lunedì 27 agosto 2012

«Guardami nel cuore» il racconto di Eleonora Mauriello per il concorso "Indagine su Giulietta"



Tutto ciò che amore osa è lecito all’amore.

William Shakespeare



Esco da tre mesi con quello che i miei chiamano “lo spiantato”. O la smetti di vederlo o ti puoi scordare il viaggio a Londra! Come se fosse facile comandare al cuore. Ma tanto non mi sento obbligata a scegliere: i miei genitori escono di casa alle otto del mattino e tornano da lavoro alle 19:30, per cui in fondo non sanno che non ho nessuna intenzione di troncare la storia con Roman. Ci ho provato a parlare con loro ma non sentono ragioni: prima cosa è ucraino; secondo non è ricco; terzo c’è Renato, il figlio dei De Mattei, che ha la testa sulle spalle ed è un buon partito. Ma io non sono un’eroina di Jane Austen! Me ne frego del buon partito: io cerco l’Amore, quello con la A maiuscola, che mi fa battere il cuore all’impazzata appena lo vedo.
Come ho conosciuto Roman? Si è trasferito sei mesi fa in Italia con la madre, che fa la badante. All’inizio lui non voleva lasciare l’Ucraina per non separarsi dal padre e dal fratello più piccolo, ma avevano bisogno di soldi… e poi avrebbe potuto continuare i suoi studi in Italia, costruirsi un futuro. La madre di Roman è laureata in Ingegneria, ma la sua laurea qui vale meno della carta straccia. Non che la mia varrà di più, visti i tempi attuali… comunque è una bella fregatura. Allora si è rimboccata le maniche, ha deciso di mettere qualche annuncio. Nessuna menzione dei titoli di studio. Sono un problema, in certi casi. Dopo un paio di settimane è stata  contattata da una distinta signora del mio quartiere, che ha un’anziana mamma sulla sedia  a rotelle. Così ha cominciato a lavorare. Roman si è iscritto alla mia scuola, un Istituto Tecnico e, nonostante le sue iniziali difficoltà con la lingua, si è integrato presto perché è un tipo in gamba.
Lo sto aiutando ad imparare l’italiano attraverso le canzoni. L’altro giorno facevamo i conti con l’imperfetto e abbiamo passato l’intero pomeriggio ad ascoltare La gatta  di Gino Paoli. Ce la sta mettendo tutta e credo tra un paio di anni non sarà distinguibile da un madrelingua. Al nostro secondo mesiversario gli ho proposto una fuga.
Perché non ce ne andiamo via?” gli ho chiesto.
“Non è una buona idea”, mi ha risposto lui. “I tuoi poi si arrabbiano e mia madre rimarrebbe da sola”, ha sottolineato con senso pratico.
“Sì, ma non sarebbe bello io e te soli, senza ostacoli, liberi come il vento di stare insieme e di amarci?”
“Se scappi dagli ostacoli non li distruggi, sono sempre lì. Bisogna superarli, anche se sembrano molto difficili e…”
“… insormontabili”, ho concluso io. Così ho abbandonato l’idea. Non aveva tutti i torti, dopotutto. E così continuiamo a vederci, all’insaputa dei miei. In fondo, mi dico, a diciotto anni chi me lo fa fare di ufficializzare la cosa? Ho bisogno di almeno 15 anni per arrivare a quel momento!”. Nell’attesa, esco con Roman e, quando non posso vederlo a causa dei miei impegni, ci sentiamo e ci vediamo sull’I-phone che gli ho regalato per il suo compleanno, il mese scorso.
Sono sempre lì a scrivergli messaggi, con tanti emoticon e tanti I LOVE U. Anche lui è un tipo romantico e non è mica facile trovare uno romantico oggi! Mi invia sempre il buongiorno  e la buonanotte e, durante la giornata, mi scrive dolcissime frasi, tipo “Senza te la mia vita non avrebbe senso”. L’altra settimana abbiamo messo un lucchetto al cancello del parco, G.&R., per suggellare il nostro Amore. Vorrei che durasse per sempre. Ma anche se ciò non dovesse essere, ormai abbiamo scritto insieme una pagina delle nostre Vite. Vorrei che anche i miei si accorgessero di quanto vale; forse se si chiamasse Renato De Mattei e avesse un conto corrente tutto suo non farebbero tante storie. Ma io lo amo per quello che è, non per come si chiama, o per quello che fa. Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un'altra parola avrebbe lo stesso odore.

      

Sono trascorsi due anni da quando ho conosciuto Roman. Abbiamo una bellissima bambina, Vera. L’ho chiamata così perché all’inizio non ci credevo che fosse lì, tra le mie braccia: volevo un nome che mi ricordasse che c’era davvero. Abbiamo una casa tutta nostra, regalo dei miei. Sì, alla fine si sono convinti che stavano sbagliando, che i loro pregiudizi su Roman erano fuori luogo e ora gli vogliono bene e lo hanno accettato come mio compagno. (Per dovere di cronaca: il ricco Renato De Mattei passa le giornate a scommettere i suoi soldi al gioco d’azzardo... )
Non ci siamo ancora sposati, no, ma quando saremo pronti lo faremo. La madre di Roman è tornata in Ucraina per le vacanze di Natale; tornerà a Gennaio. Anche lei è contenta di essere diventata nonna. Ci sono stati momenti in cui tutto questo mi è sembrato troppo lontano, irraggiungibile, ma ci ho creduto dall’inizio in questa storia e pretendevo un lieto fine.
L’Amore, quello vero, dovrebbe sempre avere un lieto fine perché non è che una pazzia discreta, un’amarezza che soffoca, una dolcezza che alla fine, però,  ti salva.

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