finita!
Il concerto sembra carino… saluta gli amici. Quanto è scemo Paride con i suoi occhialetti da secchione? Eppure è così bravo a scuola. Si stacca da lui con la scusa di andare a prendere qualcosa da bere, meditando che lo deve lasciare. Arrivata al bancone chiede una birra media, doppio malto. Si guarda intorno e vede gente già un po’ brilla, sono solo le dieci. A volte pensa se sia sempre stato così, se anche un tempo si beveva per divertirsi, per curare quel senso di vuoto che c’è dentro di ogni adolescente, o se prima era solo un dolce accompagnamento al divertimento. Persa nei suoi pensieri si dimentica quasi della birra che il vecchio barista butterato  le sta porgendo. Beve qualche sorso. Non ha voglia di tornare dal Pari. Per allungare i tempi di ritorno tira fuori una sigaretta. Come al solito non trova l’accendino nella borsa e si diletta in mosse da contorsionista nella ricerca. “Accendino?” La voce non le è familiare. Alza lo sguardo e vede un ragazzo che le sorride. E’ carino e le porge un accendino colorato. “Ho appena comprato questo accendino.. figo eh? Sembra uno zippo ma è un fake.” Le accende la sigaretta. Giulietta si chiede se lui ci stia provando. Lo trova interessante, molto interessante. Accende anche lui. Parte “Song 2”,dei Blur. Giulietta in quel momento capisce che se non riesce a uscire dal suo guscio potrebbe perdere le speranze di conoscere quell’individuo interessante. Le parole le escono come da sole “Ti va di ballare?” Lui la guarda beffardo, la prende per la vita e vanno verso il palco. Si agitano al ritmo della musica. Un po’ la birra, un po’ l’adrenalina ha dimenticato tutto ciò che di spiacevole c’è nella vita. Si avvicina e lo bacia. Lui ricambia. A un certo punto si ricorda di Paride. Non può trattarlo così. Deve lasciarlo. E questo sconosciuto che bacia con tutte le regole chi è dunque? Non le importa chi sia, nel momento in cui le sue labbra hanno sfiorato le sue è certa di amarlo e che quello sia il suo vero amore. Ma deve andare, non può stare lì. “Ascolta, devo andare. Dimmi il tuo nome così ti aggiungo su Facebook” “Romeo Montecchi.”
“Ho visto che ti sei fatto la rossa, eh?” esclama Benvolio “e Rosalina, il tuo grande amore? Non eravamo venuti a questo concerto pacco per vederla?” “Rosalina non ha nulla a che spartire con questa ragazza.” Nonostante fosse stato un bacio fugace Romeo era certo di avere trovato la donna della sua vita. Era sempre stato un tipo sentimentale.
Giulietta lascia paride esattamente 20 minuti dopo il bacio con Romeo. Gli parla freddamente e schiettamente. Non erano fatti l’uno per l’altra, avrebbe dovuto capirlo prima. Probabilmente stava con lui per avere una specie di punto di riferimento nella sua vita incasinata. Paride pianse. Giulietta non credeva che ci sarebbe rimasto così male. Arrivata a casa accende il pc e la prima cosa che fa è cercare Romeo su Facebook...eccolo! Aggiungi agli amici! Lo spia un po’. Una notifica: Romeo Montecchi ha scritto qualcosa sulla tua bacheca. Sussulta. E ora cosa ha scritto questo? “Mi piaci. voglio rivederti.” Lei  gli risponde per e-mail “Sei pazzo a scrivermi in bacheca? Vedranno tutti!” “Che vedano.” La conversazione continua, si rivelano quanto si piacciono e quanto sarà eterno il loro amore.
La mattina dopo viene svegliata dalle urla dei suoi genitori. Erano tornati. “Giuliettaa! Cosa hai fatto al povero Paride??” “L’ho lasciato. Non mi rendeva felice.” “Ma cosa ti viene in mente? Era un ottimo partito!” Giulietta capì che sarebbe stato un altro pretesto per gli episodi di violenza che avvenivano in casa. Sua madre, maniaco depressiva che rifiutava di curarsi, e suo padre, stimato bancario violento in famiglia, erano un mix letale per una vita serena. La scenata fu più peggiore del solito. Rimediò un bel po’ di lividi  accompagnati dalla solita sensazione di impotenza. Finalmente riuscì a uscire da quella casa. Prese dei risparmi e qualche vestito. Doveva andarsene, mollare tutto e andarsene..
Un messaggio su WhatsApp: è Romeo. Vuole vederla.. ma come fa a presentarsi così? Piena di lividi? Con gli occhi ancora gonfi di lacrime? Ma pensando che sia l’unica persona che vuole vedere in quel momento, lo raggiunge. Lui la guarda e capisce che qualcosa non va, le chiede cosa succede. All’improvviso Giulietta racconta. Racconta tutto quello che ha vissuto, per la prima volta. Racconta delle violenze, dei lividi, del sangue, delle lacrime, del rancore, della paura ,dei silenzi, delle grida…e Romeo ascolta. Ascolta come mai ha ascoltato nessuno in vita sua. Alla fine si abbracciano. Lui decide di dirglielo: partirà per Berlino, andrà a studiare in Germania, ha anche trovato un lavoro per mantenersi. E lei verrà con lui. Sì, verrà. Sì.
Si fa notte intanto. Loro sono ancora nel parco ignari dello spazio e del tempo intorno a loro. Non c’è nessuno in giro, o così sembra. A un certo punto una figura di uomo si staglia in lontananza.. canta una canzone stonata. E’ visibilmente barcollante e ubriaco.
 Giulietta perché mi ha lasciato  io ero perfetto per lei che ora è e la rendevo felice chi le ha scritto in bacheca chi è me l’ha portata via perché troppa vodka non mi vuole più cosa ho sbagliato cazzo la odio la odio la odio la odio  la amo la amo la amo  sono loro sono loro sono cazzo loro sono lì sulla panchina nel parco fanculosiabbraccianosibacianodovreiesserciiolìchièquellolefogliel’odoreerbatagliatamipiacetagliatanauseahobevutosonoubriacoforsesiforseioquellolopicchiolouccidoelariportoouccidoanchelei
La figura è Paride che si avvicina e urla frasi sconnesse, dice che rivuole Giulietta. La situazione peggiora, Paride prende un bastone e lo brandisce contro Romeo. Lui è più grosso, ma Romeo è sobrio. Schiva il colpo, lo schiva di nuovo ma a un certo punto viene ferito. La rabbia si impossessa di lui, lo spinge. Un attimo. Paride perde l’equilibrio, cade. Non si rialza più. Lo chiamano. Non respira. “E’ morto?” “E’ morto. Ha sbattuto la testa contro un masso.” Romeo e Giulietta fissano per un tempo interminabile il corpo privo di vita di Paride. Congelati, immobili come lui. All’improvviso un urlo squarcia il silenzio. “L’avete ammazzato!” Rosalina. Tutti hanno sempre saputo che lei amava Paride follemente. Per questo ha sempre rifiutato Romeo. Ma paride non la degnava di uno sguardo…eppure lei lo ha seguito, anche se era ubriaco e in cerca della donna che lo aveva lasciato, sperando in chissà cosa, magari di rubare un bacio... Rosalina piange e si dispera sul corpo morto di Paride. Lo scuote come se fosse solo addormentato. Minaccia di chiamare la polizia. Romeo si allontana un attimo. Raccoglie qualcosa per terra. Un sasso. La colpisce con forza sulla testa. Lei si accascia a terra.
“Cosa cazzo facciamo ora? Li hai ammazzati tutti e due! Abbiamo due cadaveri! Cosa ne facciamo? Perché hai ucciso anche lei?” “L’ho fatto per il nostro futuro. Avrebbe chiamato la polizia. L’ho fatto per noi.”
Romeo e Giulietta sfrecciano per le vie di Berlino su una macchina noleggiata. Ora hanno documenti falsi, una nuova vita, sono felici. A casa  un’altra macchina è bruciata. Dentro ci sono i corpi carbonizzati di un ragazzo e di una ragazza. Un terribile incidente penseranno tutti. Solo quattro persone sanno la verità. Due non possono più parlare. Due non parleranno mai. E’ come se nulla fosse mai accaduto. Nessuno li ha scoperti e trovati, per ora.
Romeo sogghigna: “Magari all’inizio hanno pure pensato fossimo noi quelli nella macchina. Magari tutti hanno pensato che mai vi fu storia di maggiore dolore che quella di Giulietta e del suo amore!”
Giulietta appoggia la testa sulla spalla di Romeo e sorridendo chiude gli occhi.

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