lunedì 27 agosto 2012

«GIULIETTA AND THE FABULOUS FOUR» il racconto di Rossella Menichetti per il concorso "Indagine su Giulietta"


-Medemoiselle Giulietta Capuleti è desiderata alla reception  AD padiglione  16 dell’ala est del paradiso-
L’angelo Annunciatore dovette ripetere per ben tre volte l’avviso prima che questo potesse essere captato dalla giovane ragazza intenta com’era a ricamare su una tela di lino le proprie iniziali e quelle del suo amato.
Non riusciva a credere alle proprie orecchie, erano più di settecento anni che attendeva un qualsiasi messaggio e ora ,che finalmente veniva convocata, indugiava a muoversi, era come se quelle parole l’avessero paralizzata.
L’ago che teneva tra l’indice e il pollice era rimasto in sospeso all’altezza dei suoi grandi occhi ornati da ciglia setose, il filo lucido e ritorto era teso al massimo e formò una serie di piccoli cerchi concentrici nel momento che lei  mise a riposo quel minuscolo strumento di spasso e di
lavoro.
L’ordito s’increspò leggermente per la spinta frettolosa della cruna e l’ago parcheggiato nella lettera R artisticamente decorata richiamò l’attenzione del suo sguardo e del suo cuore e rimase ancora intrappolata per alcuni istanti nel flusso dei ricordi.
Sfogliò le pagine della sua vita e le più belle le diedero l ‘impulso di precipitarsi senza indugiare, attraversò con leggiadria lo spettacolare giardino dell’Eden e giunse a una maestosa scalinata a doppia rampa, non fece in tempo ad appoggiare la scarpina di raso lucente sul primo gradino che fu investita da una emozione profonda .
-       Venga pure da me.- La esortò un angelo dal piumaggio azzurro, il più alto tra i tre incaricati di districare le pratiche più urgenti.
-       Si sieda pure signorina  - incalzò lui aggiustandosi gli occhiali dalla montatura  leggerissima
e raffinata. L’angelo li aveva avuti in regalo da un giornalista polacco una quindicina di anni fa quando andò sulla terra  per l’operazione “ Maida frost “ e da allora non se ne era più separato.
-   Si  metta comoda e si rilassi – proseguì rassicurante – sa bene che le comunicazioni riguardanti l’utenza di questo luogo ameno possono essere solo di tre livelli: gradite, molto gradite o graditissime.-
Detto ciò l’angelo sventagliò sulla superficie del tavolo tre buste della stessa dimensione,ma diverse per la tinta della carta poi schiarendosi la voce aggiunse:
-       Ne scelga una, quella che preferisce.-
La ragazza era titubante, cosa contenevano quelle missive? Si trattava forse di un gioco a premi o di una specie di quiz televisivo? Le sfiorò delicatamente senza decidere quale prendere.
L’angelo vedendo la ragazza così  perplessa cercò di rassicurarla :
-       Sappia mia cara che in ognuno di quei plichi è contenuto un desiderio, non abbia paura di sbagliare.-
-       Sì, ma ci sono desideri piccoli e altri  così grandi che non osi nemmeno immaginare per non restare delusa. –
-       Su, su signorina i desideri sono sempre desideri e quando si realizzano ci regalano sempre gioia .
Sagge parole,ma Giulietta era incerta quanto prima.
Decise allora di affidarsi al caso, canticchiò una vecchia filastrocca puntellando ad ogni rima baciata l’angolo estremo delle buste e quando la melodia cessò estrasse un foglietto quadrato con al centro una scritta in gotico romanico: - Complimenti! Hai vinto un fantastico weekend sul pianeta Terra! –
-       Evviva! – esultò Giulietta schizzando in aria carica di gioia poi si ricompose e chiese: - …e Romeo, quando e dove potrò incontrarlo?-
-       Una domanda alla volta signorina ed attenda un attimo per ulteriori dettagli.- L’angelo aprì il secondo cassetto della scrivania in noce e consegnò alla ragazza un piccolo oggetto non più grande di una scatola di fiammiferi e .protetto da una cover nera in lega di magnesio.
-       Ne abbia cura,questo è il suo personale “trova- persone” che le consentirà di rintracciare il suo Romeo; dall’ultimo bollettino risulta soggiornare a Verona.
-       Come! Romeo si trova già sul pianeta  Terra?-
-       Sì,-annuì l’angelo consultando attentamente il tablet- da quanto posso vedere il viaggio non ha avuto imprevisti e lui è giunto a destinazione in perfetto orario alle 8,45-
Non fece in tempo a pronunciare l’ultima cifra che Giulietta si precipitò con la leggerezza e la velocità di una gazzella verso l’ascensore per il piano Terra,la gonna scarlatta sfiorò il pavimen-to vitreo e sparì al chiudersi delle porte metalliche.
L’angelo trasalì per lo stupore, roteò di quarantacinque gradi sullo sgabello in polipropilene e
manifestando apertamente il  suo dissenso gridò con quanta voce aveva nei polmoni:-Si fermi
signorina, deve prima frequentare il corso di aggiornamento!-
Parole inutili che si persero nell’aria dolce del Paradiso.
Chi e cosa poteva salvare Giulietta dalle insidie e dai pericoli del mondo odierno?
L’angelo convocò allora Fra Lorenzo, gli spiegò l’accaduto e lo incaricò di seguire e proteggere la ragazza che nel frattempo ,giunta a destinazione ,era rimasta un po’ delusa  per l’assenza di giocolieri e saltimbanchi nelle vie dei borghi della sua Verona.
Non c’era traccia neppure di tamburini e cantastorie e  l’atmosfera che si respirava era frenetica e convulsiva così cercò di ricacciare nella sacca della memoria quelle cianfrusaglie di ricordi che le impedivano di concentrarsi.
Il  “trova - persone” le segnalò un itinerario dettagliato,percorse diligentemente un lungo viale caratterizzato da eleganti costruzioni Liberty, svoltò a destra lasciandosi alle spalle una abitazione in pietra  con un balconcino e un pergolato completamente nascosti da una cascata di gelsomini. Il profumo era denso ed inebriante e placò la sua struggente nostalgia di primavera.
S’incanalò in una traversa lastricata da grandi pietre grigiastre e giunse in una ampia strada del
centro costellata da scritte coloratissime e fluorescenti insegne al neon.
Si limitò a seguire le istruzioni e si ritrovò in una specie di gigantesco igloo metallico dalle pareti in acciaio e con un pavimento completamente rivestito da una sontuosa moquette color rosso Baccarat.
Giulietta non aveva mai visto una discoteca e rimase quasi folgorata da quelle luci laser che tagliavano il buio mentre il fracasso assordante e il tramestio del luogo la risucchiarono in un vortice di disordinata sconcertante allegria.
“Bip-bip-bip…..”il “trova – persone” iniziò ad emettere un suono intermittente e prolungato,aveva captato la presenza di Romeo così Giulietta euforica iniziò a guardare a destra e a sinistra, in alto e in basso ma del suo amato non c’era traccia. Eppure quel bip-bip,quasi fastidioso ai timpani continuava a segnalare il successo del ritrovamento,ma dove mai si era cacciato? Provò a cambiare posizione, due passi avanti, uno indietro,avanzò in diagonale; il suono intermittente divenne fragoroso e lei iniziò a ispezionare con lo sguardo ogni centimetro quadrato, ogni angolo nascosto e proprio dinanzi a lei, riflesso sui vetri opachi di numerose bottiglie vuote di birra ,tequila e chambrè  di ottima qualità, scorse un volto a lei familiare.
Pelle  levigata, sguardo profondo e carisma irresistibile,Romeo sembrava attendere qualcuno e si mostrava quasi infastidito dalla ragazza che gli stava accanto e lo fiutava come se fosse una preda. Giovane scapestrato aveva un cuore sincero e si sentì a disagio quando la cubista con il decoltè coperto soltanto con vistosi bijoux  reperiti al mercatino rionale si avvicinò con audacia a lui e senza preavviso gli appiccicò le gonfie labbra di vinile sulla guancia .
Il contatto durò pochi secondi sufficienti per far andare su tutte le furie Giulietta, l’amore era uscito dagli intrecci della trama originaria di Shakespeare a causa di una stupida donna di plastica che esternava un interesse convulsivo e tormentoso,per il bel Romeo. Il make-up era perfetto,il vestito aderente lasciava intravedere curve generose,ma  non c’era niente in lei di romantico e profondo .Giulietta   la percepì non come una rivale,ma come un essere gelatinoso,molle, capace tuttavia di ferirla e di procurarle un dolore indicibile ed un’ira non controllabile che la spinse a sfilarsi la fede dall’anulare per scagliarla contro Romeo e fuggire con il viso rigato di lacrime facendosi prepotentemente largo tra la folla euforica e spensierata. Un movimento brusco e un passo non misurato violarono l’equilibrio di un lucente vassoio e la camicia candida di un barman dal sorriso luminoso e la pelle color tabacco assorbì i colori dell’arcobaleno mentre parte dei liquidi e dei pezzi di frutta finirono sul pavimento. Alquanto contrariato e senza  mezzi giri di parole, il giovane arabo  si rivolse a Giulietta in modo ruvido e diretto mentre cercava di raccattare pezzi di ananas e ribes prima che questi finissero spiaccicati dalla calca della folla.
Incurante di quanto accaduto e con gli occhi velati Giulietta avanzava, ma prima di raggiungere l’uscita una figura dall’andamento eretto e con una borsone che gli segava la spalla la fermò e la cullò tra le sue braccia paterne.
-Che succede piccola mia? –
-Oh, Fra Lorenzo soffro tanto a causa dell’infedele – piagnucolò lei.
Deciso e sicuro di sé, il frate si avvicinò minaccioso al barman ancora accovacciato alla ricerca del fondo di un bicchiere rotto nell’impatto.
-       Non lui! – Chiarì Giulietta con un filo di voce smorzata dal pianto- Si tratta di Romeo!- E con il dito indicò il romantico divanetto dal profilo arrotondato che il suo sposo divideva con un’altra donna.
-       Si è lasciato baciare e ora io voglio solo morire! –
-       Non è il caso di drammatizzare –sentenziò il frate-e poi tu non puoi morire!-
-       Perché mai?- Chiese stupita Giulietta
-       Perché sei già morta – Le sussurrò in un orecchio, poi presa per mano lei ed afferrato Romeo con uno strattone, condusse la coppia dinanzi ad una anonima utilitaria . Non lasciò spazio alle proteste dei giovani, invitò lei a sedere sul sedile posteriore e Romeo alla sua destra poi, con un lamentio raschiante ,accese il motore; l’ultima autovettura che aveva guidato era stata una 2CV durante la precedente discesa sul pianeta Terra risalente agli anni sessanta. Dopo  lo scossone iniziale e un paio di giri a vuoto dei pneumatici l’auto attraversò ad una velocità molto prudente le vie cittadine. Fra Lorenzo stringeva forte il volante, era un po’ teso per la guida e quel broncio stampato sul visino di Giulietta non gli facilitava il compito .La ragazza non voleva saperne di perdonare Romeo che ,dal suo punto di vista ,si sentiva perfino offeso perché riteneva ingiuriose le accuse della sua amata. Tra i due iniziarono vivaci scambi di battute al punto che Fra Lorenzo perse la sua flemmatica pazienza, premette l’acceleratore a tavoletta, frenò bruscamente ed estrasse dal cruscotto un CD, la custodia in carta riciclata color paglierino riportava il titolo “ Corso di aggiornamento  - adattamento per il pianeta Terra “.Sollevato al pensiero che quel piccolo disco avrebbe risolto ogni problema lo inserì nel computer di bordo ma sullo schermo sottile ed ultraleggero non apparve il professor Roger per spiegare l’evoluzione storica degli ultimi sette secoli ma quattro magici ragazzi di Liverpool che giocavano a fare i duri e  che con le corde delle loro chitarre sapevano parlare di pace e d’ amore. Il frate si stropicciò gli occhi, deglutì per l’imbarazzo e si mise alla ricerca del CD originale  senza rendersi conto che quella melodia cristallina stava conquistando anche lui. Rovistò in ogni angolo e nel momento trionfale del recupero decise che non era il caso di visionarlo per non interrompere la più travolgente favola mai ascoltata.
Senza preavviso la passione, mai spenta, aveva avuto il sopravvento, Romeo, trascinato dalla forza del suo desiderio, stringeva teneramente tra le mani la testa riccioluta e libera di Giulietta. Piena di sogni e di struggenti ricordi, la testa si lasciò trasportare dal linguaggio del cuore,il collo si inarcò, le labbra si sfiorarono e una scossa inebriante attraversò ogni singola cellula.
Fu allora che Fra Lorenzo con un self – control tutto anglosassone aprì la portiera, si sedette sul marciapiede e dalla sua sacca tirò fuori un pacchetto di sigarette, lo rigirò più volte tra le dita, trovò umoristica la scritta “ il fumo nuoce gravemente alla salute “ e con una serenità infinita aspirò il fumo aromatico e amarognolo  disegnando una serie di cerchi concentrici che si dileguavano man mano che salivano verso una striscia  di cielo color cobalto sovrastante Verona.

Nessun commento:

Posta un commento