Tutto ciò che amore
osa è lecito all’amore.
William Shakespeare
Esco da tre mesi con quello che i miei chiamano “lo spiantato”. O la smetti di vederlo o ti puoi scordare il
viaggio a Londra! Come se fosse facile comandare al cuore. Ma tanto non mi
sento obbligata a scegliere: i miei genitori escono di casa alle otto del
mattino e tornano da lavoro alle 19:30, per cui in fondo non sanno che non ho
nessuna intenzione di troncare la storia con Roman. Ci ho provato a parlare con
loro ma non sentono ragioni: prima cosa è ucraino; secondo non è
ricco; terzo c’è Renato, il figlio dei De Mattei, che ha la testa sulle spalle ed è un buon partito. Ma
io non sono un’eroina di Jane Austen! Me ne frego del buon partito: io cerco
l’Amore, quello con la A maiuscola, che mi fa battere il cuore
all’impazzata appena lo vedo.
Come ho conosciuto Roman? Si è trasferito sei mesi fa in Italia con la
madre, che fa la badante. All’inizio lui non voleva lasciare l’Ucraina per non
separarsi dal padre e dal fratello più piccolo, ma avevano bisogno di soldi… e
poi avrebbe potuto continuare i suoi studi in Italia, costruirsi un futuro. La
madre di Roman è laureata in Ingegneria, ma la sua laurea qui vale meno della
carta straccia. Non che la mia varrà di più, visti i tempi attuali… comunque è
una bella fregatura. Allora si è rimboccata le maniche, ha deciso di mettere
qualche annuncio. Nessuna menzione dei titoli di studio. Sono un problema, in
certi casi. Dopo un paio di settimane è stata contattata da una distinta signora del mio quartiere, che ha
un’anziana mamma sulla sedia a
rotelle. Così ha cominciato a lavorare. Roman si è iscritto alla mia scuola, un
Istituto Tecnico e, nonostante le sue iniziali difficoltà con la lingua, si è
integrato presto perché è un tipo in gamba.
Lo sto aiutando ad imparare l’italiano attraverso le canzoni. L’altro
giorno facevamo i conti con l’imperfetto e abbiamo passato l’intero pomeriggio
ad ascoltare La gatta di Gino Paoli. Ce la sta mettendo tutta
e credo tra un paio di anni non sarà distinguibile da un madrelingua. Al nostro
secondo mesiversario gli ho proposto una fuga.
“Perché non ce ne andiamo via?” gli ho chiesto.
“Non è una buona idea”, mi ha risposto lui. “I tuoi
poi si arrabbiano e mia madre rimarrebbe da sola”, ha sottolineato con senso
pratico.
“Sì, ma non sarebbe bello io e
te soli, senza ostacoli, liberi come il vento di stare insieme e di amarci?”
“Se scappi dagli ostacoli non li
distruggi, sono sempre lì. Bisogna superarli, anche se sembrano molto difficili
e…”
“… insormontabili”, ho concluso
io. Così ho abbandonato l’idea. Non aveva tutti i torti, dopotutto. E così
continuiamo a vederci, all’insaputa dei miei. In fondo, mi dico, a diciotto
anni chi me lo fa fare di ufficializzare la cosa? Ho bisogno di almeno 15 anni
per arrivare a quel momento!”. Nell’attesa, esco con Roman e, quando non posso
vederlo a causa dei miei impegni, ci sentiamo e ci vediamo sull’I-phone che gli
ho regalato per il suo compleanno, il mese scorso.
Sono sempre lì a scrivergli
messaggi, con tanti emoticon e tanti I LOVE U. Anche lui è un tipo romantico e
non è mica facile trovare uno romantico oggi! Mi invia sempre il
buongiorno e la buonanotte e,
durante la giornata, mi scrive dolcissime frasi, tipo “Senza te la mia vita non avrebbe senso”. L’altra settimana abbiamo messo un
lucchetto al cancello del parco, G.&R., per suggellare il nostro Amore.
Vorrei che durasse per sempre. Ma anche se ciò non dovesse essere, ormai
abbiamo scritto insieme una pagina delle nostre Vite. Vorrei che anche i miei
si accorgessero di quanto vale; forse se si chiamasse Renato De Mattei e avesse
un conto corrente tutto suo non farebbero tante storie. Ma io lo amo per quello
che è, non per come si chiama, o per quello che fa. Quella che noi chiamiamo
rosa, anche chiamata con un'altra parola avrebbe lo stesso odore.
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♦ ♦
Sono
trascorsi due anni da quando ho conosciuto Roman. Abbiamo una bellissima
bambina, Vera. L’ho chiamata così perché all’inizio non ci credevo che fosse
lì, tra le mie braccia: volevo un nome che mi ricordasse che c’era davvero.
Abbiamo una casa tutta nostra, regalo dei miei. Sì, alla fine si sono convinti
che stavano sbagliando, che i loro pregiudizi su Roman erano fuori luogo e ora
gli vogliono bene e lo hanno accettato come mio compagno. (Per dovere di
cronaca: il ricco Renato De Mattei passa le giornate a scommettere i suoi soldi
al gioco d’azzardo... )
Non ci siamo ancora sposati, no, ma quando saremo pronti lo faremo. La
madre di Roman è tornata in Ucraina per le vacanze di Natale; tornerà a
Gennaio. Anche lei è contenta di essere diventata nonna. Ci sono stati momenti
in cui tutto questo mi è sembrato troppo lontano, irraggiungibile, ma ci ho
creduto dall’inizio in questa storia e pretendevo un lieto fine.
L’Amore, quello vero, dovrebbe sempre avere un lieto fine perché non è
che una pazzia discreta, un’amarezza che soffoca, una dolcezza che alla fine,
però, ti salva.
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