Juliette. Questo nome l'ha sempre
odiato.
Le è apparso, fin dall'età della
ragione, una volgarità pari a quella di certa gente del sud Italia che, nel
rintracciare la prole dal balcone di un vicolo trasandato, urla:
“Bruccheeee!?”.
Evidenziando una subcultura da
telenovelas e ritenendo del tutto normale che una bambina di sei anni e un
metro (di larghezza), disegnata da una moquette di peli neri stampata su ogni
millimetro di pelle, possa chiamarsi come Brooke Logan di Beautiful anche se
vive nei quartieri spagnoli piuttosto che in una villa a Los Angeles.
Non che in certe campagne venete,
poco distanti dalla sua Verona, siano ammissibili le Sharon o le Michelle, ma
almeno sono bionde e, se evitano di esprimersi con suoni gutturali degni del
Trota, possono recitare il ruolo della turista straniera per un po'!
Si direbbe che Juliette sia
decisamente classista, ma no! E' solo arrabbiata, come tutti i giovani che non
trovano risposte, il resto è un retaggio culturale e come rimproverarla quando
si apprende che discende da una famiglia in cui, fin dal '300, le lotte di
quartierino erano all'ordine del giorno?
Da Dante a Shakespeare, nessuno
si è risparmiato nel mettere in pubblica piazza gli affari degli avi suoi, più
accaniti di certi giornalisti odierni da rotocalchi estivi! Perché Juliette
appartiene al ramo di Lord Capuleti & Co., una stirpe che ha sempre fatto
notizia, anche se oggi preferirebbe essere la figlia di un pentito mafioso,
'che almeno Saviano si prenderebbe la responsabilità di farci dieci
trasmissioni sù! Mentre la responsabilità emotiva di chiamarsi Juliette
Capuleti è unicamente sua.
I genitori hanno preferito la
versione francese (très chic!), come se cambiasse qualcosa... ma cosa è
realmente cambiato in quattrocento anni e più?
Escludendo il suo taglio di
capelli corto e asimmetrico e gli affari del padre, collassati sotto il Governo
Monti, vi risponderebbe che è rimasto pressoché tutto uguale, anzi, che forse è
peggiorato, che almeno la sua lontana cugina un Romeo, disposto ad affrontare
tutto e tutti e pronto a morire per lei, ce l'aveva, mentre oggi è più
probabile sposare un Romeo disposto ad uccidere te senza un perché o, se ti va
bene, un egocentrico che non vuole responsabilità, stile Romeo er gatto del
Colosseo!
Per non parlare della balia, poi!
Non faceva in tempo ad affezionarsi ad una, che le scadeva il permesso di
soggiorno! Non che le sia capitato di preferirne qualcuna in particolare,
tuttavia Larisa era rimasta quasi un anno a badare alla casa (i più maligni
sostengono ad infinocchiare suo padre), poi sono sbarcati i russi milionari e
Larisa è scomparsa, sicché Juliette si è fermamente riproposta di non credere
più al sentimento tanto che oggi, quando parla con le amiche nel suo slang,
ripete spesso: “Pozione avvelenata 'sti cazzi!“ o “Pugnale 'nfame nun te temo”
(Juliette si esprime occasionalmente in dialetto romano, giusto per fare
imbestialire tutti i Capuleti iscritti alla Lega Nord).
Del resto lei in chiesa nemmeno
ci va, Don Lorenzo le è sembrato un po' troppo attento nei suoi confronti e
quando la confessa gli puzza l'alito di vino, così, escludendo la mamma che,
tra palestre, spa e viaggi è sempre troppo occupata; il padre impegnato a
bestemmiare contro la moglie e Monti ogni dì; la nuova domestica che vuole
essere pagata a parte se le si chiede di stirare i panni, figuriamoci se le si
chiede un consiglio; le professoresse che la odiano per il suo taglio
asimmetrico di capelli, e per la sua vivace intelligenza che le mette in
difficoltà, lamentando quotidianamente di essere sottopagate per affrontare un
ruolo simile e sognando la pensione sempre più lontana...chi cavolo gliela
dovrebbe dare questa pozione magica o anche solo un parere?!
Certo che, in quanto a
imposizioni, non è cambiato proprio nulla.
Ad esempio, a Natale avrebbe
tanto voluto un cane, ma sotto l'albero ci ha trovato il bauletto di Vuitton.
Tra l'altro Juliette è vegana, come la maggior parte dei ragazzi di oggi, cerca
di far qualcosa per cambiare il mondo, ma il mondo pare non darle ascolto, il
mondo gode a restar vecchio quanto più di quattro secoli fa!
Almeno all'epoca i vestiti te li
sceglievi tu, erano solo tuoi, ricca o povera che fossi, e ti nascondevano pure
la cellulite esaltando le grazie, mentre adesso, dai dodici mesi ai
cinquant'anni, le vedi tutte uguali, con gli occhiali vintage da cinquecento
euro anche se fanno le commesse a mezza giornata, strizzate in magliettine di
Hello Kitty rubate alle figlie, insieme a una terza coppa c pagata al chirurgo,
ma no! Non lo sono. Uguali non lo saranno mai.
Solo la storia resta uguale a se
stessa e pare non insegnare nulla.
In fondo lei voleva giusto un
piccolo batuffolo di peli, tutto suo, da abbracciare, e invece ha avuto un
pezzo di pelle morta da indossare, lo stesso sfoggiato dalla figlia di Larisa,
che ora frequenta il suo liceo privato, dove si vocifera che il bauletto
l'abbia comprato a suon di mms compromettenti, perché i ragazzi non sono tutti
uguali, ma molti genitori sì e si finisce col somigliargli e non credere più ai
propri sogni, prendendo in prestito quelli mancati degli altri. E poi lei
nemmeno ci voleva andare in quel liceo, avrebbe preferito una scuola pubblica,
ma Paride andava lì e Paride appartiene “all'élite di Verona”,
sicché detta legge anche in materia di vacanze, immaginatevi di futuro e d'
istruzione. I suoi non hanno desistito neanche quando gli ha confessato che
Mercuzio frequentava lo stesso istituto. Certo, era amico di quel ragazzino che
le piaceva e che loro osteggiavano, ma pur sempre parente del Presidente della
Regione e un aggancio in politica non guasta mai!
Romeo, si chiamava Romeo, una
stupida coincidenza, ma la vita è fatta di queste, no?
Attimi, casualità, mani che si
sfiorano, occhi che si incontrano, desideri, languori, mica di altro?
E mica c'era bisogno di chiamarlo
“terrone maleducato”? Tanto lei lo aveva capito che con Romeo non c'era storia
e non perché fosse di Capri, perché era stronzo proprio come Paride e Mercuzio
e tutti gli altri dall'Appennino
in giù! Solo un po' più fantasioso e romantico...ma mammone, tanto mammone!
Altro che lotta tra famiglie, Romeo si scaglierebbe anche contro il Papa per
difendere la mamma, del resto, da chi porterebbe a stirare le camicie?! E poi,
la parmigiana di melanzane di casa Montecchi non ha eguali! (Secondo il suo
parere, ovvio! A Juliette le resta decisamente sullo stomaco!).
Però, quando Paride ha deciso di
andare in vacanza a Capri, mica gliel'hanno vietato? No!
Come caproni le due famiglie si
sono imbarcate sullo yatch privato di Teobaldo e dovevi vederla Madonna
Capuleti ballare sul tavolo dell'Anema e Core, sembrava più napoletana di
Romeo, che nel locale neanche ci sarebbe entrato se Mercuzio non l'avesse
trascinato a forza! Ma ormai era lì e a rapirla, con la scusa dei faraglioni di
notte, ci ha messo un nanosecondo. Dopo è stato tutto un susseguirsi di sms,
perché sa scrivere Romeo, scrive bene, scrive così bene che ad un certo punto,
Juliette, sul display dell'iPod di sua cugina Rosalina, ha letto: “Il mio
peccato succhiato da te! E rendimelo, allora, il mio peccato! R.” e ha
compreso che Romeo era un comune guitto da recite tutte uguali, tanto che
avrebbe voluto prendere a testate i Faraglioni, se solo non avesse avuto
quattordici anni e tutta la vita avanti a se. Che poi Tebaldo è dovuto comunque
salpare di corsa col suo yatch verso altri lidi, le coste italiane sono meno
convenienti si sa, ormai Capri se la possono permettere solo Larisa e suo
marito! Paride ha conosciuto un' aspirante velina e in casa non si vede più e i
Capuleti hanno deciso di vendere il terrazzino storico al Teatro Stabile, per
evitare la mostruosa imposta dell'IMU.
Juliette ha messo all'asta la sua
Vuitton su e-bay, finalmente potrà pagare le vaccinazioni e le cure di quel
bastardino che ha visto al canile, senza dover chiedere niente a nessuno.
Che diamine! Vuole solo un cane.
Come sempre l'hanno desiderato tutti i ragazzini da secoli a questa parte.
E un po' di felicità, di
attenzione, di dolcezza, di parole, di trasgressione, di poesia, di
esclusività, come da sempre richiedono i sentimenti in qualsiasi epoca e a
qualsiasi età.
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