Scuola
elementare “G. Crollalanza” di Verona Classe 4° B
Compito
di italiano
Consegna:
Scrivi un testo continuando la frase “Se potessi esprimere tre desideri vorrei
…”
Se
potessi esprimere tre desideri, vorrei un animale. I miei genitori mi comprano
tutto quello che voglio, ma questo animale non si trova nei negozi. Si chiama
"clamidoforo troncato". Lo conosco perché è in un libro che c'è
nell'ufficio del mio papà. Ci vado il venerdì dopo danza, siccome è il giorno
libero della balia, ma non è che papà può smettere di lavorare solo perché ci
sono io e allora mi fa scegliere un libro dalla libreria e io posso sedermi sul
divano e leggere. L'Enciclopedia degli Animali è il mio libro preferito. Ci
sono tutti gli animali del mondo! Il clamidoforo è il mio preferito perché è
pelosino, grigio e rosa e ha un musetto intelligente. Se lo avessi, sarebbe il
mio migliore amico.
Il
secondo desiderio lo userei per la balia. Lei mi piace tanto e ci passo un
sacco di tempo. Secondo me alla mia vera mamma un po' dispiace che passo più
tempo con la balia che con lei, però penso che è anche colpa della mia mamma
perché non è mai a casa! La balia è sempre sorridente e è stata triste solo
quando Susanna, che era la sua bambina, è morta. In questo periodo è triste di
nuovo perché suo marito è ammalato. Lui è simpaticissimo e quando ero piccola
mi faceva sempre gli scherzi per farmi ridere. Allora il mio secondo desiderio
sarebbe che il marito della balia guarisce.
Il mio
terzo desiderio è che io posso controllare il tempo. Vorrei che il tempo fosse
sempre come quando ti diverti e mai come quando ti annoi. Così potrei farlo
andare veloce quando faccio tutte le cose noiose, come lezione di pianoforte, e
farlo andare lento quando faccio le cose che mi diverto, come quando la balia
mi racconta le favole delle principesse che alla fine vivono felici e contente.
Giulietta
Capuleti
vorrei
che tu rimanessi bambina per sempre. Vorrei avere il potere di fermare il tempo
e poterlo bloccare adesso, che hai nove anni. Vorrei non dovessi crescere mai.
Perché così non conosceresti mai il dolore.
La
vita è crudele, Susanna. E’ dolorosa. Le persone ti feriscono, ti umiliano,
fingono di amarti per ottenere da te qualcosa per loro. Lo devi sapere, bambina
mia, lo devi sapere adesso che sei ancora in tempo per salvarti.
L’innocenza
e la speranza che sono in te adesso verranno calpestate e uccise, come è
successo a me. Io non voglio che questo accada. Io non voglio che anche tu
debba soffrire come ho fatto io. Ho solo ventitré anni e ho già una figlia e un
matrimonio fallito alle spalle. Mi sento una vecchia. Non fare i miei stessi
errori, Susanna. Non bruciare le tappe. Quando avevo solo tredici anni ho
incontrato il mio primo amore e ho lasciato che mi consumasse.
Ero
stata cresciuta senza affetto. I miei genitori erano figure piatte di una
scenografia familiare. A malapena mi parlavano. Desideravo disperatamente
essere amata. Il mio desiderio era polvere da sparo e tuo padre Romeo era il
fuoco. Quando ci siamo incontrati, l’esplosione è stata potente, ci ha
inghiottiti entrambi e ha lasciato il vuoto dietro di sé. Tutto è stato raso al
suolo.
Per
lui avevo perso la ragione. Sono scappata di casa, mi sono sposata di nascosto
con dei documenti falsi, ho minacciato la mia famiglia di ammazzarmi se non
avessero riconosciuto il matrimonio e siccome non mi credevano ho cercato di
avvelenarmi. Alla fine hanno ceduto, anche perché tu eri già dentro di me, mio
piccolo tesoro, e loro temevano anche per la tua vita.
Ti
hanno sempre amata più di quanto avessero amato me. Non ne ho mai capito il
motivo, ma ne sono sempre stata felice. Attraverso te ho scoperto l’amore vero,
puro. Completamente diverso dall'amore folle per Romeo.
Sono
stata una stupida. Avrei dovuto capire subito chi era. Dalle prime volte in cui
era tornato dal lavoro con addosso l'odore di un'altra donna. Avrei dovuto
capirlo dal trasporto che ha avuto con me, dopo avermi vista solo una volta.
Avrei dovuto capirlo vedendo che tipi erano i suoi amici, sempre pronti alla
rissa, maleducati. Alla prima volta che la vedeva il suo migliore amico aveva
avuto il coraggio di prendere in giro la mia cara balia, che per me era come
una madre. Avrei dovuto apprezzare quella volta in cui mio cugino Tebaldo finì
in tribunale per averlo insultato. Ma io ero cieca. Per me Tebaldo era solo una
testa calda che aveva iniziato la rissa. Lo disprezzavo. Romeo non voleva
battersi e io pensavo “Che animo gentile...”.
Scema!
Mille volte scema! Aveva solo paura. E’ sempre stato un debole. Già da
ragazzino gli piaceva crogiolarsi nella sua tristezza, farsi compatire,
chiudersi in camera, sbarrare le finestre e giocare a fare il depresso. E i
suoi genitori preoccupati a chiedersi cos’avesse. E’ solo un’egoista! Ecco la
risposta. Pensa solo alla propria felicità. E se non ottiene quello che vuole,
fa i capricci.
Le
persone che mi volevano bene, poche a dire il vero, cercavano di farmi capire
che di Romeo non potevo fidarmi, ma io non capivo. “Mi ha sposata!”, dicevo.
“Io sono sua moglie! Non una delle tante”. Non dimenticherò mai cosa mi rispose
Tebaldo una volta. “Perchè sei una Capuleti! Per uno orgoglioso come lui sai
che vanto essere riuscito a sposare la figlia del proprio nemico? Averla messa
incinta e allontanata dalla famiglia? Tu sei l’elemento debole, Giulietta, non
te lo dimenticare”. Non gli ho più rivolto la parola da quella volta.
Scusami,
Susanna, mi sono fatta trasportare. Ma è talmente forte la mia paura che tu
debba soffrire quello che devo soffrire io che voglio che questa lettera, così
com’è venuta fuori, senza correzioni e ripensamenti della ragione, arrivi nelle
tue mani. Voglio che tu la legga. Tu sarai più intelligente di me. Tu non farai
come la tua stupida mamma, tu non ti farai spezzare da un uomo. Non perderai il
rispetto di te stessa a causa sua. Tu crescerai forte e indipendente.
Ti
voglio bene, piccola mia. Tanto.
tua
mamma Giulietta
Alla mia adorata figlia che oggi compie quattordici anni,
Oggi è
la tua giornata, quindi ti chiedo di perdonarmi se nelle prossime righe parlo
di me. So che non dovrei, ma c’è un motivo. Questa lettera serve ad
accompagnare un’altra lettera, che trovi in una bustina più piccola dentro
questa busta. Tipico della tua bizzarra mamma rendere complicato anche qualcosa
di semplice come un biglietto di “Buon compleanno”...
Quella
seconda lettera l’ho scritta cinque anni fa. Stavo svuotando la casa dei nonni
per la vendita. Per caso ho ritrovato un mio quaderno delle elementari e ho
riletto un tema che avevo scritto quando avevo nove anni. Era un tema sui
desideri. Vedere scintillare di fronte a me l’innocenza della bambina che ero
stata, e sapere cosa l'aspettava una volta cresciuta ... Ho provato molta pena
per quella bambina. E quel sentimento è diventando la lettera che ti allego. Mi
ero messa in testa di dartela quella sera stessa, perché tu la conservassi come
monito. Volevo renderti complice del mio dolore e del mio odio per il mondo.
Poi, quando sono venuta a prenderti a danza, tu eri luminosa, felice della tua
lezione e non ho avuto il coraggio di rovesciarti addosso tutto il veleno che
quella lettera ed io contenevamo. L’ho conservata come un monito, ma per me stessa.
Ora che hai l’età che avevo io quando sono diventata adulta, è il momento che
tu la legga.
Non
sono più la persona che l'ha scritta, ma lei è parte di me.
E'
come avessi vissuto due vite, ma non c'è stata una "rinascita". Odio
quella parola da romanzo new age, perché implica una morte. Io non sono mai
morta. Sì, c’è stata una fine. Quando ho divorziato da tuo padre è finita una
fase, ma non la mia vita. Io non sono morta.
Capire
che non ero morta, ma viva è stato faticoso. Capire che continuavo ad esistere
con tutti i miei ricordi e riuscire ad accettarmi con tutti i miei sbagli è
stato molto difficile.
La
lettera che leggerai l’ho scritta in un momento in cui odiavo profondamente me
stessa. Forse qualcuno potrebbe pensare che non è saggio che una madre riveli
alla figlia il dolore che nella vita si può arrivare a provare e che lei ha
provato. Ma io voglio che tu conosca quanto più possibile l’animo umano.
Una
volta un professore all’università disse che la letteratura non fornisce
risposte ai grandi interrogativi della vita, ma da accesso alle risposte che
altre persone prima di noi hanno maturato. Fa in modo che la nostra ricerca non
riparta da zero.
Ecco
perché voglio che tu legga le mie parole. Perché tu non debba ripartire
dall’inizio. Per il tuo compleanno, ti regalo un pezzettino di percorso.
E non
ti preoccupare, so perfettamente che leggere questa lettera e “sapere” il
dolore non ti proteggerà del tutto. So che, in futuro, anche tu commetterai
degli errori.
Ti prometto che non me ne laverò le mani
dicendo “Te l’avevo detto”. Ti sosterrò comunque e sarò pronta ad abbracciarti
quando ne avrai bisogno.
Buon
compleanno, chicco di senape.
Mamma Giulietta
Il racconto è scritto bene e in maniera molto intelligente. Meriterebbe di fissarsi nero sul bianco della carta. Complimenti Serena.
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