venerdì 10 agosto 2012

«Dolci alchimie violente» di Michela Mattei per il concorso "Indagine su Giulietta"


Questa è la storia di due animi di folle nobiltà guidati da un soffio di vento a ricongiungersi in un campo di fragole.

Syria e Lonnel si prendono per mano e solcano le luci della città euforica, elettrica;
ma spento si è il sole già da un po' e il cielo non è più blu come Gaetano cantava nella canzoni.

“L'amore è nell'aria stasera e sui muri c'è una poesia anche per te.
Bianca è la voglia di salpare, buio è il vuoto del nodo che non stringe più, in gola.
Cara è la catastrofe che ci unisce e ci accomuna.”

“Acqua e sale non son più cosa primaria quando ho in mente te.”
- scrive Syria nelle pagine segrete -
E sullo stesso diario legge di qualche giorno prima quando una farfalla in sogno, era nera, le disse con parole di burro che pixel orfani sarebbero tornati a casa, a riprendere Berlino.
Vento nel vento Syria sembra evolversi, rinascere, imparare ad amare in un'allegria senza fine, ricalcando il volo della scura farfalla.
Un bouquet di profumi la inondano. L'odore e il canto della tigre la violentano come una catena salvifica che tira a sé verso una centrifuga di piacere e vitalità così cara.

“Credi di conoscermi?   … non sai che ho un cuore di tenebra! Sicuro di voler evaporare insieme?”

“Vorrei poterti regalare la faccia della luna!”
- convinto esclama Lonnel -

“Allora curami Deus, saprai sempre ciò che penso!”

E' solo lunedì;
Syria grida HELP! 
La gigantesca scritta coop è la sua casella e parecchi tiri di dadi li distanziano.

“Hey you, immenso e fragile”
- si dicono a telefono, malinconici -

In mezzo al petto si agita un cuore d'aliante .
Di kevlar sembra il distacco ma verde è l'alba di domani e lentamente il vagone accoglie luce e luna per metterla in salvo nell'oasi del suo disastro!

“Non ti resisto! Ora e qui vorrei scrutarti.”
- impreca Lonnel, nel desiderio di non lasciarla più -

“Figlia della peggio gioventù mi vesto di te per combattere l'acne e risorgere! Per un po' di niente credi chissà chi sia, sei tu un piacere speciale!”

Una avvenente “pink moon”, la più grande che ci sia, avvolge la promessa dell'infinita devozione.

“Questo è il mondo, quello vero.”
- si ripetono i due amanti -

Razzi, arpie, inferno e fiamme sono ormai finiti!
Come dopo una reclame, lei torna al becero canale, spogli e arido sempre più spesso.
Senza niente addosso - eppure fuori è freddo - il cuore si scioglie.

“Il sottoscritto incanta la sua stella a vita, obiezioni?”

“Alcuna, vostro onore!”

Si sprigionano sogni policromi nelle notti d'incanto. 31 lune, 1799 collane di perle si uniscono in un gomitolo di ridenti terapie.
La tempesta della mancanza stordirà Lonnel . Ma lui non è più sul ciglio della fine, il suo stato d'animo miagola raggi di sole! “She loves you” sembra dirgli una vocina nota.
La pazzia di non dividersi più, vincerà! La guerra è finita. Senza testo si corre incontro a sorrisi in spiaggia, in montagna, in patrie francesi, in sogni proibiti. Anche la spesa muta nel tripudio della loro danza suprema.
Un tempo piccolo, minuscolo, mina la loro affezione. Ma il terzo millennio smette di essere ostico e si china al cospetto di eroi, coincidenze che surfano in un oceano di gomma ecologica.

“Nulla è al caso, ogni suono è la canzone che scrivo per te! All I want is you!”

Le cose che contano sono nel centro, nella pioggia, e nel vento.
Sono due destini che cantano all'unisono in un negozio di antiquariato e rianimano la polvere.
Adesso è facile aprire gli occhi a qualsiasi aprile.
Splendidamente pazza Syria gode fin nella pelle. Rapace è la sintonia della frequenza delle sue pulsazioni con i flussi di voglia allettante di Lonnel.
Infinità nell'aria. Non più ossigeno ma fantasia inonda i loro cervelli e anima i petali encefalici.
Il risveglio è un boato di fascinosa poesia.
Le rotaie percorse su e giù descrivono una canzone anarchica quasi a circuire una zona monumentale che profuma di attimo celeste.
Né sogni né sintomi avrebbero potuto predire un tale love affair.
Ogni notte pare tingersi per decretarsi l'ultima notte felice del mondo.
Vecchi difetti muoiono perché cose semplici e banali.

“Fiore, non sentirti sola”
“Rape me!”

Un battibecco di sussurri odorosi si stemperano.
Una giornata uggiosa fa da cornice al primo ultimo dell'anno mano nella mano.
Intanto una guerra fredda si ritorce inconsapevole.
Per non rallentare Lonnel cammina e le sua Angie lo accoglie sulle labbra.

“Volta la carta, amore, c'è il giorno in più.”
- dice Syria, donando un presente felice -

I due regalano scatti d'acquerello alle pellicole dei loro ricordi!

“E' solo febbre?”
-chiede Lonnel ad alta voce  -

 “No!Un successo perentorio.”
 “Buona Risposta!”

Il musichiere e la sua musa compongono la ballata delle ossa sul pentagramma della felicità.
“Kanzone doce” è quella che Lonnel suona, e l'attenzione di Syria lo trasporta in un'età migliore, lieve. Il soggiorno volge al termine nuovamente; ancora una volta Syria è costretta a mascherarsi come un'alice in città, al guinzaglio di scelte che mai avevano veduto arrivederci, soltanto addii.
Ma l'odore del ritorno a casa, adesso, si manteca di estratto di rose rosse.
L'idea di essere accolta in porpora che Lonnel confeziona con nastri di lussuria la fa sentire in amore con tutti. La vita va; una vita rubina che li porta a urlare “ WE HAVE HEAVEN”.
In modo inatteso, in flagranti, le lancette del nuovo giorno si urtano quasi a bloccare il tempo del mondo. E l'avversione dello stesso cielo che Syria e Lonnel hanno solcato nel volo sincrono di due storie intarsiate d'amore, si propaga in quaranta secondi di niente, nel suono di un telefono che canta “zero chance”. Il vortice della paura li tiene stretti, soffocandoli.
La speranza assume il colore di qualcosa che non c'è. Randagi, i loro animi stipulano convenzioni con la scienza che li inganna a dismisura. Quasi adatti a giorni fioriti, Syria e Lonnel tornano cuccioli, indifesi di fronte alla tragica mielodia[1].

“Lady Madonna” - si leva la preghiera - “ donaci la fiducia nel giorno migliore.”

L'ultima giornata di sole è così lontana.
L'incubo diventa messia di moniti sulla caducità del mondo.
L'assalto di dolore traduce attimi in giorni cattivi.
Ma il buio non frena quotidiani naufragi sull'isola del tesoro. Fuori o dentro il tunnel dell'agonia Syria e Lonnel si cercano per non cessare di essere complementari mai.
Ogni luogo appare una dark room di quelle che nascondono trappole di cronaca nera.
Le cose cambiano nell'aria intorno; eppure i due amanti crescono sotto una grotta di corallo retta da chi davvero ha fede in loro. La canzone del labirinto ha portato via la donna che più li ha voluti, li ha amati; e i due cuccioli mutano i lor sentori smarriti in un abbraccio di forza intraprendente , così come Lei avrebbe desiderato.
Collezioni di baci è la cura messa a punto ; e anche se il tempo non è sempre magnifico si riparte da zero per raggiungere di nuovo la piena rivoluzione dei sensi.

“Quando tornerai dall'estero, ci sarà tempo solo per noi”
-si erge Lonnel, mentre dentro implode un “Povero me!” -

Syria, pokito a poko, invoca poeti di ogni come e di ogni dove per costruire un piano che sa di crema nutriente. I pensieri la riportano ad una lampadina accesa milioni di giorni prima.
L'indaco dell'arcobaleno è la vernice per un giorno fatato.
Il velo non è bianco, ma blu e il tempo è leggero come un jour en France .

“Ho perso il tuo cane a poker!”
 - inventa Syria come copertura -

La macchina di Syria diviene la cattedrale di Palermo, tanta è la sua imponenza.
In un secondo si stempera la magia.

“ Hey man!” - pronuncia Syria scorta dal vetro - “ Monta su!”

I due si incamminano al passo di giochi di festa.
Lonnel non sa che presto sarà chiamato per nome e inspiegabilmente annusa lampi d'oriente.

Come una notte improvvisa nel mezzo del mattino illuminato, Syria lo rapisce per condurlo ai piedi di un soffice altare dove tutto è perfetto.

“I nostri corpi celesti” - comincia Syria-“ sono limite e perfezione dell'amore terreno.”

La lira di narciso accompagna la sposa e Grazie di marzapane divino fanno da testimoni.

“ Il nostro dolce universo merita una corona di conclamate promesse. Finalmente posso dirlo:
Lonnel, Mi sposi?”

Il circuito affascinante delle emozioni percorreva l'insegna lampeggiante di un “Sì” gigante.
Lonnel pareva l'uomo del secolo nel nido della gioia mentre novemila ora di pace, in un secondo di fremito sensazionale, scorrevano affannose nei meandri di  cuori simbiotici.










[1] . “Mielodia”, DENTE, Anice in bocca, 2006

2 commenti:

  1. questa è letteratura moderna!
    l'idea di scrivere un racconto ispirandosi ai titoli delle canzoni è geniale!

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